11 Aprile 2023

Enea e il suo grido alla vita che interpella la nostra coscienza

Domenica mattina, giorno di Pasqua, la sirena, silente ormai da anni, della culla per la vita della Clinica Mangiagalli di Milano suona e richiama gli operatori sanitari della terapia intensiva. Avvolto in una coperta c’è un bambino nato da pochi giorni, pesa 2,6 chili ed è accompagnato da una lettera: «Ciao, mi chiamo Enea. Sono nato in ospedale e sono super sano».

Una creatura con il suo inno alla vita richiama l’Italia intera all’importanza di queste culle disseminate un po’ da Nord a Sud. Di solito sono posizionate in angoli discreti e non ci sono telecamere proprio per garantire l’anonimato. Premendo un bottone si apre una saracinesca. All’interno è posizionata una incubatrice riscaldata. Quindici secondi e si riabbassa la serranda, infine parte l’allarme al personale della terapia intensiva.

Se da una parte richiama la responsabilità e la tristezza per una madre che non può prendersi cura di questo figlio, dall’altro le culle per la vita sono una grande opportunità, poco conosciuta. Una strada percorribile da preferire certamente all’aborto. Quando una donna infatti, per tante ragioni, non può occuparsi del bambino nel proprio grembo può ricorrere sia al parto in anonimato, riconosciuto dalla nostra legislazione, sia all’affidamento della creatura ad una culla per la vita. Nel caso della culla posizionata presso la Mangiagalli di Milano dal 2007 ha accolto prima Mario, piccolissimo, pesava 1,7 chili e aveva un’età apparente di 6-7 giorni. E poi nel 2016 Giovanni, che aveva invece già due mesi e pesava 5,8 kg.

Tre bambini che sono stati poi presi in carico dal Tribunale dei minori per assicurare loro una famiglia e una serena crescita di vita. Queste storie non devono però solo commuoverci, devono anche suscitare una concreta azione a favore della vita ripensando a tutti quei bambini cui viene impedito di venire al mondo forse per gli stessi motivi per cui le mamme di questi tre bambini non potevano crescerli. Perché Mario, Giovanni, Enea ci commuovono, ci interpellano, qualche volta ci fanno anche esclamare erroneamente: “Che mamme senza scrupoli!”, e invece i bambini abortiti ci lasciano indifferenti? Non hanno forse anche loro diritto ad una possibilità? Enea, che il tuo grido alla vita giunga ai nostri cuori e ci aiuti ad aprire gli occhi sul dramma silenzioso che si consuma ogni giorno nell’indifferenza generale.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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