Sette anni: questo è il tempo in cui Pietro Molla e Gianna Beretta hanno condiviso insieme, tra fidanzamento e matrimonio. Eppure, nonostante questa brevità, il loro amore ha raggiunto le vette della santità, è stato fecondo con la nascita di quattro figli ed è stato intenso come testimoniano le lettere tra loro.
Una vita piena perché abitata dal desiderio di Dio. Da giovane Gianna voleva raggiungere il fratello, padre Alberto, in Brasile per aiutarlo da medico nella sua missione a Grajau, nel sud dell’Amazzonia. C’era in lei una continua tensione verso Dio. Una sua amica, Enrica Parmigiani, ha testimoniato che Gianna in attesa di conoscere quale fosse la sua strada, di sposarsi o andare missionaria, soffriva anche fisicamente ma quando comprese la sua vocazione, la visse in pienezza, con gioia grande.
In una bella intervista di Elio Guerriero a Pietro Molla, il marito della santa confidava che era stata proprio Gianna a incoraggiarlo per il fidanzamento e poi per il matrimonio. Non erano più giovanissimi e Gianna desiderava una famiglia che fosse un cenacolo intorno a Gesù e tanti figli a rallegrarlo. È quello che emerge anche nelle lettere, stupende che lei scriveva a Pietro. Lettere che il marito dopo la sua morte ha benedetto “perché le parole possono essere dimenticate ma le lettere restano come memoria viva di quell’amore”. “Specie quelle del fidanzamento”, confida Pietro, che sono quelle nelle quali Gianna esprimeva il suo desiderio di vivere prima di ogni altra cosa, la sua vocazione al matrimonio.
Una volta ho incontrato Pierluigi, il primo figlio di santa Gianna, l’unico che si è goduto un po’ di più la mamma rispetto ai suoi fratelli perché quando è morta lui aveva cinque anni e gli chiesi in cosa consisteva secondo lui, l’eccezionalità della figura della madre e lui mi rispose: “La figura di mia madre è una figura di grande eroicità per la gente, però è anche un esempio di semplicità e di normalità, infatti nella vita quotidiana era una donna come tutte le altre. Mia madre non ha fatto cose straordinarie, non ha fondato conventi, ha soltanto vissuto in pienezza il suo ruolo di mamma, medico e moglie. Quando partoriva un figlio festeggiava mandando una grande fetta dei suoi risparmi a favore dell’ospedale in Brasile di mio zio Alberto. Questo era il clima che si respirava in casa Beretta, amore per la famiglia e il desiderio di avere tanti figli”.
Oggi nel 60° anniversario della sua nascita al Cielo e nell’anno centenario dell’inizio della sua vita terrena vogliamo ricordarla così: giovane, allegra, piena di vita, innamorata di Dio e di Pietro, madre meravigliosa per i suoi figlioli. Ringrazio Dio di essere diventata giornalista proprio in questa data. A Santa Gianna affido il mio lavoro e la mia vocazione.
Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento