Santità ordinaria
Conoscete Nella Zulian Mariani? Storia di una mamma davvero speciale
Nella è stata una mamma di undici figli. Possiamo immaginare il suo da fare in casa, eppure non si è limitata ad accudire la famiglia: ha trovato tempo ed energie per dedicarsi ad ammalati, carcerati, anziani. L’abbandono a Gesù sembra dilatare le giornate. Ecco come la ricorda il figlio Stefano Mariani, direttore di una webradio cattolica, Rga (Guidonia, RM).
Oggi vorrei parlarvi di Nella Zulian Mariani. Papa Francesco la definirebbe “una santa della porta accanto”. Nella (1928-1997), sposata con Arturo, ha avuto una famiglia numerosa (è stata, infatti, madre di undici figli), ma questo non le ha impedito di vivere il carisma dell’accoglienza verso tante persone in difficoltà.
“Grazie Signore, – scriveva – per avermi fatto conoscere tanti fratelli, persone sole, anziani, malati, poveri, carcerati, emarginati. Sono quelli che prediligo e in cui vedo Gesù”.
Io ho avuto il piacere di conoscere uno dei suoi figli, Stefano Mariani, direttore di radio RGA. Conoscendo il mio amore per la scrittura, Stefano mi ha chiesto di scrivere un romanzo per ricordare la sua amata mamma. L’ho fatto con piacere, da qui è nato Cara Nella, i tuoi figli sono dodici (uscito nel 2022, stampato con autopubblicazione e acquistabile su Amazon, attualmente in cerca di un editore).
Nella merita davvero di essere conosciuta… Potrei raccontarvi qualcosa del mio libro, ma credo che sia molto più bello conoscerla attraverso le parole stesse di suo figlio, che la ricorda con tanto amore.
Stefano, la tua mamma ha avuto una famiglia numerosa. Dove trovava il tempo per servire i più bisognosi?
Sì, mamma Nella aveva undici figli da accudire e seguire. Il suo nutrimento era la preghiera e l’Eucaristia. Iniziava la sua giornata pregando e alle 6,00 andava a Messa (in quegli anni c’era la celebrazione a quell’ora nella nostra parrocchia a Roma, dove abitavamo). Poi correva a casa, noi ancora dormivamo ma per lei la giornata era già iniziata. Poi tutte le faccende domestiche che si possono immaginare: preparare la colazione, accompagnare i figli a scuola, la spesa, il pranzo… eppure riusciva in tutto questo, a ritagliare sempre il tempo per andare a visitare gli ammalati o gli anziani del quartiere, per portare loro l’Eucaristia o una parola di conforto e un giorno a settimana impegnata in parrocchia nel servizio come catechista.
Cosa la spingeva verso gli ultimi? Qual era il suo motore?
Il suo motore era indubbiamente la fede e quindi il grande senso di affidamento al Signore per tutto. Mamma Nella era serena, ricca di gioia nel suo animo, questo le permetteva di andare oltre i doveri familiari: incontrare l’altro rispondeva a nutrire la sua fede attraverso le opere. Per Nella l’amore aveva la ‘A’ maiuscola, lo vedeva in tutti coloro che la circondavano, soprattutto nelle persone che la società “scartava”.
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Nella è stata ministro straordinario dell’Eucaristia: come ha vissuto questo incarico?
Guarda, per lei era un dono immenso, ma ti rispondo con le sue stesse parole, che ho ripreso dal libro “Sono una mamma felice di undici figli”, scritto da mio fratello Giuseppe: “Il Signore mi ha concesso il Ministero Straordinario dell’Eucaristia, ringrazio il Signore per questo immenso dono che mi ha fatto. Ho portato Gesù agli ammalati, agli anziani con tanta gioia, recando loro conforto, serenità e calore umano, per quanto mi era possibile, pregando con loro e con i familiari.” Alcune volte coinvolgeva anche noi figli ad accompagnarla in questo servizio, la riteneva una cosa talmente grande e speciale che ci invitava a partecipare. Alcuni di noi hanno seguito il suo esempio, diventando Ministri Straordinari dell’Eucaristia.
Di recente è nato in te il desiderio di vedere pubblicato un romanzo che raccontasse la sua vita. Perché? Cosa ti aspettavi da questo lavoro?
Di mamma Nella era stato già stato pubblicato un libro della sua vita, scritto da mio fratello Giuseppe. Leggendo i tuoi libri, cara Cecilia, mi è venuta l’idea di qualcosa che potesse essere fruibile a tutti, grandi e piccoli. Una storia bella che racchiudesse uno spaccato della vita di mia madre, fantasiosa, romanzata ma dai sentimenti che potessero emozionare chiunque avesse avuto tra le mani questo libro. Nei colloqui preliminari in cui cercavo di trasmetterti questa idea, ho trovato in te una immediatezza nel recepire le mie intenzioni. Tant’è che sei riuscita a costruire una storia bellissima che è andata oltre le mie previsioni.
Di solito, è l’autore del libro ad essere intervistato, ma in questo caso trovo bellissimo parlare io con te, che sei stato testimone oculare dell’amore di tua madre. Per questo ti chiedo: a chi vorresti che arrivasse il mio libro?
Questo libro dovrebbero leggerlo tutti coloro che hanno perso la speranza e la fiducia nel cammino della loro vita. A chi si è perso. A chi non si sente perdonato. A chi non perdona.
Hai suggerito come protagonista un ex brigatista. Perché? Quale legame tra Nella e questo mondo?
La storia doveva girare intorno a un riscatto umano, mamma aveva vissuto gli anni di “piombo” con apprensione per avere figli giovani e impegnati socialmente, aveva avuto contatti anche con ex carcerati. Da qui l’idea di un riscatto morale di un ex brigatista. D’altronde sappiamo bene come quel periodo sembra caduto in un oblio, eppure ha generato tanta e tanta sofferenza, e tante domande senza risposta.
Che cosa hai provato quando hai letto il libro su di lei per la prima volta?
Mi sono emozionato, l’ho letto tutto di un fiato con molta difficoltà per via delle lacrime che non riuscivo a trattenere. Vedevo mia madre nel suo darsi da fare in modo discreto, amorevole, fiducioso e sempre gioioso, tra le sofferenze della vita delle persone.
C’è qualche dettaglio del libro che ti ha colpito in modo particolare?
No, tutto il libro è ricco di spunti su cui riflettere, è una storia che racconta la storia di ciascuno di noi. È il cammino della vita costellato da mille imprevisti, scelte da fare, sogni infranti o rincorsi, sbagli a cui rimediare, incapacità spesso di perdonare, domande difficili di figli a cui rispondere.
Ma con l’affidamento al Signore è possibile trovare le giuste risposte e rinnovare ogni giorno il cammino che facciamo per vivere in serenità.
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