6 agosto 2021

6 Agosto 2021

In noi abita la luce

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,2-10)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elìa con Mosè e conversavano con Gesù.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.
Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Il commento

Rabbìè bello per noi essere qui!” (9,5). L’improvvisa irruzione del Mistero genera un comprensibile disagio ma anche una sensazione di benessere che Pietro esprime con la sua consueta sincerità. Le sue parole sono una provocazione, un invito a rileggere la nostra esperienza di fede. La Trasfigurazione, infatti, ricorda che, malgrado il deficit che ogni giorno sperimentiamo, siamo stati redenti, la nostra vita è tutta immersa in un mistero che supera ogni nostra capacità di comprensione. In noi abita la luce di Dio. “Fatti non foste a viver come bruti”, scrive Dante. Dovremmo saperlo e invece assai spesso lo dimentichiamo, specie quando sentiamo il peso delle responsabilità. È bene perciò ricordarlo più spesso, a noi stessi e agli altri. Gli impegni e gli affanni della vita non devono soffocare la coscienza di essere figli di Dio, infinitamente amati e “predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo” (Rm 8,29).

Ogni giorno dobbiamo ringraziare il buon Dio perché riveste i giorni terreni con la sua presenza amorevole. Ogni giorno dovremmo ripetere le parole dell’apostolo: “…, è bello per noi stare qui!”. E dobbiamo farlo anche se le circostanze non sono sempre favorevoli, anche quando sono avverse. È così che Teresa di Lisieux vive la sua fede. All’inizio dell’ultimo anno della sua giovane vita, malgrado la malattia che consuma il suo fragile corpo, confessa la sua gioia: “Così fiduciosa vivo / e amo la notte come il giorno” (P 45, 3). La luce di Dio non impedisce alle ombre di farci visita e qualche volta di avvolgerci nella più totale oscurità. Gesù sembra giocare a nascondino… sono le spine dell’amore. Oggi vi invito a ringraziare il buon Dio per tutte le persone che, a vario titolo, ci hanno donato la luce di Dio: i genitori che ci hanno accompagnato negli anni della crescita e ci hanno donato il latte della fede; e tutti coloro che ci hanno fatto gustare quanto sia bella e feconda la vita di coloro che scelgono di essere discepoli di Gesù. Chiediamo la grazia non solo di custodire la luce ma anche di diventare testimoni della luce.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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