Dopo appena sedici mesi dal giorno delle nozze nel 1991, la sua Miriam, la sua sposa, la donna con la quale aveva fatto tanti progetti di vita insieme, mentre si reca a lavoro, resta coinvolta in un tragico incidente stradale. È la Vigilia di Natale, Miriam entra in coma e ci resta per 32 anni fino al 12 maggio 2023. Lui è Angelo Farina e in questi anni non ha mai abbandonato la sua amata. Ogni giorno è stato accanto a lei andando a trovarla nella struttura in cui era ricoverata.
In una lunga intervista rilasciata a La Stampa ha detto: «Starle accanto e andare da lei tutti i giorni è stato il mio modo di onorare la promessa che ci eravamo scambiati sull’altare, che recita “nella buona e nella cattiva sorte”». E ha aggiunto: «Soprattutto, l’accarezzavo. Fin da subito ci è stato detto che la cosa migliore era farle sentire la nostra presenza e io sono sicuro che l’ha sentita. Le mettevo le sue canzoni preferite. Musica pop. Poi le raccontavo cosa mi era successo nella giornata». Con il marito, accanto a Miriam, la madre della donna e le sorelle: «Insieme non abbiamo mai smesso di prenderci cura di lei. Anzi, il loro sacrificio è stato anche più grande, perché dovevano venire da Treviso».
C’è da chiedersi il senso di questi lunghi anni e Angelo risponde: «Soprattutto i primi anni, ho avuto momenti di grande sconforto. Ma glielo dovevo. Lo dovevo a entrambi. Guardandomi indietro, sono convinto di non aver perso il mio tempo e spero che lei non pensi di aver perso il suo». L’amore riempie di senso il dolore e il silenzio di una vita trascorsa in un letto di ospedale. I commenti che ho letto sui social mi lasciano molto amareggiata. Sono la misura del valore che diamo all’esistenza. “Che senso ha soffrire così tanto?”, “Quanto è costata una vita alla sanità pubblica?”, “Perché Angelo non si è rifatto una famiglia?”, “E le sorelle, la madre…non sarebbe stato meglio avere una tomba su cui piangere?”.
Una persona in stato vegetativo è considerata dai più un fardello, una maledizione, una grande disgrazia. È certo che è stato difficile per Angelo e la famiglia di Miriam stare al suo fianco, lottare contro tutto e tutte le difficoltà per prendersene cura di lei, trasformare il loro amore allargando di molto il loro cuore e la capacità di staccarsi da quel letto ogni giorno per 32 anni e chiedersi il senso della vita. Tuttavia questo miracolo è stato possibile e ci hanno lasciato una grande testimonianza. Ogni vita ferita, malata, non produttiva secondo la mentalità di questo mondo, è una vita degna di essere tutelata, protetta, accarezzata, amata così come ha fatto Angelo con la sua Miriam. È commovente questa fedeltà e questo coraggio. Soprattutto se pensiamo alle tante famiglie che scoppiano alle prime avvisaglie di difficoltà di coppia. La vita è un mistero, è l’amore è sempre una grazia.
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