“Una ragazza conosciuta in palestra mi ha tirato fuori dall’inferno”: la storia di Andrea (parte 3)

Andrea vive di sport e di droga: ne fa uso e la spaccia. È padre di due figli, di cui non riesce a prendersi cura. Ha tante ex, tra cui l’ex moglie, scappata in Spagna per paura delle sue minacce. Andrea ha nel cuore tanto dolore, le cui radici sono in un’infanzia difficile. In questo abisso, però, Gesù viene a prenderlo… e cambia tutto. Ma proprio tutto.

Più di una persona mi ha detto che si finisce a Medjugorje all’incirca sempre nello stesso modo: vieni invitato da qualcuno, nel pullman è rimasto un unico posto libero proprio per te, la partenza è da lì a pochi giorni e devi prendere o lasciare. Alla fine, vai. Parti disperato torni trasformato.

È successo così anche ad Andrea, l’uomo di Guidonia di cui ho iniziato a parlarvi nelle scorse settimane.

Andrea vive di sport (è campione di campione di sport da combattimento) e di droga (oltra a farne uso, la spaccia), ha due figli, avuti con due compagne diverse mai dei quali non riesce a prendersi cura, ha una ex moglie scappata in Spagna per paura delle sue minacce e tanto dolore nel cuore, la cui origine si trova in un’infanzia a dir poco difficile.

In questo abisso esistenziale, però, Gesù ad un certo punto viene a prenderlo, per mezzo di Maria.

Un giorno si trova in palestra e attacca bottone con una ragazza molto carina. Per fare il piacione le dice: “Sei bella, sei credente, sei da sposare!”. Aveva notato infatti che portava con sé una medaglietta della Madonna.

Lei ne resta lusingata e gli domanda a sua volta: “Sei credente anche tu?”

Andrea sorride. “Io, che più lontano da Dio non potevo essere, le ho risposto: «Sì, molto credente». Volevo fare colpo. Lei era l’unica del paese che non mi conosceva: veniva da fuori. Non sapeva chi fossi e cosa facevo. Era bella, magari riuscivo a combinare qualcosa… e invece mi fa una proposta che mi spiazza”.

Se sei credente, vieni a Medjugorje. Ho un amico che organizza un pullman. C’è un ultimo posto libero… Sarebbe dal 28 dicembre al 2 gennaio…”

“Io a Medjugorje?”, pensa tra sé e sé, ma alla fine opta per un rifiuto gentile. “Non posso, lavoro…”

Era vero: aveva da poco iniziato un nuovo lavoro. Alcune sue conoscenze gli avevano consigliato di farsi trovare con una vita in regola, visto che era partita l’operazione per arrestarlo. 

“Prova a chiamare il tuo capo…”, insiste la donna.

“Guarda, è veramente impossibile!”, però, solo per farla contenta, lo chiama davanti a lei, quasi felice di farle sentire con le sue stesse orecchie che la risposta è no. 

Andrea spiega al capo che è stato invitato ad una gita a Medjugorje, ma, come pensava, gli viene detto: “Mi dispiace Andrea, quei giorni non posso proprio darteli…”

Leggi anche: “Ero un duro, mettevo paura. Poi ho capito di essere amato e tutto è cambiato”: la storia di Andrea (parte 2) – Punto Famiglia

Quasi sollevato di aver schivato il pericolo, si congeda con la ragazza e va a casa.

Mentre si trova in macchina per fare rientro, però, il suo capo lo richiama e gli dice che può concedere quei giorni a patto che, una volta tornato, sia disposto a fare le notti per una settimana. 

A quel punto, Andrea accetta, richiama la ragazza e quasi incredulo si prepara per partire.

Si imbarcano e, ironia della sorte (o di Gesù), non vedrà più quella ragazza per tutto il viaggio.

Perde di vista lei, ma in compenso incontra delle persone cruciali per il cambiamento della sua vita: “Durante quella traversata ho conosciuto cinque persone che tutt’ora mi accompagnano nel mio cammino spirituale. Una non più, solo perché è tornata alla casa del Padre…”

Tanti lo schivavano perché “all’apparenza sembravo l’inviato di Satana, ero tutto tatuato: avevo una pistola tatuata, un pugno, e mi ero fatto incidere delle frasi poco gentili… mi rendo conto che potevo far paura…”

Qualcosa all’interno del gruppo cambia quando tutti iniziano a camminare, senza scarpe, verso il Podbrdo. Un signore anziano cade e lui si offre di aiutarlo, o quanto meno di portargli le scarpe che teneva in mano. L’uomo, anziano, che si trovava a Medjugorje per la trentesima volta, scoppia a piangere: “Non sono degno che tu porti le scarpe a me, da quando ti sei unito al gruppo non ho fatto altro che giudicarti, parlar male di te con gli altri, invece sei così gentile da preoccuparti di me…” 

Quelle lacrime sconvolgono Andrea: nessuno si è mai scusato con lui per averlo giudicato.

Arrivato in cima alla collina assiste a qualcosa di mai visto prima: una donna inizia a dire cose strane, sembra fuori di sé, sputa a terra, ride, si contorce, urla. “Io non sapevo nulla delle possessioni diaboliche, ho scoperto solo dopo cosa fosse successo, ma era evidente che stava male. Ho iniziato a sentire un fortissimo dolore al petto. Ricordo di aver pregato la Madonna per lei, volevo anche un segno che Dio esisteva, che potevo fidarmi… e in quel preciso momento la ragazza ha cambiato aspetto, è tornata in sé…”Questo, però, è solo l’inizio della risalita dal burrone: se avrete ancora un pochino di pazienza finirò presto di raccontarvi la storia di Andrea!




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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