SESSUALITÀ E PUREZZA
“Secondo me oggi il diavolo è il sesso”: parla un prete? No, Rocco Siffredi
“Chiedevo a Dio semplicemente di farmi morire”: parole forti quelle pronunciate lo scorso novembre da Rocco Siffredi, attore porno molto noto. Ha sentito il bisogno di vincere la dipendenza dal sesso: “Mi dissero: ‘Rocco, il segreto è guardare solo tua moglie e tutta l’energia solo su di lei’. Devo dire che sta funzionando”.
Il 15 novembre scorso, Rocco Siffredi, il cui nome è associato da tutti al mondo del porno, è stato ospite del programma Belve di Rai2, dove è stato intervistato da Francesca Fagnani. C’è un passaggio che colpisce del suo intervento: Siffredi confida, infatti, che ha avuto il desiderio di castrarsi e di morire per liberarsi dalla dipendenza dal sesso. Persino lui, una delle pornostar più famose in Italia e nel mondo, ha sentito il richiamo (scritto nel cuore di ciascuno), di donarsi a una sola persona, quella che ama veramente. Ecco cosa afferma:
Finalmente sembra che mi sono fermato eh! Da un po’ di tempo non faccio più nulla come attore, non più davanti alla telecamera. (…) E sembra che ce la stia facendo, perché ho detto tre volte mi fermo e poi ci ricasco, sono molto debole da quel punto di vista. (…) Mi dirigo completamente verso mia moglie. Una volta mi dissero: “Rocco, il segreto è guardare solo tua moglie e tutta l’energia solo su di lei”. Devo dire che sta funzionando.
Quando si sperimenta la promiscuità si finisce in un abisso, lui lo sa bene. Nel 2004 Siffredi aveva per la seconda volta lasciato il mondo del porno proprio per dedicarsi alla famiglia, per avere un rapporto più puro e autentico con Rosa, sua sposa. Ma purtroppo non è riuscito a tener fede all’impegno preso.
Sono andato con più di mille prostitute per strada perché ero pazzo. Mia moglie è così carina ma mi mancava la varietà. Non mi sono fatto mancare nulla – continua – semplicemente andavo senz’anima, andavo. Uscivo e se non trovavo una prostituta era un prostituto, era uguale, era tutto uguale.
In tutto ciò, l’attore chiedeva a Dio una sola cosa: “di farmi morire, semplicemente”. Ha vissuto un vero e proprio dramma personale, impagabile dai milioni di euro accumulati negli anni. Se oggi ne è “abbastanza fuori”, dice, è solo per l’aiuto di sua moglie. La rivelazione di Siffredi non finisce qui, per lui la dipendenza dal sesso è una sorta di diavolo: “Quando si parla di diavolo – dice senza mezzi termini – secondo me oggi il diavolo è il sesso”.
Parole forti, che, però, a livello mediatico non hanno avuto la rilevanza che meritano, dato che il business del porno è uno dei più fiorenti al mondo. Di fronte a tanto dolore, invece, vale proprio la pena fermarsi. C’è un’accusa che tante volte viene fatta a chi mette la faccia su un valore controcorrente come la castità. Ogni volta che ne parliamo qualcuno ha già pronta la collocazione idonea per questa virtù: il Medioevo. È lì che sarebbe rimasto chi promuove il rispetto del corpo fino al punto di non fare l’amore se non nel contesto di un progetto di vita che punti al “per sempre”.
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Il “per sempre”, poi, esiste forse più? Se dici che vuoi aspettare il matrimonio per donarti corpo e anima a qualcuno sembri veramente pazzo. Non solo per l’attesa in sé, ma anche per ciò che dici di attendere: aspetti tanto e poi, chi ti garantisce che il matrimonio durerà? Del doman non v’è certezza… e allora cosa ti frena dal godere ciò che passa il convento oggi? Resistere a questa mentalità è difficile. Qualcuno oserebbe dire quasi impossibile.
Di sesso si parla in ogni dove. Immagini erotiche, donne e uomini senza velo, fanno capolino sui nostri telefonini ad una velocità disarmante. E in età fin troppo precoce. La mentalità pornografica pervade le nostre relazioni, le coppie, perfino i matrimoni. È difficile, in questo contesto, parlare di sguardi, tenerezza, attesa, purezza, innocenza. Del per sempre.
Eppure, quando inizi a farlo, tra le risa di alcuni, ti accorgi che tanti non aspettavano altro, perché manca… manca come il pane. La purezza è un’esigenza, quando manca se ne sente la nostalgia. Quando la si perde del tutto si diventa “pazzi”, lo testimonia una delle pornostar più famose del mondo. Quando la si recupera… la pace che si prova non ha prezzo.
Ricordo quando ero nella mia fase di ricerca, quando mettevo al vaglio tutte le proposte della Chiesa, tra cui quella della castità. Sono stati dei volti concreti a mostrarmi che quella via era la più vicina al mio cuore. Ho conosciuto persone che avevano accolto la castità come postura della propria vita, pur non essendo fidanzate. Non so descrivere la serenità che vedevo nei loro volti, la capacità di stare con tutti senza il bisogno di attirare l’attenzione, senza fare la fatica di mettersi in mostra, di ammiccare, di cercare sempre qualcosa nell’altro. La purezza ti toglie i secondi fini, ti fa godere delle relazioni in modo semplice, per quello che sono. Ho notato che le persone pure ridono di più, ridono di gusto, perché vivono amicizie autentiche.
Poi ho conosciuto fidanzati che avevano scelto di mantenere la loro relazione pulita: quanta libertà ho visto in loro… libertà dalle perversioni, libertà dai giochi di seduzione, libertà dal proprio egoismo e dal proprio tornaconto. Trattare ed essere trattati da oggetti fa male. Per quanto vogliamo raccontarcela, per quanto vogliamo ignorarlo: fa male.
Il caso di Rocco Siffredi non è certo isolato: sono tanti i pornoattori che bevono o si drogano per dimenticare ciò che fanno o che, purtroppo, si suicidano. Dobbiamo avere il coraggio, pur essendo etichettati come medievali, di dire che solo nella purezza c’è pace. Senza compromessi. Il demonio non è il sesso, ma può essere presente in questa sfera della vita. Eccome. Solo l’amore sazia. Dobbiamo gridarlo dai tetti, se abbiamo avuto la grazia di scoprirlo. Perché nessuno debba più desiderare di morire per qualcosa che, se vissuto come Dio l’ha pensato, è una meraviglia.
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