Amicizia “La regola dell’amico” davvero non sbaglia mai? Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 31 Luglio 2021 Nessun commento su “La regola dell’amico” davvero non sbaglia mai? di Mariagiovanna e Pierluigi Beretta Il massimo dell’amicizia e dell’eros lo si può trovare dunque nel matrimonio, fedele, indissolubile e aperto alla vita, a tal punto che si fa riferimento al concetto di amicizia coniugale. Essa è la più speciale e completa forma di amicizia, e trova pieno compimento anche nel linguaggio del corpo e della sessualità. «La regola dell’amico non sbaglia mai / se sei amico di una donna non ci combinerai mai niente, mai non potrai / rovinare un così bel rapporto» (883, “La regola dell’amico”, 1997). In questa estate del 2021 le radio commerciali italiane sono in preda ad una febbre da revival anni ‘90: non passa giorno in cui non ci si imbatta in almeno una vecchia canzone degli 883, fenomeno musicale che ha fatto da colonna sonora per una parte di coloro che erano adolescenti o giovani nell’ultimo decennio del secolo scorso. La spiegazione di questa insistenza è presto detta: recentemente è stato pubblicato il libro Max90, nel quale Max Pezzali, anima della band, racconta ai lettori le vicende, le persone e gli oggetti che fornirono ispirazione per i testi dei suoi successi degli anni ‘90. E in queste settimane il cantante pavese è in tour per l’Italia con le stesse canzoni di cui parla nel libro. Un’operazione promozionale come tante, dunque. Anche per noi, adolescenti negli anni ‘90, le canzoni degli 883 risuonano familiari e le ascoltiamo sempre con piacere. Tuttavia, il loro ascolto a distanza di anni risuona molto diverso: non possiamo non notare in quei testi una irriducibile distanza tra la modalità di relazione maschile-femminile che viene narrata, e quella che abbiamo imparato ad apprezzare e a testimoniare negli anni della nostra età adulta. E ci siamo chiesti: davvero “la regola dell’amico non sbaglia mai”? O il sesso o la vita! Il ritornello di questo tormentone estivo spiega già, senza troppi giri di parole, il messaggio che vuole lasciare: «se sei amico di una donna, non ci combinerai mai niente», pensano Max e i suoi amici del bar, dove il “combinare” è inteso come “portarsela a letto” (o almeno fare cose), avere dei rapporti sessuali. Il termine “amico” sembra riferirsi al fatto di avere un minimo di conoscenza personale, o forse più semplicemente al fatto di far parte della compagnia del bar. Sembra quindi che il nucleo del problema sia l’incompatibilità tra conoscenza affettiva o personale, e l’intimità fisica: il sesso è una cosa, la relazione invece con una persona “intera” è tutt’altra cosa, e questi due aspetti non possono andare d’accordo. Anche in altre canzoni degli 883 di quegli anni, più o meno conosciute, i protagonisti si trovano a vivere un’insormontabile difficoltà, quasi una minaccia, che può suonare così: “o il sesso o la vita!”. O la ragazza, con la quale i punti in comune fuori dalle lenzuola sono quasi sempre insufficienti, o la compagnia del bar, unico ambiente in cui si trovano a loro agio senza sforzo. L’aspetto drammatico è che non sembrano avere a disposizione alcuno strumento per risolvere questo dilemma davvero esistenziale. Non si tratta solo di canzoni: questa incapacità di armonizzare l’amicizia e la sessualità la vediamo drammaticamente viva in molti nostri coetanei, giunti ormai all’età pienamente adulta senza essere entrati in una relazione affettiva esclusiva e duratura. Per questa mancanza di strumenti nel gestire le relazioni, molti uomini e donne hanno speso e spendono le loro migliori energie per eccellere nella professione o in un hobby, ma tornano a casa alla sera sempre soli, senza nessuno che li aspetti se non, in alcuni casi, la mamma. Il Cantico dei Cantici: eros e amicizia si abbracciano Dalla rilettura delle canzoni pop ci siamo ritrovati in un punto morto riguardo ad amicizia e sessualità. Come uscirne? C’un altro canto che parla di questi temi, e potrebbe darci uno spunto; più precisamente, si tratta di un cantico, o meglio, del Cantico. Il Cantico dei Cantici è uno dei libri che fanno parte della Bibbia, cioè quei libri che secondo i cristiani rivelano agli uomini e alle donne di ogni tempo il progetto di Dio su di loro: il Cantico, in particolare, è da leggere come la carta costituzionale dell’amore umano come era nella mente di Dio all’origine. Si tratta di un libro indubbiamente erotico, che descrive il cercarsi ed il ritrovarsi di un uomo e di una donna innamorati e promessi sposi, l’un l’altra attratti dalla vista e del pensiero dell’amante. «Le parole d’amore, pronunciate da entrambi, si concentrano dunque sul “corpo”, non solo perché esso costituisce per se stesso sorgente di reciproco fascino, ma anche e soprattutto perché su di esso si sofferma direttamente e immediatamente quell’attrazione verso l’altra persona, verso l’altro “io” – femminile o maschile – che nell’interiore impulso del cuore genera l’amore». (Giovanni Paolo II, Catechesi del 30 maggio 1980) Tuttavia, nel chiudere il suo canto di meraviglia per la bellezza del corpo della sua sposa, lo sposo esclama «Tutta bella tu sei, amica mia», e poi ancora, «Tu mi hai rapito il cuore, sorella mia, sposa». Non solo dunque, usa il termine amica, ma osa addirittura rivolgersi alla sua amata come sorella: dunque, secondo la rivelazione di Dio, l’eros e l’amicizia sembrerebbero andare a braccetto. Ma fino a che punto? La vera regola dell’amico Il pensiero cristiano più autorevole ed autentico, da sempre, ha visto e sottolineato il rapporto inscindibile tra eros ed amicizia, esattamente come si intuisce dal Cantico dei Cantici. Joseph Ratzinger, nella sua prima lettera come papa Benedetto XVI, sembra rivolgersi direttamente a Max Pezzali per smontare la sua “Regola dell’amico”, avvertendo che quando l’eros e l’amicizia «si distaccano completamente l’uno dall’altra si profila una caricatura o in ogni caso una forma riduttiva dell’amore.» (Benedetto XVI, Deus Caritas Est, 2005) Uno dei massimi maestri del pensiero cristiano, Tommaso d’Aquino, chiarisce ulteriormente il concetto e dà un’indicazione concreta sul “luogo dell’incontro” tra sessualità ed amicizia: «L’amicizia quanto più è grande, tanto più è ferma e duratura. Ora tra marito e moglie appare esserci la massima amicizia: essi, infatti, non solo sono uniti dall’atto della copula carnale, che anche negli animali è in grado di stabilire una soave comunanza, ma per un consorzio di totale comunione» Il massimo dell’amicizia e dell’eros lo si può trovare dunque nel matrimonio, fedele, indissolubile e aperto alla vita, a tal punto che si fa riferimento al concetto di amicizia coniugale. Essa è la più speciale e completa forma di amicizia, e trova pieno compimento anche nel linguaggio del corpo e della sessualità. Quale amicizia? Qualcuno potrà obbiettare che le cose dai tempi degli 883 si sono evolute. Ed è vero! Oggi, anche tra gli adolescenti, si associa tranquillamente il termine “amicizia” all’esercizio del sesso: i trombamici sono un fenomeno diffuso, per cui un ragazzo e una ragazza si accordano per raggiungere una reciproca soddisfazione sessuale, senza la richiesta di un impegno affettivo. Qual è la nota stonata in questo? Ad essere onesti, quanto descritto è una vera e propria cacofonia; ma la nota che ci sembra stonare di più è l’uso della parola “amicizia”. Di che amicizia si parla in questo caso? La si può veramente definire amicizia? Ci sembra opportuno quindi rimandare al prossimo articolo per completare la nostra esplorazione del mondo dell’amicizia: capire cos’è davvero l’amicizia e perché è conveniente nel rapporto uomo-donna. .Augurandovi buone vacanze, vi diamo appuntamento alla fine di agosto! Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: La preghiera sincera ti salva il matrimonio: la storia di Anna e Filippo “Noi, portate in pellegrinaggio dai santi Martin”: quattro suore si raccontano “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? 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