Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,14-15)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
Il commento
“Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?” (9,15). Abbiamo cominciato la Quaresima con un solenne digiuno, icona di un più ampio impegno penitenziale. Il brano evangelico che oggi meditiamo invece chiede di indossare gli abiti della festa. A prima vista questo invito sembra contrastare con il clima austero di questo tempo liturgico. In realtà le parole di Gesù disegnano la cornice ideale nella quale dobbiamo rileggere la storia personale e collettiva. Annunciare che lo Sposo d’Israele è presente significa manifestare che si compie la promessa dei profeti (Is 54,5). La storia umana entra nella sua pienezza, come dirà l’apostolo Paolo (Gal 4,4). Non c’è e non ci sarà nel corso dei secoli un periodo più luminoso di quello in cui il Figlio di Dio fatto uomo ha camminato su questa terra. L’incarnazione del Verbo segna il tempo in cui la presenza di Dio si esprime nella sua forma piena. È questo il punto decisivo dell’avventura salvifica ma… l’annuncio è circoscritto da un’affermazione che contiene un preciso confine cronologico: “finché lo sposo è con loro” (9,15). Gesù invita a considerare i giorni in cui lo sposo sarà tolto, cioè sarà strappato via con violenza, la sua voce sarà soffocata: sono i giorni della passione. In quei giorni il digiuno assume un nuovo valore e significa, diventa necessario. Quei giorni sono i nostri, sono quelli che viviamo in attesa del suo ritorno glorioso.
L’alleanza nunziale che Gesù ha sigillato per mezzo del suo Sangue è una luce che risplende in ogni tempo della vicenda umana: lo Sposo è con noi, possiamo gustare la sua presenza sacramentale e bere al calice dell’Amore. E tuttavia la storia appare sempre avvolta dalla tenebre del male. Una verità amara che in questo tempo s’impone con violenza. Se per un attimo ci affacciamo nella stanza del nostro cuore, possiamo intravedere con dolore tutte quelle scelte che non corrispondono alla volontà di Dio, tutte quelle ombre che offuscano la luce di Dio. È una storia carica di imperfezioni. Il digiuno che oggi c’impegniamo a vivere sia fonte di purificazione.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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