IL VALORE DELLA DONNA
Valorizzare lo specifico femminile? Ce ne parla Marisa Levi, Presidente di Aquilia
I primi di maggio, ad un convegno professionale sulla Comunicazione della Chiesa, presso la Pontificia Università della Santa Croce (Roma), ho avuto il piacere di incontrare Marisa Levi, Presidente dell’associazione Aquilia (Verona), che si occupa della valorizzazione della donna e dell’integrazione culturale di donne straniere in Italia. Ecco cosa mi ha raccontato.
Signora Levi, visitando il vostro sito, veniamo accolti da questa frase di Papa Francesco: “La donna mostra che il senso del vivere non è continuare a produrre cose, ma prendere a cuore le cose che ci sono”. Può spiegarci come nasce l’idea di un’associazione che valorizzi proprio la donna e lo specifico femminile?
Direi che nasce dall’osservazione che un certo femminismo ha cercato di valorizzare la donna secondo una parità con modelli maschili, invece di cercare una giusta parità valorizzandone la specificità. In questo tempo in cui si cerca di eliminare le differenze, considerando ogni differenza causa di discriminazione, la valorizzazione dello specifico femminile diventa ancora più importante
Il sito si apre con una citazione del papa, ma Aquilia è “una libera associazione di promozione sociale, apartitica e aconfessionale”. Può spiegarci come convivono nell’associazione l’ispirazione ai valori cristiani con l’aconfessionalità?
Aconfessionalità significa che la confessione religiosa non è un requisito per la partecipazione alle nostre attività, né si è “costretti” a partecipare ad attività confessionali. Di fatto, per esempio, la nostra sala studio è frequentata da ragazze di diverse confessioni o religioni o di nessuna religione. L’ispirazione cristiana è quella che ci spinge a prendere a cuore le persone, in particolare quelle che vivono in condizione di difficoltà o di disagio, e ad aiutare a superarle. Chi vuole, può anche partecipare a mezzi di formazione cattolica, affidati alla prelatura dell’Opus Dei.
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Lo scopo dell’associazione è “promuovere le interrelazioni sociali sul territorio” e “tutelare la figura della donna, valorizzandola in tutte le fasi della vita attraverso l’attuazione di iniziative e attività teorico/pratiche, adatte alle diverse età”. Può farci degli esempi?
In questi ultimi anni la nostra attività principale è la “sala studio solidale”, organizzata con il patrocinio della circoscrizione, con un progetto di integrazione di ragazze straniere con la scuola del quartiere, con una convenzione per l’alternanza scuola lavoro con una scuola superiore. La sala studio è iniziata per ragazze della scuola secondaria di primo grado, ma poi le ragazze che sono passate alle scuole superiori hanno voluto continuare, quindi adesso abbiamo ragazze dai 10 ai 19 anni. Queste ragazze sono principalmente di origini non italiane, di diverse nazionalità e di quattro continenti. Le insegnanti sono volontarie e sono insegnanti in pensione e altre persone esperte in diversi campi. In questi anni abbiamo constatato grandi progressi nelle ragazze, che spesso sono molto motivate allo studio e a superare le loro difficoltà. La sala studio è detta solidale perché inserita nel progetto di studio solidale di Harambee Africa Onlus: per ogni ora di studio certificata delle ragazze cerchiamo un euro da destinare a progetti di promozione ed educazione in Africa. Come osservava un’insegnante, per queste ragazze che partono da situazioni di disagio, sapere che con il loro studio aiuta persone più disagiate di loro è molto importante per l’autostima. Dalla sala studio sono poi partite altre iniziative, con alcune attività extra per le ragazze delle superiori, lezioni di italiano per alcune delle mamme e, proprio in questi giorni, una lezione di una pediatra per le mamme sulla educazione per la salute dei figli.
Un’altra attività che stiamo portando avanti da alcuni anni sono incontri per coppie o singoli sulla relazione in famiglia, a cura di una psicoterapeuta, la dottoressa Migliorini. Partendo da una scenetta di incomprensioni nella vita familiare, i partecipanti vengono invitati a commentare quanto rappresentato, a cercare di capirne le ragioni e proporre le possibili soluzioni. È un metodo molto efficace e abbiamo constatato come i partecipanti siano veramente molto attivi.
A parte le attività organizzate ufficialmente dall’Associazione, sono molto importanti anche quelle che singoli soci o gruppi di soci organizzano e portano avanti nella sede dell’Associazione o nelle loro case o nel territorio.
Mi accennava di altre realtà presenti sul territorio, che hanno l’obiettivo di aiutare i genitori nel rapporto coi figli e le coppie a comunicare meglio: può spiegarci un po’ alcune di queste iniziative?
A Verona ci sono altre realtà che nascono dalla stessa ispirazione di San Josemaría Escrivá sulla santificazione del lavoro nella vita quotidiana e sull’apostolato, con le quali collaboriamo. In particolare, le scuole EDRES, che non si limitano alla formazione degli alunni, ma si preoccupano anche di quella degli insegnanti e dei genitori, cercando di stabilire un clima di collaborazione fra le varie componenti. Un’altra associazione, Realtà Famiglia, si occupa più specificamente dell’orientamento familiare, in collaborazione con le stesse scuole.
Realtà simili, che nascono dalla stessa ispirazione, sono presenti in diverse città italiane.
Grazie mille, per il tempo che ci ha dedicato! Sono certa che le sue parole e il suo impegno ispireranno i nostri lettori!
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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