CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Nove figli e tante risorse. Una famiglia diversamente normale

26 Luglio 2021

neonato

Pixabay

Cosa vuol dire oggi essere una famiglia numerosa? Ve lo spiego attraverso la lettera di Simona: “Siamo tanti è vero e, come tutti ci dicono, amici e familiari, è difficile pensare a tutti. Quello che gli altri non sanno né possono immaginare è che, proprio perché siamo in tanti, abbiamo anche tante risorse”.

Cari amici, 

nella cornice liturgica dei santi Gioacchino ed Anna, i genitori della Vergine Maria, voglio condividere la vicenda di una famiglia normale, anche se agli occhi degli altri appare eroicamente diversa perché hanno accolto il dono della vita con una generosità che supera di gran lunga i canoni comunemente accettati. Una famiglia che ha nove figli. L’ultima è nata agli inizi di luglio. 

Una famiglia d’altri tempi, direbbe qualcuno. E invece è una famiglia del nostro tempo. Una mamma a tempo pieno? No, una mamma che vive con grande passione il suo lavoro di insegnante. Una famiglia senza problemi economici? Nient’affatto, come tutte le altre famiglie – e più delle altre – deve far fronte a tante e diverse necessità. Una famiglia credente. È questo forse il segreto. Una famiglia che non misura la vita con il successo ma con la fede. Che ha rinunciato a tante cose ma ha dato ampio spazio alla relazione, sia quella che unisce i coniugi sia quella che permette ai genitori di tessere un costante dialogo con i figli. Che non è rimasta chiusa tra le mura domestiche ma partecipa attivamente alla vita della comunità ecclesiale. Una famiglia che qualche volta si scoraggia dinanzi ai mutamenti di una cultura che cambia le regole del gioco ma trova in Dio la sua forza. Una famiglia tanto diversa da quella che in genere incontriamo ma in fondo eroicamente normale. 

La vita di una famiglia non si misura con il numero dei figli ma un’accoglienza generosa della vita è segno di una fede che si sottrae ai diktat culturali del nostro tempo. Questi sposi sono convinti che dare tutto ai figli non significa riempirli di cose ma rivestirli di amore. In fondo, è questa la prima e più necessaria risorsa di cui tutti hanno bisogno. Ne hanno bisogno in modo particolare i nostri figli, condizionati da una cultura sempre più impregnata da un individualismo che chiude l’uomo nella casa dell’io. Al contrario, l’amore che si riceve in famiglia genera la coscienza della responsabilità e della condivisione, fa crescere la disponibilità e il servizio. La famiglia diventa così la culla di una nuova umanità, quella che vive e comunica il Vangelo. 

Sembra una bella favola. Si tratta invece di una consolante realtà. E chissà quante altre famiglie vivono con la stessa passione per il Vangelo ma non fanno notizia. Il bene non è interessante perché scomoda il lettore o lo spettatore, lo costringe a uscire dagli schemi di una vita piacevole e senza ideali. La testimonianza coniugale e familiare che oggi vi consegno non è un modello ma una salutare provocazione per tutti gli sposi. Ciascuno trovi la sua strada ma ricordate che non tutte le vie conducono alla meta ultima, a quell’eterna beatitudine che dovrebbe essere l’orizzonte in cui scrivere le pagine della nostra vita. Ai santi sposi Gioacchino ed Anna affidiamo le gioie e le speranze delle nostre famiglie. Un caro saluto. 

Don Silvio 

Leggi anche: Un cammino a due. Torniamo alle radici

Buongiorno don, 

scusa il ritardo della risposta, sono stati giorni molto intensi, dopo il giuramento Lorenzo è tornato un po’ a casa. Il termine della gravidanza è il 25 luglio, ma il dottore ha già detto che mi farà partorire nella prima decade di luglio. Adesso sto molto meglio, ma gli ultimi due mesi sono stati abbastanza faticosi anche a causa di altri problemi che hanno scombussolato il mio organismo, già piuttosto fragile. Rendo grazie a Dio che mi ha fatto incontrare un bravo medico che è riuscito a darmi la terapia efficace per rimettere tutto a posto. 

La gioia per una vita che arriva è accompagnata dalla gioia dei figli già cresciuti e di quelli che vedo crescere. Otto figli sono tanti! Ogni giorno ci troviamo a fronteggiare diverse e molteplici situazioni e a volte sembra che qualcosa ci sfugga. Quando poi mi fermo e rifletto comprendo la grazia che il Signore ci ha donato. Non è facile né scontato, con ciascuno dei figli bisogna avere la capacità di rispondere in ragione di quello che stanno vivendo e in relazione alle scelte che devono fare, piccole o grandi, contingenti o decisive. Lorenzo ormai ha spiccato il volo, cammina, anzi corre verso la piena autonomia ma il ruolo di un genitore non è finito, anzi dobbiamo imparare ad essere sempre presenti e vigilanti anche se da lontano. 

Quando il primogenito va via, per seguire la strada che Dio ha previsto per lui, impariamo ad apprezzare ancora di più i figli rimasti a casa, cercando di non perdere tempo in cose o chiacchiere inutili e impegnandoci a migliorare la qualità della relazione. Non è mai stato facile ma oggi lo è più di ieri, mi sembra più difficile rispetto a vent’anni fa. Il contesto sociale è cambiato notevolmente e accresce la fatica del compito educativo. Almeno così pare a noi. È facile sentirsi smarriti dinanzi ai molteplici mutamenti del nostro tempo, a volte abbiamo l’impressione di non saper orientare i figli in un’epoca in cui tutto cambia velocemente, troppo velocemente. Ma abbiamo la certezza che il Signore non ci abbandona, la sua presenza conforta e dona la forza per affrontare ogni cosa con pazienza e amore. 

In quanto genitori cerchiamo di fare tutta la nostra parte. Anche i figli fanno altrettanto. Ogni componente della famiglia fa la sua bella parte, specie quando si tratta di venire incontro al fratello che ha più bisogno. Siamo tanti è vero e, come tutti ci dicono, amici e familiari, è difficile pensare a tutti. Quello che gli altri non sanno né possono immaginare è che, proprio perché siamo in tanti, abbiamo anche tante risorse. 

Quando vedo i figli crescere e partecipare con responsabilità alla vita della famiglia, trovo grande sollievo. E ringrazio il buon Dio per il mal di schiena e le notti insonni, per le fatiche e le preoccupazioni. Non avrebbe potuto darmi una vita più bella di questa: piena di amore. Consumarsi lavorando per il Cielo, solo questo chiedo: che questi figli diventino riflesso dell’Amore di Dio per quello che Lui vorrà. Grazie anche a te per la premura con cui nutri il nostro cammino di sposi. A presto. 

Simona




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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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1 risposta su “Nove figli e tante risorse. Una famiglia diversamente normale”

Ringrazio GESU’ che mi dà la GIOIA di leggere , cosi di conoscere ,FAMIGLIE e situazioni famigliari
non facili, come, non facile è anche la mia!
RINGRAZIO GESU’ e MARIA !! GRAZIE.

Giovanna

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