A Torino inaugurato un bagno “gender neutral” in due licei

gender

Una iniziativa inclusiva, è stata definita così da quanti hanno esultato per l’introduzione del bagno “gender neutral” in due licei di Torino. Un servizio riservato a studenti “non binari”, ma chi pensa a quelli “binari”? 

Un bagno gender neutral per studenti “non binari”: non dovremmo scandalizzarci, in fondo è già successo ma in altre parti del mondo. Questa volta invece è accaduto a Torino. Il servizio per ragazzi “non binari” è stato realizzato, presso il liceo classico Alfieri. L’iniziativa è stata poi subito “copiata” dai colleghi del liceo Gioberti, sempre di Torino. Il simbolo inequivocabile è un pittogramma stampato sulla porta della toilette che rappresenta un uomo con indosso sia dei pantaloni sia una gonna e sarebbe stata proprio la preside, secondo la testimonianza di alcuni studenti, ad aver stampato l’immagine.

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“L’idea è nata per tutelare un uso dei servizi adeguato ad ogni soggettività che non rientri per forza nella ripartizione binaria di genere”, ha spiegato Martina Giro, 18 anni, rappresentante di istituto. Tutto molto bello, ma quanto sarà piacevole concepire un bagno in cui le studentesse donne (che potranno pure concepirsi “gender fluid” ma sempre donne rimangono) si trovino a condividere un tale spazio così “intimo” con studenti maschi, che per quanto a-gender, transgender, gender questioning, gender queer ecc si concepiscano, sempre maschi rimangono, con tutte le conseguenze (non solo quelle igieniche) del caso?

Chi pensa invece a tutelare tutti gli altri studenti? Quelli “binari” per intenderci? Sono adolescenti o poco più, che stanno attraversando un periodo difficile della loro crescita, fatta di scoperte, tempeste ormonali e desideri spesso smodati. Può essere educativo per loro? Oppure questo tipo di esperienze potrebbe generare confusione e caos? C’è da chiedersi inoltre, se è giusto che la Scuola si preoccupi di tutelare l’identità di genere di una parte dei discenti e tralasci invece tutti gli altri. 




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