20 Maggio 2023

“Mio figlio non vuole sapere nulla di pregare né di andare a Messa, dove ho sbagliato?”

Qualche tempo fa ho letto un articolo molto interessante della rubrica Ultimo banco dello scrittore Alessandro D’Avenia. Mi piace molto il suo sguardo sulla realtà e in modo particolare sul mondo della scuola che analizza da protagonista essendo professore di Lettere in un liceo milanese. Nella riflessione proposta, il prof sottolineava che “la scuola di oggi spesso marginalizza l’apprendimento attivo a lungo termine, privilegiando assimilazione-ripetizione (io insegno – tu apprendi – io verifico), cioè allena le funzioni cognitive dell’apprendimento passivo a breve termine. Infatti ottiene studenti che scoprono poco e forniscono prestazioni nell’immediato, ma che, dopo la verifica, dimenticano rapidamente quasi tutto. […]. Semplificando: passiamo il tempo a insegnare a nuotare con dettagliate istruzioni senza mai entrare in acqua o far venire voglia di entrarci”. 

Vorrei traslare questa interessante analisi rivolta agli insegnanti, molto articolata e ricca anche di citazioni e fonti solide al nostro modo di educare alla fede i nostri figli e i nostri ragazzi in generale. Spesso negli incontri che faccio, agli sposi o ai genitori dei bambini del catechismo, mi viene rivolta sempre questa domanda che mi rendo conto pesa come un macigno sul cuore dei genitori cristiani: “Mio figlio non vuole sapere nulla di pregare né di andare a Messa, cosa posso fare?”. Qualche volta la domanda è accompagnata da un’amara costatazione: “Dove ho sbagliato?”.

D’Avenia per quello che riguarda l’apprendimento, scrive che l’insegnante non è chiamato “solo a conoscere la disciplina (attualmente i docenti sono selezionati in base alle nozioni e non anche alla capacità di creare un ambiente di apprendimento), ma a «energizzare» (erotizzare nel lessico del desiderio) le informazioni”.  In poche parole, a legare ciò che si apprende ad un’emozione positiva. È stato calcolato che un solo incoraggiamento modifica un errore commesso più di 89 rimproveri. Lo sguardo sorridente e una mano sulla spalla restano i più potenti generatori di intelligenza.

Santa Teresa di Gesù Bambino scrive in Storia di anima: «Ho avuto la felicità di appartenere a genitori senza eguali» (MA, 12). E aggiungeva: «Dio mi ha fatto nascere in una terra santa…» (MA, 11). Ogni mattina papà e mamma, al suono della campana delle 5.30, uscivano per andare a Messa. E le figlie li accompagnavano nel loro ultimo dormiveglia. Un po’ più tardi cominciava la giornata delle ragazze, e tutte sapevano che si doveva sempre iniziare “offrendo il cuore al Signore” con la formula appresa dalle labbra materne: «Mio Dio ti offro il mio cuore, prendilo, se vuoi, in modo che nessun altro lo possegga, ma soltanto Tu, mio buon Gesù». L’esame di coscienza per la confessione avveniva sulle ginocchia della mamma, perché era lei che doveva rendere buono e impregnato di tenerezza quell’aspetto un po’ difficile del Sacramento del Perdono.

Il cuore della domenica era senza dubbio la Messa solenne: per la piccola Teresa, rimasta orfana della mamma, le celebrazioni erano troppo lunghe e le prediche spesso incomprensibili, anche se si sforzava di ascoltare: «Io però guardavo più papà che il predicatore, e il suo bel volto mi diceva tante cose. A volte i suoi occhi si riempivano di lacrime che lui si sforzava invano di trattenere, sembrava non essere più legato alla terra, tanto la sua anima si immergeva nelle verità eterne…» (MA, 60). Che esperienza preziosa dev’essere, per una bambina, osservare il padre che davanti a Dio si commuove come un bambino! La preghiera comune della sera chiudeva la giornata, e Teresa – cui spettava sempre il posto più vicino al papà – annota: «Mi bastava guardarlo per sapere come pregano i santi!» (MA, 63).

L’educazione alla fede dei nostri ragazzi deve essere accompagnata da un’esperienza viva di fede vissuta con i genitori o i propri catechisti. Sono le emozioni positive accompagnate dalle parole che generano nel cuore il desiderio di conoscere e amare Gesù.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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