Una proposta di matrimonio: quei soldati al fronte che sognano il domani nonostante tutto
Mentre il mondo assiste, sgomento, ad una delle tragedie più grandi della storia recente, segni di speranza e di amore vengono proprio dalla terra ucraina, dove, qualche giorno fa, un giovane militare ha fermato la fidanzata al checkpoint e inscenato un controllo solo per farle una proposta di matrimonio. Nonostante tutto la vita vince sull’amore.
“Questa è la guerra di Putin”. L’ho sentito dire tante volte, negli ultimi giorni. Sono in molti a sostenere che i giovani soldati, mandati a morire al fronte, altro non sono che “pedine” nelle sue mani: persone “sacrificate”, messe su un aereo o su un carro armato da un uomo che non ha alcun rispetto per la vita umana e il cui interesse è solo quello di soddisfare delle manie di grandezza. Quante vite spezzate, in sole due settimane! Quanti ragazzi, anche adolescenti, morti per colpa di questa inutile guerra… La prossima settimana vi proporrò una riflessione sul legame che c’è tra “purezza” e “pace”; cercheremo di capire perché imparare a vedere ogni persona come un fine e mai come un mezzo previene conflitti come quello a cui stiamo assistendo. Avrei dovuto farlo oggi, ma, ancora una volta, ho sentito la necessità di rivedere la mia agenda, per parlare di una storia che mi ha molto toccata. Una storia che ci ricorda come i soldati siano persone con un cuore e con dei sogni come tutti. Una storia che ci mostra la voglia di vivere e di pensare al futuro di tanti giovani costretti – nell’era del progresso… – ad imbracciare le armi.
Quei soldati al fronte che sognano il domani
Mentre il mondo assiste, sgomento, ad una delle tragedie più grandi della storia recente, segni di speranza e di amore vengono proprio dalla terra ucraina, dove, qualche giorno fa, un giovane militare ha fermato la fidanzata al checkpoint e inscenato un controllo solo per farle una proposta di matrimonio. È avvenuto a Fastiv, vicino Kiev, dove è stato immortalato questo momento di una dolcezza unica: un’auto viene fermata al checkpoint. Gli occupanti scendono e si mettono rivolti verso la macchina, con le mani sul tetto aspettandosi di essere perquisiti. Ma tra i soldati uno si fa avanti e con leggerezza tocca una ragazza. Lei si gira: è il suo fidanzato, che in tenuta mimetica si inginocchia e le porge un anello mentre in lontananza risuona una canzone. Tra le lacrime arriva il “sì”, gli applausi e l’abbraccio tra i due fidanzati. Stiamo parlando di un luogo devastato dalla morte e dalla paura, di un paese che non ha certezze sul suo futuro; di una nazione che è ostaggio della follia omicida di un dittatore. Tutti, pensando a loro, ci sentiamo col fiato sospeso, ci sentiamo impotenti e increduli. Certamente preghiamo, mandiamo viveri, e speriamo che tutto questo finisca, ma forse immaginiamo che la vita di quelle persone si sia fermata. Eppure, quel soldato si è inginocchiato davvero, per chiedere la mano della sua fidanzata, per dirle che vuole vivere e che desidera farlo con lei al suo fianco. E questo non è stato l’unico episodio che ci parla di un amore che sfida la morte. Mentre si fugge dalle bombe, la vita va davvero avanti e sono numerose le nozze celebrate in tempo di guerra, anche se la promessa di amore eterno rischia di essere più breve del previsto.
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La vita vince sulla morte
Finirà questo scempio. Taceranno le armi, come auspica il papa e come promette la stessa Parola di Dio (Isaia 2:4):
Ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri d’aratro,
e le loro lance, in falci;
una nazione non alzerà più la spada contro un’altra,
e non impareranno più la guerra.
Tornerà Cristo, in tutta la sua potenza, e stabilirà definitivamente il suo regno in mezzo a noi, come garantisce lo stesso Gesù (Matteo 24:30):
Apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo;
e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio
e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo
con gran potenza e gloria.
E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba
per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all’altro dei cieli.
Fino a quel momento, a noi non resta che scegliere la Vita. Oggi, un grande “Grazie” va a chi, anche a un passo dalla morte, ci ricorda che è possibile. Sempre e comunque.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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