Speciale XXVII Congresso Eucaristico 2022 - Matera
“Impariamo a coltivare una sana inquietudine eucaristica” – Congresso Eucaristico secondo giorno
Celebrazioni Eucaristiche, riflessioni teologiche, testimonianze, via lucis eucaristica e infine l’Adorazione: cronaca del secondo giorno del Congresso Eucaristico. Momenti di ampio respiro ecclesiale. In un tempo in cui siamo sempre più frammentati, è bello ritrovarsi invitati e chiamati a fare comunione da Gesù Eucaristia.
Il secondo giorno comincia nel segno dell’Eucaristia nella memoria di san Pio da Pietrelcina. Alcune parrocchie sono state individuate come punti di ritrovo per tutti i delegati, i vescovi, i pellegrini del Congresso Eucaristico. Nella parrocchia di Cristo Re, dove ho partecipato, presiede il cardinale Angelo De Donatis che nella sua omelia, chiara e profonda, ci invita a vedere in san Pio la testimonianza di un uomo che ha indicato Dio come il Sommo Bene e l’Unico Bene. “Ma qual è stato il segreto della sua santità?” si è chiesto il cardinale “Padre Pio amava ripetere: Io sono un povero frate che prega. La preghiera è una chiave che apre il cuore di Dio. E quanti si sono convertiti e hanno trovato la strada della vita grazie a lui, grazie alle ore che trascorreva nel confessionale!”. E ha aggiunto in riferimento al tema del Congresso: “Padre Pio è vissuto nella logica del dono, è stato pane spezzato. E dove impariamo questa logica? Nell’Eucaristia impariamo ogni giorno a farci dono, impariamo a non trattenere niente per noi ma a donare tutto proprio come il pane che non si può conservare ma deve essere mangiato, condiviso, spezzato così deve diventare la nostra vita, un’azione eucaristica”.
La tavola eucaristica
La relazione principale della seconda giornata dei lavori è affidata a Mons. Gianmarco Busca, vescovo di Mantova nella Cattedrale di Matera e in streaming in tutte le parrocchie dove sono presenti i delegati. Nella sua meditazione Busca ci fa fare un viaggio dalla tavola di casa, alla tavola dell’altare, fino ad arrivare alla tavola del Regno. Un percorso, intriso di ricordi anche del suo passato, dove i cinque sensi sono protagonisti. Un percorso che comincia quando cominciamo a muovere i nostri piedi per andare incontro al Signore nella Messa, che passa attraverso il mangiare la Parola e il mangiare l’Eucaristia senza tralasciare nessuna sillaba e nessun frammento, fino ad arrivare alla trasformazione di ciascuno di noi che riceviamo vita dalla Vita.
Molto bella la provocazione che fa a tutti noi: “Molti si chiedono cosa succede al pane e al vino nella Consacrazione? Ma questa è una domanda a metà. Bisogna aggiungere un’altra altrettanto importante: Cosa succede a noi quando riceviamo il Corpo di Gesù? Nel momento in cui diciamo Amen, noi ci dichiariamo membra sue, ci offriamo e ci impegniamo a diventare come Lui. È Lui che ci trasforma”. E ha aggiunto: “È falsa l’alternativa tra vivere per la comunione e perdere sé stessi oppure vivere per sé, una sorta di autoaffermazione di sé. L’Eucaristia santifica l’unità, ma santifica anche la vocazione originale a diventare ciò che Dio vuole che io sia, ciò che egli ha amato in me da tutta l’eternità”.
Il presule non ha mancato di bacchettare chi riduce la Messa a una cerimonia sacra in cui si ritrovano una somma di individui: “I nostri cenacoli non sono club eucaristici!”. E nello stesso tempo ha evidenziato il pericolo di una bulimia eucaristica che si scontra con un’anoressia caritativa e viceversa. Bisogna invece coltivare una sana inquietudine eucaristica che ci invita a riconoscere in Gesù il nostro essenziale nutrimento per vivere poi la comunione e la carità.
Le testimonianze
Meravigliose le testimonianze presentate nei vari luoghi dopo la relazione principale. Sono riuscita ad incontrarne due. Due famiglie meravigliose, due esperienze eucaristiche significative e necessarie perché accanto alla preghiera, alle riflessioni le testimonianze rendono concrete le parole così che si sente il buon profumo della fede attraverso la loro vita. Ne presento per ora una. L’altra merita un approfondimento a parte per la sua complessità e ricchezza.
Cristian e Isabella Di Sarzi Amade si sono sposati civilmente nel 2008 ma dopo un pellegrinaggio a Medjugorje desiderano dare al loro amore e alla loro famiglia il timbro di Dio. Si sposano in Chiesa nel 2014 e da lì comincia un’avventura con Dio che non potevano neanche immaginare. Cristian è un mastro panetterie e decide di dare la possibilità ad alcuni detenuti della Casa Circondariale di Mantova, di seguire un tirocinio nel suo laboratorio e apprendere così il mestiere per avere una possibilità concreta di reinserimento nella società civile una volta terminata la pena. Diversi detenuti hanno aderito alla possibilità negli anni, ed alcuni di questi sono stati assunti come dipendenti d Mantova Pane, una volta liberi. “Mi sento come un padre per loro anche se tante volte ho sperimentato il fallimento. E proprio nel fallimento ho compreso che i figli ci deludono, che noi non siamo perfetti. Ma esattamente come noi deludiamo il Padre celeste ma Lui continua ad amarci, anche noi siamo chiamati a fare altrettanto”.
Nel 2016 si presenta l’opportunità in collaborazione con la Casa Circondariale di Mantova e l’Associazione Libra Onlus di Mantova, di realizzare un panificio interno al carcere. Cristian si è occupato di tutto. Ad oggi 13 ragazzi sono stati formati direttamente in carcere ed hanno iniziato una nuova vita. Tra questi un giovane straniero che “ne aveva combinate davvero tante nella sua vita e che quando è arrivato da me per giorni è rimasto sulla sedia per ore a fissare il pavimento. Pensavo proprio che fosse un caso disperato e invece piano piano questo ragazzo si è aperto, ha cominciato a lavorare il pane, ad uscire dal suo stato di prostrazione e oggi è uno dei responsabili del panificio all’interno del carcere e lavoriamo gomito a gomito”. Si commuove Cristian quando mi parla di lui.
Insieme alla moglie Isabella ha individuato e acquistato il luogo adatto, una cascina con circa 2 ettari di terreno che sono adibiti a frutteti, vigneti, un campo di ortive, un campo di lavanda officinale ed una serra. Oltre ad essere l’abitazione di Cristian e della sua famiglia, servirà come punto di ristoro per chi fosse in stato di momentanea difficoltà, chiunque. “Ristoro in cambio di aiuto. Una ricetta perfetta per aiutare anche la sanità mentale delle persone”. Nella primavera scorso Cristian si è ammalato di polmonite, la situazione sembrava tragica e invece provvidenzialmente nel giro di otto giorni è completamente guarito ed è tornato dalla sua famiglia e dai suoi detenuti. Lui attribuisce la guarigione ad un intervento di Dio: “È Lui che vuole che continui per ora quest’opera”.
La Via Lucis
La giornata è continuata con una meravigliosa Via Lucis nello scenario dei Sassi di Matera. Un momento di preghiera molto suggestivo. Dalla chiesa rupestre dell’Idris la Via Lucis Eucaristica, che si è conclusa in piazza San Pietro Caveoso, dove è stato installato il crocifisso custodito nella chiesa di San Rocco e restaurato proprio per il Congresso eucaristico nazionale. Monsignor Erio Castellucci, vicepresidente della CEI nel suo intervento conclusivo ha sottolineato che : “Il Cammino sinodale trova il suo paradigma nella Celebrazione eucaristica, che è come un Sinodo concentrato: è un popolo radunato per riconoscersi peccatore – siamo peccatori in cammino –, per bagnarsi nella freschezza dell’ascolto di una Parola intramontabile, per rigenerarsi alla mensa del pane e del vino, per rinsaldare la fraternità, per intrecciare la vita quotidiana con “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” e con il pane che lo Spirito stesso rende Corpo di Cristo; un pane che la Chiesa, resa a sua volta Corpo dall’Eucaristia, deve spezzare con tutti – specialmente con i troppi Lazzaro esclusi dalle mense dei ricchi – se vuole essere fedele alla chiamata del suo Signore”.
L’Adorazione Eucaristica
In serata, dopo la cena presso le Tensostrutture in piazza della Visitazione, si è svolta l’Adorazione Eucaristica nelle Chiese del centro storico di Matera, animata dalle Associazioni e Movimenti laicali presenti in Diocesi: San Francesco d’Assisi (Cammino Neocatecumenale), San Giovanni Battista (Azione Cattolica), San Francesco di Paola (Rinnovamento nello Spirito) e Santa Chiara (Movimento dei Focolari). In silenzio, tra i canti e le meditazioni ma soprattutto in ginocchio abbiamo consegnato a Dio questa giornata e questa Chiesa riunita. È bello ritrovarsi, è bello riconoscersi, è bello soprattutto sentirci figli alla sequela dell’unico Maestro. Anche questo è un bel frutto eucaristico.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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