Dalla Disney la storia d’amore in salsa gender che convincerà tutti… grandi e piccini
Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare della saga di Toy Story. Simpatico, divertente, coloratissimo: l’ideale per la propaganda gender. Il cartoon si chiama “Lightyear – La vera storia di Buzz” e il personaggio è Alisha Hawthorne. Dopo averlo visto sarà impossibile non uscire dal cinema senza essere stati imbottiti di ideali gender.
Si chiama Lightyear – La vera storia di Buzz, ed è l’ultimo cartoon Disney da poco uscito al cinema ed è anche l’ultimo piccolo capolavoro della propaganda Lgbt. Il bacio gay? Una scena annunciata. Quello che forse si sapeva meno era la trama del personaggio di Alisha Hawthorne, che è protagonista di qualcosa di molto più rilevante d’un semplice bacio saffico.
La trama? Alisha è incontrata da Buzz in varie sequenze temporali che scandiscono numerose tappe: il fidanzamento lesbico, l’atteso bacio, la felice unione e poi la venuta al mondo, presumibilmente attraverso un processo di fecondazione artificiale, d’una nuova creatura, che diventa “figlia” della co-protagonista e di sua “moglie”. Una sequenza di non poco conto tesa a sdoganare non sono l’amore lesbo, ma anche l’omogenitorialità, argomenti forse fin troppo complessi per essere sottoposti (o forse sarebbe meglio dire propinati) a un pubblico di bambini.
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In altre parole, in Lightyear – La vera storia di Buzz non manca proprio nulla, tranne una cosa forse: la figura paterna. Ed ecco servita la storia d’amore in salsa gender che convincerà grandi e piccini e contribuirà a liquefare il modello di famiglia fondata sull’unione tra l’uomo e la donna, oltre al modello di genitorialità fondata sulle figure materna e paterna.Nulla di cui sorprendersi. La presidente della Disney General Entertainment Content, Karey Burke ha dichiarato di voler portare fino al 50% la quota dei personaggi arcobaleno dei cartoni della celebre casa di produzione. Lightyear dunque è solo un assaggio di quello che ci aspetta in futuro. L’ultima parola comunque spetta alle famiglie e sembra calzare a pennello, l’appello della Dottoressa Silvana De Mari, che in un’intervista ha detto: “Genitori boicottate cinema”.
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