Il doppio addio della vita di Vittoria

Cosa accade quando l’uomo che ami si innamora di un’altra donna? E quando anche il tuo papà ti aveva lasciata da piccola? Ho conosciuto Vittoria e il suo dolore qualche settimana fa e ho deciso di raccontarlo perché la separazione porta con sé un carico di sofferenza che non possiamo immaginare e le risposte non sono quasi mai “chiodo scaccia chiodo” o la vendetta. Il dolore si cura con l’amore, meglio quello che sgorga direttamente dal cuore del Padre. 

Vittoria stava guidando fino a casa. Pioveva da alcune ore. Il caldo del fine settimana insolito per il mese di novembre aveva lasciato spazio finalmente all’incedere dell’autunno. Le stagioni devono essere rispettate, aveva pensato. L’autunno è sempre un po’ triste e malinconico per lei. Le ricordava un momento preciso della sua vita. Mentre alla radio trasmettevano una canzone di Tenco lei aveva ripensato a quel giorno di dieci anni prima. 

Anche quella sera stava rientrando da lavoro e pioveva. Marco, il marito, le aveva mandato un sms: “Stiamo per decollare, sarò a casa per le 20. Ci vediamo da tua madre”. Vittoria aveva parcheggiato l’auto a pochi isolati da casa, aveva passeggiato un po’ con una mano in tasca e l’altra a tenere l’ombrello. Quel rumore pacato della pioggia fine e fitta la rilassava. Poi era salita in casa e dopo aver aperto l’uscio si era sorpresa per un attimo di non sentire le voci e le grida dei bambini prima di ricordare che sua madre li aveva prelevati da scuola nel pomeriggio per portarli direttamente a casa sua. Quello spazio di solitudine le piacque. La giornata al lavoro era stata più faticosa del solito e Marco le mancava molto. Quando lui era fuori per alcuni giorni per lavoro lei sentiva molto il distacco. La sera faceva fatica ad addormentarsi in quel grande lettone. Marco la faceva sentire protetta e al sicuro. 

Erano sposati da undici anni e avevano due bambini di 10 e 6 anni che amavano molto. Specialmente Riccardo, il piccolino. Lui era speciale, gli era stato diagnosticato un lieve disturbo da deficit di attenzione all’età di 5 anni. Lei e Marco si erano spaventati inizialmente ma poi con l’aiuto di esperti avevano compreso come aiutare quel figlio speciale. Anche se tutto il peso era per lo più sulle spalle di Vittoria. Marco non c’era quasi mai. Il suo lavoro lo costringeva a stare fuori molto tempo. “Vedrai che presto sarò nominato dirigente e potrò stare in ufficio senza dover viaggiare” le diceva. “Così passerò più tempo con i bambini, dobbiamo fare qualche sacrificio”. E Vittoria attendeva quel momento con tutta se stessa. 

Cercò di rassettare la casa dalla confusione del mattino, rifece i letti, mise una lavatrice, caricò la lavastoviglie e fece una doccia prima di scendere per andare a casa dalla madre. Era il suo compleanno e aveva invitato tutti a cena. Scendendo provò a chiamare Marco, doveva essere atterrato a quell’ora ma non ci fu risposta. Ricordava precisamente la fitta che sentì allo stomaco, un senso di vuoto l’aveva assalita. Lo stesso vuoto provato da piccola quando rientrando un giorno da scuola aveva trovato la mamma che piangeva mentre girava la zuppa, preparando la cena come ogni sera, e mentre le dava le spalle singhiozzando le aveva detto: “Tuo padre ci ha lasciate per un’altra donna”. Lo aveva detto senza voltarsi e lei era fuggita in camera arrabbiata. Suo padre se ne era andato senza neanche salutarla. Un vuoto che l’aveva accompagnata fino al momento di conoscere Marco. Per svincolarsi da quel ricordo doloroso aveva ripensato alla loro storia. Lui era diverso. Lui era dolce e affettuoso. Lei lo amava.

Si preparò e scese. Aveva smesso di piovere. Era strano ricordare quei particolari dopo tanto tempo, pensai. Giunta a casa della madre, aprì la porta e le vennero incontro i bambini gioiosi: “Papà è tornato”. Ma come è arrivato senza nemmeno chiamarla? Lo trovò sul divano mentre smanettava con il cellulare. La salutò velocemente. Vittoria non poté fare a meno di notare che non la guardava. Si sedette vicino ma lui istintivamente Marco si allontanò con la scusa di essere stanco dal viaggio. La cena era quasi pronta quando disse di volersi riposare un po’. Andò nella vecchia camera di Vittoria, si stese sul letto e continuò a utilizzare il cellulare. È così che lo trovò Vittoria dopo un po’…entrò nella stanza con una tisana calda e Marco le disse: “Dobbiamo parlare”. Vittoria ascoltò in silenzio, le sembrava un incubo. Marco si era innamorato di un’altra donna. Stava succedendo di nuovo. “Ancora una volta, ancora una volta…” lo ripeteva come una giaculatoria antica e dolorosa. Marco la lasciò così, impietrita, con la tazza della tisana in mano e con quell’addio che si intrecciava con quello di suo padre intorno al collo quasi a soffocarla.

Erano passati dieci anni da quella sera. Vittoria aveva dovuto attingere da tutte le sue energie materne per reagire a quelle macerie che abitavano dentro di lei. Una coppia di amici l’aveva invitata in parrocchia per un momento di condivisione con altri sposi. Lei la fede l’aveva accantonata da tempo e con Dio era anche molto arrabbiata. In più aveva paura di sentirsi giudicata. E invece nessuno lo fece. Quella sera stessa raccontò la sua storia. Era un fiume in piena. Anni e anni di dolore a poco a poco si scioglievano…cominciò anche a piangere. Si era concessa poche volte quel lusso. I bambini non dovevano vederla. Nessuno disse una parola. Ci furono solo abbracci e sorrisi. Poco alla volta quel gruppo di amici divenne un riferimento essenziale per Vittoria. Capii che c’era un Padre che non l’aveva mai abbandonata. Un Dio che l’amava profondamente. Io ero tra quelli che avevano ascoltato la sua storia. E con il suo permesso l’ho raccontata.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

ANNUNCIO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.