Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Il commento
“Pregando, non sprecate parole” (6,7). Malgrado la sua estrema brevità questa preghiera contiene una straordinaria ricchezza. È sufficiente meditare una sola parola, una delle sette invocazioni che strutturano questa preghiera. Oggi propongo di soffermarci sull’ultima domanda che assume la forma di una supplica accorata: “liberaci dal male” (6,13). Questa invocazione accompagna la storia dell’umanità e mi sembra particolarmente adatta per interpretare questo tempo. “Liberaci”: si tratta di una preghiera, chiediamo a Dio di intervenire perché riconosciamo di non essere capaci. Lo chiediamo in forma preventiva, sapendo che tutto è nelle sue mani. Questa preghiera contrasta con l’atteggiamento dell’uomo contemporaneo che non chiede più nulla a Dio perché ritiene di essere capace di liberarsi dai mali che affliggono l’umanità. La storia della modernità è segnata dall’idea del progresso, dalla pretesa di poter poco a poco sconfiggere tutti i mali. È una visione prometeica. Non è solo un errore madornale ma rappresenta la tentazione primordiale, quella che origina e sostiene il male che invade la vicenda umana.
“Liberaci dal male”: non confondiamo il singolare con il plurale. Impossibile essere liberati dai mali della vita presente, ci piaccia o no, viviamo in mezzo alle preoccupazioni e alle angustie, sperimentiamo continuamente la mancanza, non abbiamo tutto quello che è necessario. Non possiamo fare tutto ciò che vorremmo fare. Al Signore chiediamo di liberarci dal male, cioè di trovare in Lui la capacità di affrontare le situazioni della vita, in modo da non cadere nell’abbraccio del male. “Il Signore libera i giusti da tutte le loro angosce” (Sal 33,7), dice il salmista. Chi si affida a Lui non cade nella disperazione. Quando ci troviamo o ci sentiamo immersi in una solitudine estrema i problemi appaiono come un muro insormontabile. Oggi chiediamo la grazia di affrontare la fatica e le battaglie della vita. È una preghiera che facciamo in modo tutto speciale per i fratelli dell’Ucraina.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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