30 Gennaio 2023
Don Franco Fedullo: il suo impegno per la vita ha lenito un po’ il dolore del mondo
“Nel contesto attuale, tacere l’annunzio del diritto a vivere dei più piccoli e della dignità della persona umana, specie della donna, o ignorare il grido di dolore che sale a causa della violenza dell’aborto di massa, sarebbe una grave mancanza di profezia. È come se i missionari nelle zone povere dell’Africa ignorassero il problema della fame di quei popoli!” a pronunciare queste parole, cariche di significato soprattutto per i cristiani, è don Franco Fedullo, un sacerdote della diocesi di Salerno-Campagna-Acerno che oggi ricordiamo nel primo anniversario della sua nascita al Cielo.
Un testimone audace e combattivo del Vangelo della Vita. La sua parrocchia, nel centro storico di Salerno, è stata per decenni una parrocchia per la vita, un quartier generale di una battaglia silenziosa ma doverosa. Il suo impegno, insieme a tanti amici, nasceva dalla certezza che l’aborto è un dramma per il bambino ma anche per i suoi genitori.
Nel 1983 ha fondato il Centro per la Vita “Il Pellicano”, un gruppo di volontari che negli anni ha salvato dall’aborto più di 1000 bambini. Come? Attraverso l’annuncio, la preghiera, la formazione e la solidarietà. Sono i volontari che vanno a cercare le coppie o le donne in difficoltà. Cosa fanno? Aiutano la donna a prendere coscienza che sta per decidere del futuro di un bambino, il figlio. Poi cercano di risolvere gli eventuali problemi economici o di relazione. Il segreto che consegnava ai suoi collaboratori era: “Bisogna agire così: fare al bambino in grembo tutto ciò che faremmo ad un bambino in culla. E non fare a un bambino in grembo ciò che non faremmo a un bambino in culla”.
In un’intervista rilasciata alla nostra rivista qualche anno fa, don Franco ha raccontato di un episodio molto significativo che dice molto sul suo stile di accoglienza e di accompagnamento anche verso le donne che avevano abortito: “Una volta ho fatto un’esperienza molto bella: una giovane attrice si avvicinò alla fede. Ricordo che cominciò a piangere mentre le leggevo una pagina del Vangelo. Dopo qualche giorno, mi confidò il suo dramma: aveva abortito. Mi racconto tutti i particolari: li ricordo come fosse ieri. Giunse alla confessione. Dopo, pensai di dirle che il Signore aveva fiducia in lei e che – chissà – forse ella avrebbe potuto salvare la vita di qualcuno. L’anno successivo venne a trovarmi: aveva salvato la vita di due gemelli aiutando i suoi genitori che avevano deciso di abortire. Sì, il Signore aveva fiducia in lei!”.
Una sera ero nella sua parrocchia prima del Premio San Martino de Porres, un evento che da anni celebra la vita attraverso i testimoni. Ero arrivata per la Celebrazione Eucaristica. Don Franco mi ha accolta da lontano con un sorriso, abbiamo condiviso il mistero eucaristico con gli altri presenti. Un frammento di Cielo vissuto con calma, senza fretta. Non credo di averlo mai visto agitato, anche quando lo chiamavo a qualsiasi ora della giornata per chiedergli consigli su un colloquio per la Vita, manteneva la sua paterna fermezza, la sua irresistibile ironia, la sua tenerissima tenacia.
Mi dava consigli brevi e decisi. Mi incoraggiava senza mai sostituirsi nelle scelte. Mi telefonava puntualmente per sapere come era andata. Tutto questo mi convinceva di quanto era importante creare intorno al dramma e alla solitudine dell’aborto, una rete di amore e di contenimento. L’aborto nasce dalla pretesa dell’autodeterminazione, dalla falsa illusione di poter disporre del proprio corpo, dalla certezza che un incidente di percorso può essere rimosso legalmente dalla propria vita. Don Franco a questa solitudine contrapponeva l’amore, la carità, la presenza.
Aveva quella mente illuminata e fine che solo gli uomini di Dio hanno. Ridevo a crepapelle delle vignette di Snoopy che amava condividermi di tanto in tanto. Sull’icona in ceramica che il simbolo del Premio san Martino di Porres, che ha voluto consegnarmi il 17 dicembre 2019, come rappresentante di tutta l’opera per la vita che, come Fraternità di Emmaus, portiamo avanti grazie anche ai suoi insegnamenti, è scritto “Lenire dolorem opera divina”. Don Franco è stato questo per me e nella vita di tanti: un’opera di Dio che ha lenito un po’ della sofferenza del mondo cercando di trasformarla in Vita.
Grazie don Franco: non avremmo voluto perderti così presto ma certamente da lassù stai continuando ad accompagnare l’operazione di salvataggio dei bambini e delle loro mamme dalla voragine dell’aborto e della solitudine.
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