Educazione digitale Genitori e social media, la parola chiave è “realismo” Autore articolo Di Stefania Garassini Data dell'articolo 2 Ottobre 2021 Nessun commento su Genitori e social media, la parola chiave è “realismo” di Stefania Garassini Come gestire i social? Quanti sono i genitori che si sono posti questa domanda almeno una volta? Gli atteggiamenti spaziano dalla paura all’ottimismo acritico, ma la risorsa giusta è solo una: usare i social media con sano realismo. Lo dice anche il New York Times. Quello tra genitori e social media è un rapporto difficile, dove tendono a prevalere atteggiamenti estremi: da una parte rifiuto totale e paura e dall’altra ottimismo spesso acritico. L’atteggiamento giusto sarebbe invece quello di un sano realismo, che parta dal modo in cui noi per primi usiamo questi strumenti: con difficoltà, ammettiamolo, sia nel capire come trarne il meglio, sia nel disciplinarci e farne un utilizzo moderato. Da questa premessa risulterebbe molto più facile individuare le principali difficoltà che anche i bambini e i ragazzi devono affrontare ed essere realmente di aiuto nel loro percorso alla scoperta del mondo digitale, senza paura di porre troppi limiti o regole. Alcune notizie di quest’ultimo periodo giustificano del resto un atteggiamento più che prudente. Il Wall Street Journal ha pubblicato una serie di documenti interni di Facebook (proprietaria di Instagram), secondo i quali l’azienda sarebbe stata al corrente dei possibili problemi causati dall’uso di Instagram, in particolare il 32% delle adolescenti che si sentono male nel proprio corpo stanno molto peggio usando il social e in generale l’immagine corporea peggiora per una ragazza su tre che utilizza l’app. Inoltre tra i giovani che hanno riferito pensieri suicidi il 13% degli utenti britannici e il 6% di quelli americani avrebbero ricondotto il desiderio di uccidersi proprio all’utilizzo dei social delle foto. Negli Usa la pubblicazione ha scatenato un dibattito molto acceso e tra l’altro ha avuto come immediata conseguenza quella di indurre Facebook a bloccare il progetto di Instagram Kids, una versione del social per ragazzini sotto i 13 anni, cui stava lavorando da alcuni mesi. Leggi anche: Dopo gli ultimi casi di cronaca, cosa è stato fatto per proteggere i minori online? L’effetto di tali notizie non dovrebbe essere quello di spaventare ancora di più i genitori presentando i social media come un mondo irto di pericoli e da cui stare alla larga. Piuttosto, sono la conferma che si tratta di un ambiente difficile, che richiede cautele e gradualità nell’accesso. A darci una mano interviene l’autorevole New York Times, che in un articolo uscito proprio in questi giorni prende sul serio le inquietudini dei genitori e offre alcuni consigli, improntati proprio a quel realismo, oggi quanto mai necessario. Si tratta di indicazioni che chi legge questa rubrica abitualmente ben conosce, ma che può essere utile riprendere e farne anche oggetto di vostri interventi e discussioni. Eccoli: 1) Non andare da “zero a 100”. Piuttosto che dare a tuo figlio uno smartphone e lasciargli scaricare tutti i social che vuole, comincia con i messaggi al migliore amico o a un cugino su un dispositivo familiare condiviso. 2) Niente social sotto i 13 anni. Il Children’s Online Privacy Act (la legislazione americana che tutela la privacy dei minori) vieta alle aziende di raccogliere dati online da bambini di età inferiore a 13 anni. 3) Stabilisci limiti di tempo. Quando decidi che i tuoi figli sono pronti per avere il proprio smartphone, non lasciarglielo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Rimuovi telefoni, tablet o altri dispositivi elettronici dalla camera da letto di tuo figlio di notte, e di giorno imposta altri limiti di tempo. 4) Considera la possibilità di un telefono che non si colleghi a internet. 5) Aiuta i tuoi ragazzi a capire e curare il loro feed sui social. Parla con loro dei profili che seguono. Che ne pensate? Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag genitori, Social media Stefania Garassini Stefania Garassini, insegnante di Editoria Multimediale, Content Management e Digital Journalism all’Università Cattolica di Milano, collabora con il mensile Domus e con il quotidiano Avvenire ed è presidente di Aiart Milano, associazione nazionale che opera nella formazione a un uso consapevole dei media. Autore di "Dizionario dei new media" (Raffaello Cortina Editore, 1999) autore di "I nuovi strumenti del comunicare" (con Gianfranco Bettetini, Barbara Gasparini, Nicoletta Vittadini) (Bompiani, 2001) autore di "Digital Kids", guida ai migliori siti web videogiochi e cd rom per bambini e ragazzi (Raffaello Cortina, 2001) e di "Smartphone. 10 ragioni per non regalarlo alla prima Comunione (e magari neanche alla Cresima)", (Ares, 2019). Curatore di "Clicco quindi educo. Genitori e figli nell'era dei social network", (Ets, 2018). Visualizza archivio → ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? Per Paola Binetti sarebbe segno di speranza “Papà per scelta”: quando il sentimentalismo non lascia posto a un dibattito vero Il compleanno di vostro figlio, una tappa del viaggio della vita Chi è causa del suo mal pianga se stesso? La Vigna di Rachele non la pensa così… Ero ateo, sono sacerdote: mia madre pregava che trovassi la felicità “Prof, perché va a Messa, se insegna scienze?”. Io rispondo con la storia di Enrico Medi Quando c’è vera intimità? 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