PASSIONE DI GESÙ
Dove si trova crocifisso Gesù, oggi? Il racconto di una giovane donna
Una volta ho avuto modo di ascoltare una donna che vive da undici anni una vessazione demonica. Si tratta di una persona giovane, che sa di portare nello spirito e nella carne delle stimmate invisibili. Vi ho già parlato di lei, in riferimento al sacramento del matrimonio. Oggi vi racconto cosa mi ha confessato in merito alla Passione di Gesù.
Qualche tempo fa parlavo con il mio vescovo, il quale mi raccontava, con sincerità e dolore, cosa comporta essere degli esorcisti. Lui, infatti, ha preso sul serio il comando di Gesù (“Nel mio nome caccerete demoni”) e da qualche anno a questa parte ha intensificato la sua attività.
Purtroppo, spesso, vengono anche persone da lontano, perché nelle loro diocesi non hanno trovato ministri che credono nell’esistenza di questi fenomeni: li considerano mera suggestione e superstizione.
“Quando finirò il mio mandato di vescovo, chiederò al mio successore se posso dedicarmi agli esorcismi a tempo pieno, – mi ha confidato – finché il Signore me ne darà la forza. A volte è pesante, a volte mi stanca, ma Dio mi mostra sempre quanto importante sia questo compito: ho la grazia di combattere, in prima linea, il suo nemico”.
Sono rimasta colpita dalle sue parole e ho pensato: non possiamo annacquare la Passione di Cristo, né credere che Gesù abbia combattuto con un male generico. Il nemico di Dio è un essere libero e personale. Se noi esseri umani lo mettiamo materialmente sulla croce, colui che ispira l’uomo all’odio verso Dio è il diavolo. Lo dice espressamente anche un sacerdote che stimo particolarmente, don Fabio Rosini, nel suo libro “L’arte di guarire”.
Tante volte mi capita di sentire che “non dobbiamo essere tristi nel giorno del Venerdì Santo”, perché Gesù ha dato la vita per amore. Certamente, il cristiano può gioire, perché in Cristo tutti mali sono stati sconfitti, con la Resurrezione, ma, vivendo ancora nel tempo, in questo pellegrinaggio terreno, in quanti cuori Gesù soffre oggi? In quante vite si rinnova la sua Passione? Quante anime sono in pena, perché tormentate dall’antico avversario? Con quante persone in carne ed ossa noi siamo chiamati a condividere oggi la passione? Possiamo gioire, certo, perché la Vita ha vinto: ma cosa siamo chiamati a fare perché la Vita trionfi ora in ogni vita?
Una volta ho avuto modo di ascoltare una donna che vive da undici anni una vessazione demonica, ed è seguita proprio dal mio vescovo. Si tratta di una persona giovane, con una vita apparentemente normale, ma che sa di portare nello spirito e nella carne delle stimmate invisibili.
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Vi ho già parlato di lei, in riferimento al sacramento del matrimonio. Oggi vorrei raccontarvi cosa mi ha confessato in merito alla Passione di Gesù…
L’anno scorso abbiamo festeggiato la Pasqua mentre in Ucraina era da poco iniziata la guerra. Ricordo di aver vissuto la Quaresima con forte intensità. Spesso pregavo e offrivo la vessazione per le donne, per i bambini, per gli anziani, per tutti coloro che erano vittime di violenze inaudite. Lo faccio ancora, ma c’è un episodio che ricordo in modo molto vivido.
Ero appena stata a Messa e avevo pregato per un bambino che aveva visto violentare sua madre a soli sei anni per una settimana consecutiva da dei soldati. Poi, la mamma alla fine era morta e a lui, scioccato e devastato da quella brutalità, erano diventati i capelli grigi.
Avevo letto questa notizia sull’Ansa e sono andata a Messa con un peso enorme nel cuore. Ricordo di aver pregato per la purificazione della memoria di quel bambino, per i suoi occhi, perché potessero guarire da ciò che avevano visto, e per le sue mani, perché non si macchiassero di altra violenza dopo aver subito tanta ingiustificata violenza.
Ricordo che ho pianto, mentre l’ostia si scioglieva dentro di me. Gesù soffriva per quel bambino, lo sentivo. Gesù soffriva in quel bambino.
Ma di questa verità (che Gesù era crocifisso lì, oggi, in una famiglia spezzata così brutalmente in Ucraina) ne ho avuto prova in modo chiaro ed inequivocabile una volta tornata a casa.
Avrei dovuto consegnare un lavoro, ma ero ancora scossa per quella notizia. Così, prima di mettermi al pc, ho preso un libro in cui è raffigurato Gesù deposto dalla croce. Ho baciato quell’immagine dicendo: “Gesù, ti bacio crocifisso in quel bambino, bacio lui, mentre bacio te. So che ci sei tu, presente, in quel cuore trafitto, nel cuore di quel bambino”.
In quel momento ho sentito il demonio reagire (non entro nei dettagli, potete documentarvi altrove su questi fenomeni…), come quando ricevo una benedizione o assisto alla consacrazione della Messa.
Beh, in quel momento, baciando Cristo deposto dalla croce e riconoscendo in quel crocifisso un bambino vittima di violenza, il demonio si era sentito minacciato. Per me è stata un’esperienza forte: ho capito che Gesù si trovava davvero lì, in quella vita distrutta. E il demonio – che si è sentito minacciato dalla mia preghiera – era davvero la causa della distruzione di quella famiglia, come è stato causa della morte di Gesù.
So che la mia esperienza è molto particolare e non tutti mi crederanno: ma le nostre preghiere arrivano e fanno male al diavolo (gli tolgono potere), anche se preghiamo per persone lontane che non conosciamo.
Spesso, quando chiedo a Gesù perché non mi libera, quello che sento nel profondo di me è che mi permette di condividere con Lui una parte della sua Passione nelle vite di tanti fratelli e sorelle oggi. Perché raccontarvi questo? Non tutti devono avere una vessazione demoniaca, ma tutti hanno delle croci. Quando la sofferenza vi fa visita, baciate il crocifisso pensando ad una persona che sta in croce oggi. Offritela per quella persona. Sarà un piccolo gesto, ma ogni gesto di offerta e di amore contribuisce a sgretolare il regno di Satana e avvicina il momento della Venuta del Signore nella Gloria!
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