Stories “Di fronte al tabernacolo, ho urlato contro Gesù tutta la mia rabbia” Autore articolo Di Cecilia Galatolo Data dell'articolo 2 Giugno 2022 Nessun commento su “Di fronte al tabernacolo, ho urlato contro Gesù tutta la mia rabbia” La storia di Laura scritta da C. Galatolo Oggi presentiamo la storia di Laura, una donna che si è trovata ad affrontare una gravidanza inattesa: il rifiuto totale, poi la tentazione di abortire e infine… la certezza di aver ricevuto un dono. Sono una donna di quasi 40 che sta per diventare madre come tante, ma per la terza volta. Se fino a un anno fa mi si diceva di avere un terzo figlio rispondevo: “Ho già una femmina e un maschio belli come il sole, un terzo deve essere un incidente grosso”. E quell’“incidente” c’è stato. Era circa la metà di settembre quando, sebbene al lavoro avessimo solo 10 pazienti, io percepivo tanta stanchezza nel mio corpo. Davo la colpa al cambio di stagione, alla scuola dei miei figli che era ricominciata da poco, a qualsiasi cosa… pur di non pensare ad un’altra gravidanza. D’altronde, usavamo anche delle precauzioni per evitare un altro bambino: non potevo certo essere in dolce attesa! Il 29 settembre, però, giorno in cui si celebrano gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, tornata dal dentista, all’ora di pranzo, faccio il test: solo per tranquillizzarmi ed escludere che fossi incinta. E, invece, il test è risultato positivo. In quel momento mi sono sentita crollare il mondo addosso: di avere un altro figlio non me la sentivo proprio. Mio Dio perché? Mi sono presa una settimana di malattia dal lavoro, avevo bisogno di prendere consapevolezza di quanto stava accadendo in me. Ho pianto per tre giorni e tre notti. Per due mattine consecutive mi sono recata in chiesa. Un’amica mi aveva detto: “Se hai un problema che non riesci a risolvere né da sola, né con l’aiuto di qualcuno, va’ in chiesa, davanti al tabernacolo, e parlane a Gesù che è lì”. Per me quel cuoricino che batteva, in quel momento, era un problema. Nessuno mi avrebbe sicuramente compreso e per quanto mi sentissi un po’ “stupida” sono andata davanti al tabernacolo. La prima mattina ho guardato il tabernacolo, gli ho raccontato quello che al momento era un problema gigantesco e non è successo nulla: sono uscita piangendo così come ero entrata. La seconda mattina sono andata e, stavolta, mi sono messa in piedi, proprio di fronte al tabernacolo a Gesù e gli ho urlato contro, un urlo dell’animo fatto senza fare rumore, gli ho sfogato tutta la mia rabbia: “Perché proprio a me quando ci sono tante coppie che cercano figli e non riescono? Non è giusto!” E, come un piccolo miracolo, ho visto la bocca di Gesù, dipinta su quel tabernacolo, aprirsi in un sorriso, un sorriso che mi ha aperto gli occhi su come quella piccola vita appena sbocciata nel mio ventre altro non era che un preziosissimo dono di Dio. I doni che Dio ci fa sono inaspettati e non sempre riusciamo a darne una spiegazione immediata. Leggi anche: “Dare voce a chi non ha voce”, l’appello del popolo per la Vita Dopo quel giorno davanti al tabernacolo sono iniziati anche i primi “colloqui” di coscienza con il demonio. Ho iniziato a pregare tanto, mentre il demonio era lì che mi sussurrava: “Dovresti fare i test per vedere se è sano, altrimenti rischi di mettere al mondo un disabile che sarà un peso per te e il resto della tua famiglia.” Oppure mi metteva questo pensiero: “Ma che ci fai con un altro figlio, in un mondo così difficile, poi? È così piccolo che se abortisci ora, non se ne accorge nessuno”. Voci che mi hanno tormentato per tanto tempo. Pregando, chiedevo a Gesù di illuminarmi su questa idea dell’aborto, su cui non avevo mai seriamente ragionato. Mi sono sentita rispondere: “Prenderesti una pistola e spareresti sulla folla ad uno sconosciuto? Come ti sentiresti? Questo piccolo sconosciuto, anche se ancora molto piccolo, ha già un cuore che batte, come hai il coraggio di ucciderlo?”. Questa esperienza mi ha fatto avere la consapevolezza che l’aborto quando è volontario è un vero e proprio omicidio. Si parla di aborto per alte probabilità di disabilità, ma mi viene da chiedermi: Come siamo arrivati a pensare che una vita è degna di essere vissuta e un’altra no? Immagino che la vita con un diversamente abile sia più complicata rispetto a un bambino normodotato: ci sono molte sfide in più da affrontare. Ma mi chiedo quanti genitori di disabili sono effettivamente così tristi come ci si immagina? Quanti di loro avrebbero rinunciato a quelle vite imperfette che gli sono state donate? Certo, è difficile entrare nel merito quando non si è coinvolti in prima persona, c’è anche da dire che spesso l’essere umano ha troppo orgoglio per farsi aiutare da Dio nell’affrontare i problemi e pensa sempre di essere solo. Non mi auguro certamente che mio figlio sia diversamente abile, ma questa gravidanza mi ha portato a pensare che affidando a Dio ogni sfida quotidiana, tutto si affronta e tutto si supera. Questo tempo che ho trascorso con gli altri miei due figli è stato certamente prezioso, un tempo che resterà nella memoria dei loro cuori. Ho trascorso un periodo di affetto e di gioco con loro, mentre guardavo la mia pancia crescere e sentivo il mio piccolo sempre più presente. Ho sentito ogni giorno di più i suoi calcetti e ho cercato di mettere in contatto lui con i due fratelli, facendogli ascoltare le loro voci e facendomi accarezzare la pancia, per far sì che sentissero il fratellino. Non scorderò mai gli abbracci e i baci al pancione dati dal mio secondogenito. Se in principio non volevo questo figlio, ora sono più che consapevole che è stato un grande dono d’amore da parte di Dio e della Madonna e non posso che dire GRAZIE a prescindere da tutto il resto. Ed ecco, ora sono pronta a vedere, conoscere, sentire il profumo, accogliere e AMARE il mio bambino. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag aborto, disabilità, gravidanza, maternità Cecilia Galatolo Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio. Visualizza archivio → ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? Per Paola Binetti sarebbe segno di speranza “Papà per scelta”: quando il sentimentalismo non lascia posto a un dibattito vero Il compleanno di vostro figlio, una tappa del viaggio della vita Chi è causa del suo mal pianga se stesso? La Vigna di Rachele non la pensa così… Ero ateo, sono sacerdote: mia madre pregava che trovassi la felicità “Prof, perché va a Messa, se insegna scienze?”. Io rispondo con la storia di Enrico Medi Quando c’è vera intimità? Quando vi donate davvero l’uno all’altra! Coinvolgere i figli nel bene: la nostra esperienza come famiglia in Caritas Cambia impostazioni cookie Close GDPR Cookie Settings Panoramica privacy Cookie strettamente necessari Cookie funzionali (player di Youtube e Spotify) Powered by GDPR Cookie Compliance Panoramica privacy Questo sito web utilizza i cookie per offrirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie vengono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili. Per ulteriori informazioni sui cookie utilizzati su questo sito leggi L'INFORMATIVA COOKIE Cookie strettamente necessari I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie. Abilita o Disabilita i Cookie Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie. Cookie funzionali (player di Youtube e Spotify) Questo sito Web utilizza i seguenti cookie aggiuntivi: (Elenca i cookie che stai utilizzando sul sito web qui.) Abilita o Disabilita i Cookie Attiva i cookie strettamente necessari così da poter salvare le tue preferenze!