“Sesso occasionale? Non è un male, si soffre per il giudizio della gente”. La tesi di una psicologa

Ho visto un video in cui una psicologa parlava di rapporti di sesso occasionali. Gli uomini si farebbero meno scrupoli a vivere il sesso occasionale perché giudicati meno delle donne. Le donne “non se lo godono” perché considerate delle “poco di buono”. Ma è tutto vero? Non sarà che il cuore cerca qualcosa di più? Tre motivi per obiettare alla tesi del video.

Qualche giorno fa mi è capitato di vedere un video in cui una psicologa parlava di rapporti di sesso occasionali. Il contenuto del video potremmo riassumerlo in tre punti: 

  1. Il modo di vivere un rapporto sessuale è soggettivo, ma è impossibile non provare emozioni (gioia, rabbia, tristezza, frustrazione).
  2. Gli uomini si fanno meno scrupoli a vivere dei rapporti occasionali e raggiungono più facilmente l’orgasmo a prescindere dalla situazione.
  3. Se le donne dopo un rapporto occasionale si sentono “peggio” degli uomini (provano tristezza, senso di vuoto ecc.) è per una “questione culturale”: le donne sono infatti giudicate male (come “poco di buono”) quando si concedono a più uomini, mentre non vale il contrario. In sostanza, “se una chiave apre più porte è considerata formidabile, se una serratura si lascia aprire da tutte le chiavi è considerata una pessima serratura”. Sono i tabù e i giudizi il male, non il sesso senza amore.

Non sono una psicologa e non vanto competenze che non ho. Ci mancherebbe. Eppure, mi permetto di porre un’obiezione. Anzi, scusate, più d’una. Perché queste spiegazioni non mi convincono. 

Non ho studiato su dei manuali, certo, ma ho il mio vissuto, il mio bagaglio di errori e di scoperte, sono stata fidanzata molti anni, ho un matrimonio e dei figli, delle amiche che si confidano, tante persone che mi scrivono, soprattutto da quando tratto il tema della sessualità nella visione cristiana. E ciò che ho capito negli ultimi anni è ben distante dal contenuto del video.

  1. Il modo di vivere un rapporto sessuale è soggettivo, certamente, come ogni esperienza che si vive. Ognuno si approccia alle situazioni col proprio background, con le proprie convinzioni, con i propri valori, con il suo mondo interiore. Però, mi chiedo, non c’è proprio nulla che sia valido per tutti, che ci accomuna in quanto persone? 

Ad esempio, non è forse vero che dove c’è possesso o sfruttamento dell’altro per il semplice godimento, non può esserci gioia piena nel cuore? Perché siamo esseri relazionali, dove ci trattiamo da strumenti qualcosa dentro di noi scricchiola.

  1. Gli uomini sono molto meno sentimentali e riescono a godere del sesso anche senza coinvolgersi, quindi godono di più in un rapporto occasionale. Anche in questo caso credo sia doverosa una precisazione. Se per godimento ci riferiamo solo al piacere al fisico, allora questa affermazione mi suona più o meno famigliare. L’uomo, dal punto di vista biologico, se non si educa e non è educato all’amore, è molto più propenso a cercare soddisfazione nel semplice esercizio della sessualità (basti pensare che la prostituzione, purtroppo, vede quasi sempre vittime delle donne, sfruttate da uomini che ne cercano appagamento). Ma se andiamo in profondità scopriamo che dietro alla falsa sicurezza, dietro all’apparente mancanza di sensi di colpa e di vergogna, si nascondono piaghe che fanno male. Molto male. Potrei fare decine di esempi. 

Leggi anche: “Ho provato il sesso occasionale: la cosa più triste che io abbia fatto”

È vero che l’uomo è tentato molto dal punto di vista fisico, ma dire che stia bene con le sue debolezze è un altro paio di maniche. Un amico, una volta, mi ha confessato di sentirsi svuotato dopo ogni rapporto sessuale (ed è uno che non si fa problemi di giudizi morali, che vive tutt’ora con frequenza rapporti occasionali e usa pornografia. Eppure, ammette che non sta bene con tutto questo, che prende atto di essere così, ma non si sente in pace). Un uomo ora sposato mi ha confidato il suo passato, dicendomi di essersi concesso dei rapporti occasionali e di aver provato, in quelle occasioni, una solitudine immensa. “Con la donna che ami è proprio un’altra storia”. 

Un altro, convertitosi qualche anno fa, mi ha detto di essere andato a prostitute e di avere una vergogna profonda per quel suo trascorso: “So che le donne meritano amore, ho tradito me stesso, sono stato un piccolo uomo”. Un altro ancora ha rovinato il suo matrimonio con la pornografia e ha scongiurato la moglie di non dirlo a nessuno perché è una dipendenza di cui si vergogna.

Dunque, è vero che gli uomini stanno bene con il sesso occasionale e che non provano nessuna spiacevole sensazione… o non sarà che certe cose loro non le dicono?

  1. Le donne soffrono per il giudizio e non si godono i rapporti occasionali per questo. Certo, essere giudicate fa male. A noi donne in modo particolare… ma è davvero tutto qui? Il nostro dolore dopo essere state usate è davvero riconducibile solo al giudizio degli altri? 

In una società in cui “è vietato vietare” e che sempre più ci dice che il corpo è nostro e possiamo farci di tutto? 

Non mi sembra che la cultura, i film, le star da cui siamo bombardati dicano questo, ovvero che ci sia qualcosa di male nel godersi una notte di piacere. Allora: è davvero solo un problema di cultura e società? Non sarà che invece cerchiamo un uomo che sia un signore con noi, che ci guardi dentro, che ci chiami per sapere come stiamo, e un rapporto occasionale tutto questo lo esclude? E fa male perché fa male, senza cercare troppi capri espiatori culturali?

Vi prego, non arrampichiamoci sugli specchi. Lo dico soprattutto ai professionisti, a chi di lavoro si occupa di accogliere il dolore e le fragilità di tanti ragazzi: non diventiamo ridicoli solo perché dobbiamo essere “politicamente corretti”. Abbiamo, piuttosto, il coraggio di andare a fondo e di dire la verità. Vi scongiuro, c’è in gioco la felicità di tanta, tanta gente. 




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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