Eucaristia “A Lanciano ho compreso cos’è davvero l’Eucaristia” Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 26 Ottobre 2021 Nessun commento su “A Lanciano ho compreso cos’è davvero l’Eucaristia” di Massimiliano Ammirati Cosa prova un giovane quando capisce cosa si nasconde nell’Eucaristia? Di seguito la storia di Elisabetta, giovane universitaria che a Lanciano, ha vissuto un’esperienza di fede molto forte: “Più che mai in quel momento ho sentito Gesù vicino a me e lì presente in mezzo a tutti noi”. Andare con gioia incontro alla gioia. È questo lo slogan che come catechisti di giovani e adolescenti della Fraternità di Emmaus abbiamo cercato di trasmettere fin dall’inizio di questo nuovo anno. Mi chiamo Massimo e insieme a mia moglie, Ilaria siamo catechisti dell’ambito giovani della Fraternità appunto. Il nostro è un Movimento ecclesiale di spiritualità coniugale e familiare che parla soprattutto agli sposi ma dedica grande attenzione ai giovani. Uno dei talenti che meglio caratterizza il nostro carisma è l’amore per l’Eucaristia e proprio per questo abbiamo deciso di vivere un anno speciale in cui guidare i nostri ragazzi verso una relazione più profonda con Gesù Eucaristia come ci insegna anche il Beato Carlo Acutis. In questo solco, abbiamo pensato di fare sosta a Lanciano dove è avvenuto il Miracolo Eucaristico e il 17 ottobre abbiamo vissuto un pellegrinaggio speciale. Sono trascorsi circa 1300 anni da quando una piccola ostia nelle mani di un sacerdote, che nel momento della consacrazione ha dubitato, è diventata un pezzo di carne. Non un punto del corpo qualsiasi ma la parte di un cuore umano che scientificamente si può considerare ancora vivo. A distanza di secoli il miracolo di Lanciano attira a sé tanti cristiani che soffermandosi dinanzi all’ostensorio che contiene il piccolo pezzo di cuore, pregano e si affidano a Dio in una venerazione profonda. Anche i nostri giovani lo hanno fatto ed è bello poter dire che non si sono scoraggiati dinanzi ad una sveglia che è suonata all’alba. Il pellegrinaggio è partito dalla Cittadella della Carità “Don Enrico Smaldone” ad Angri (SA), sede operativa della Fraternità di Emmaus, il viaggio è durato 4 ore. Dopo una Celebrazione Eucaristica intensa e ricca di spunti da parte di don Silvio Longobardi, fondatore e custode della Fraternità, abbiamo potuto soffermarci dinanzi all’ostensorio. Davanti a noi si è presentata una scena commovente dove gli occhi hanno fatto fatica a contenere le lacrime. Sia i giovani che gli adolescenti, erano tutti inginocchiati, con la testa bassa di chi sa di essere peccatore e bisognoso del suo amore. I loro corpi trasudavano una preghiera intensa, alcuni hanno pianto nel momento in cui hanno affidato le loro intenzioni. Erano così immersi in una preghiera profonda che hanno fatto fatica ad alzarsi per riprendere il viaggio di ritorno. Sono immagini che si imprimono nel cuore e che difficilmente l’usura del tempo potrà portare via, emozioni intense che solo la fede riesce a donare. Proprio per questo voglio lasciare la parola ad una delle ragazze che ha partecipato al pellegrinaggio e che, con cuore sincero, scrive la sua testimonianza. Leggi anche: “Durante la pandemia mi è mancata l’Eucaristia e ora me la voglio tenere stretta” «Mi chiamo Elisabetta e faccio parte della comunità giovani di Striano. Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sull’esperienza del pellegrinaggio a Lanciano, ma la verità è che quello che abbiamo vissuto e che ho vissuto io in prima persona è difficile da descrivere a parole. Quando meno te lo aspetti il Signore ti sorprende e ti chiama ad un nuovo inizio. In questo anno particolarmente improntato sull’Eucaristia, noi giovani e adolescenti siamo stati chiamati a partecipare a questo pellegrinaggio ed io con gioia ho prontamente risposto dando la mia adesione, forse senza capire fino in fondo ciò che avrei vissuto. Qualche giorno prima ci siamo preparati al pellegrinaggio con l’Adorazione e ricordo che in quel momento ho chiesto al Signore di poter vivere ancora di più in comunione con Lui. Arrivata la domenica, siamo partiti la mattina presto e già nel pullman abbiamo iniziato il pellegrinaggio con una catechesi di cui mi è rimasta in testa una domanda: “Facciamo di Gesù Eucaristia il fondamento della nostra vita?”. E la mia risposta è stata subito “Non lo so”. Nella vita di tutti i giorni “disperdo” il mio sguardo su tante cose ma spesso mi dimentico di dedicare anche solo pochi minuti del mio tempo al Signore. Sì, recito le mie preghiere, vengo agli incontri, resto fedele al patto eucaristico… ma questo significa realmente mettere Gesù al centro della mia vita? Dopo la catechesi Lucia ci ha spiegato tutta la parte scientifica riguardo il miracolo eucaristico di Lanciano. Adesso non saprei ripetere esattamente tutto ciò che lei ci ha detto ma quello che posso dire è che mi ha lasciata spiazzata. È normale che a noi che ci crediamo le prove non servono, ma sentire che ci sono delle spiegazioni evidenti, reali e inconfutabili collegate in maniera così perfetta tra di loro, non ha fatto altro che darmi conferme. E così ho pensato: ma di fronte a questa evidenza scientifica schiacciante, com’è possibile che ci siano persone che non credono? Arrivati a Lanciano ci siamo diretti al Santuario, abbiamo visitato la mostra e abbiamo partecipato alla Celebrazione, che non so spiegare come o perché ma ha avuto un sapore speciale. E poi eccoci qui, in preghiera dinanzi al Miracolo: eravamo tutti raccolti lì intorno, in silenzio, rivolti con gli sguardi verso il reliquiario. Più che mai in quel momento ho sentito Gesù vicino a me e lì presente in mezzo a tutti noi. La mia domanda, allora, era sbagliata: prima di pensare a cosa credessero gli altri, dovevo guardare me stessa. Quante volte ho dubitato della presenza di Gesù in quell’ostia? Quante volte mi sono accostata all’Eucaristia in modo superficiale? Quante volte ho dato per scontato ciò che il Signore ha fatto per noi? La nostra giornata è poi proseguita con il pranzo fatto di risate, chiacchiere e tanto tanto cibo. Stare insieme e condividere questa esperienza con i miei fratelli di comunità, i catechisti, gli altri ragazzi e i consacrati è stata la parte più bella. In questi momenti ti rendi conto di non camminare da solo, di crescere con i fratelli nella fede, di far parte di una storia importante. Cosa mi porto quindi da questo pellegrinaggio? Tanti sorrisi, ricordi ed emozioni ma soprattutto il desiderio di fare di Gesù Eucaristia il centro della mia vita, di ripartire da Lui ogni volta che mi sento abbattuta sapendo che solo Lui può donarmi la vera felicità. Fare di Gesù il centro della nostra vita è quanto ci prefiggiamo di realizzare ogni giorno. Ed è questa la grazia di fare parte di una grande famiglia che è la Fraternità di Emmaus». Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag giovani ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? Per Paola Binetti sarebbe segno di speranza “Papà per scelta”: quando il sentimentalismo non lascia posto a un dibattito vero Il compleanno di vostro figlio, una tappa del viaggio della vita Chi è causa del suo mal pianga se stesso? 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