24 agosto 2021

24 Agosto 2021

Discreta insistenza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,45-51)
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Il commento

Da Nazaret può venire qualcosa di buono?” (1,46). Le parole di Filippo non convincono Natanaele, la sua reazione contiene un po’ di supponenza e tanti pregiudizi. Eppure accetta l’invito dell’amico e decide di incontrare Gesù. Non lo convince solo l’insistenza, discreta e ferma, ma anche la gioia che intravede nei suoi occhi e nelle sue parole. D’altra parte Filippo non si ritira dinanzi all’iniziale scetticismo, persevera con ostinazione perché sa che quell’annuncio è più importante di tutte le legittime resistenze.

La Chiesa deve ritrovare la gioia dell’annuncio. Non basta la testimonianza silenziosa, non basta praticare le virtù sociali comuni a tutti come la rettitudine e l’onestà, la solidarietà e la condivisione. Ai cristiani viene chiesto altro: “Andate e annunciate” (Mc 16,15). Gesù chiede di manifestare esplicitamente la fede. Non come un’astratta dottrina ma come un’esperienza che veste di gioia la nostra vita. Proprio come Filippo: “Abbiamo trovato Colui di cui hanno parlato Mosè” (1,45). Non parla di qualcosa che ha sentito da altri, racconta la sua personale esperienza. L’annuncio diventa così una comunicazione amicale, semplice ed eloquente. Non dobbiamo attendere di avere mezzi o risorse né spetta a noi giudicare preventivamente la disponibilità delle persone. Ci basta sapere che lo Spirito è sempre all’opera, prepara i cuori e attende il nostro impegno per portare a termine la semina. A metà del Novecento il filosofo Benedetto Croce diceva che non possiamo non dirci cristiani. Oggi accade il contrario, anche i cristiani si vergognano di presentarsi come tali nei vari ambiti della vita pubblica; nascondono la fede, come se non fosse un elemento decisivo. Chi si comporta così contribuisce a rendere indifferente il cristianesimo. “Non vi obbligo a credermi, ma non posso che rispondervi dicendo quello che ho visto e udito”, così rispondeva Bernadette Soubirous, la veggente di Lourdes, a chi manifestava scetticismo. Alla scuola di questa Santa, umile e determinata, chiediamo di essere testimoni coraggiosi e credibili.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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