Affiancamento familiare

“Quel bambino ci ha cambiato la vita”: testimonianza di due coniugi in una casa-famiglia

di Monica Vacca

Quando ho chiesto a Claudia di parlarmi di Giuseppe (nome di fantasia) e del rapporto che hanno costruito, gli occhi le si sono illuminati, un sorriso si è formato sul volto ed il cuore ha iniziato a parlare: «È bastato poco, alla fin fine: uno sguardo, un sorriso, un prendersi per mano. Ci siamo scelti e, da quel giorno, non ci siamo più separati».

Claudia è una giovane donna della provincia di Napoli che, insieme a suo marito Vittorio, svolge un servizio di volontariato presso una casa-famiglia: «Ho iniziato questo percorso grazie alla parrocchia di cui facciamo parte. Ricordo che era di domenica, la Santa Messa era da poco terminata e il parroco ci comunicò che era alla ricerca di volontari per una comunità familiare di un paese vicino. Io e mio marito ci proponemmo senza esitare, avevamo − e abbiamo ancora − tanto amore da poter donare». Il suo sguardo, dopo aver pronunciato queste parole, s’incrocia con quello di Vittorio, così come le loro mani. 

Il racconto di Claudia prosegue: «Ci siamo inseriti gradualmente nella routine della comunità. Non tutti erano pronti ad accogliere due persone fino a quel momento estranee. Il tempo, però, ha giocato a nostro favore. Dapprima mezz’ora, poi un paio d’ore… alla fine siamo arrivati, dopo solo qualche settimana, a partecipare alle uscite fuori porta che venivano organizzate. Ed è stato proprio in una di queste che abbiamo conosciuto Giuseppe». A questo punto, Vittorio interviene: «Lo ricordo come se fosse ieri, era così paffutello e timido… con le guanciotte rosse. Aveva difficoltà nel rapportarsi con gli altri ma, sorprendentemente, con noi ci riuscì».

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Giuseppe ha dieci anni, vive in casa-famiglia da quando ne aveva cinque. Moro, occhi castani, un nasino all’insù ed occhi furbetti. Un bambino sensibile, altruista e tranquillo… forse un po’ troppo a detta di Claudia. Ha una piccola malformazione al braccio sinistro ma ciò non gli impedisce di essere autonomo. 

«Ogni volta che organizzavamo delle attività tutti insieme − continua Claudia −, lui occupava il posto accanto al mio. Sempre. Era una routine per noi, ormai. Ci siamo scelti, insieme abbiamo condiviso tanto. Ad oggi, riusciamo a vederci ogni sabato. Appuntamento fisso, il nostro. Abbiamo scoperto una pasticceria non molto lontana da casa nostra e andiamo spesso lì. Giuseppe è un golosone… ma non è l’unico», i suoi occhi sorridenti ritornano su Vittorio.

«Ogni incontro − afferma Claudia − ci regala emozioni indescrivibili, questo piccoletto ha catturato i nostri cuori…così come quelli di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. È un bambino davvero speciale che, a suo modo, ricambia tutto l’affetto che riceve. Sapessi quante cose ci ha insegnato… ad ascoltare, a comunicare senza proferir parola, a superare la malinconia dei giorni successivi ai nostri incontri immaginando già come saranno i prossimi».

«Pensare al fatto che, con così poco, riusciamo a regalare emozioni e sorrisi puri, mi gratifica. Ci gratifica. L’amore che trapela da questi incontri − aggiunge Vittorio − è difficile da spiegare. È senza dubbio diverso da quello cui siamo quasi “abituati”. Crediamo fermamente che tutti debbano vivere un’esperienza del genere».Se questa testimonianza ha smosso il tuo interesse verso l’Affiancamento Familiare e vuoi saperne di più o se desideri dare la tua disponibilità per donare un pomeriggio a settimana ad un ragazzo, chiamaci al numero verde 800.66.15.92 oppure clicca qui.




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