La storica sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti sull’aborto sta avendo risvolti forse inimmaginabili. Come sempre quando la verità emerge, illumina altri aspetti della vita sociale ed ecclesiale. La riflessione non solo è doverosa, è fondamentale. E abbraccia molti temi oltre quello dell’aborto ma credo che siamo tutti d’accordo che sugli altri, la possibilità per legge di sopprimere un figlio nel grembo materno, sia uno dei più importanti in assoluto, almeno tra quelli che si professano cattolici. In realtà anche per i non cattolici vale l’evidenza scientifica della vita nel grembo ma di questo possiamo parlarne un’altra volta.
Torniamo ai fatti di casa nostra. In questi giorni la speaker della Camera americana Nancy Pelosi è in visita in Italia per alcuni appuntamenti istituzionali ma soprattutto per incontrare i suoi parenti molisani. Si è sempre dichiarata cattolica ma a favore dell’aborto. Nel 2008, difendendo la sua tesi disse che “in quanto cattolica devota e praticante”, la Chiesa “non è stata in grado di dare quella definizione” di quando la vita inizia. Eppure, il Catechismo dice chiaramente: “La vita umana deve essere assolutamente rispettata e protetta fin dal momento del concepimento” e nel Magistero di tutti i Papa degli ultimi decenni, compreso quello di Papa Francesco, si condanna l’aborto come un grave peccato. Ma la Pelosi, come Biden, come tanti cattolici ignorano volutamente questi aspetti. All’indomani della sentenza della Corte, la Pelosi pubblicamente ha detto: “Questo per le donne è un tale insulto. È uno schiaffo in faccia alle donne che usano il proprio giudizio per prendere le proprie decisioni sulla loro libertà riproduttiva”. Più chiaro di così!
Ora non voglio entrare nella polemica che si è scatenata in questi giorni sul fatto che Nancy Pelosi sia venuta in Italia e si sia comunicata in san Pietro quando invece l’arcivescovo della sua diocesi, a San Francisco, l’aveva pubblicamente interdetta per le sue posizioni a favore dell’interruzione di gravidanza. Personalmente la divisione tra cattolici conservatori e progressisti mi dà un prurito esagerato. Resta però il grande problema: possiamo presentarci come cattolici ed essere poi favorevoli ad una pratica disumana e contraria alla vita come l’aborto? Possiamo oggi con le tecniche diagnostiche, la conoscenza dei metodi con cui si effettuano le interruzioni, il dolore delle donne dopo l’aborto, il pianto dei nascituri fatti morire sui tavoli delle sale operatorie, stroncati da una siringa sul cuore, o asfissiati prima che il loro corpo sia del tutto fuori da quello della madre, dire che l’aborto non è un’uccisione legittimamente approvata? E allora come possiamo da cattolici approvare tutto questo?
La Pelosi ha anche parlato della sua fede sia alla residenza dell’ambasciata americana in Vaticano, incontrando leader della Chiesa e ambasciatori, sia a un evento alla Comunità di Sant’Egidio. “La Speaker Pelosi si è dimostrata molto interessata al lavoro che la nostra comunità sta facendo relativamente ai corridoi umanitari. È molto preoccupata per i problemi che stanno affrontando con i flussi dei migranti ed è un’ipotesi che potrebbero prendere in considerazione”, ha detto il presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo. “Abbiamo parlato anche di pace, e la Speaker si è detta ovviamente preoccupata per l’attuale situazione, in particolare per le ripercussioni economiche, non solo in Europa ma anche in Africa”. “Nello spirito di San Francesco, che è il nome di Sua Santità e della mia città di San Francisco, vi ringrazio perché predicate il Vangelo, usando le parole ma non solo”.
Cara sorella in Cristo auguro anche a te di predicare il Vangelo non più con le parole ma con i fatti. Con le parole i cattolici come te creano solo confusione e smarrimento. Noi sappiamo che continuamente siamo in cammino e la conversione del cuore è parte integrante di questo cammino, così come il riconoscimento della vita nel grembo della donna. Abbiamo un unico Maestro, o no?
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