24 luglio 2021

24 Luglio 2021

Il ministero della pazienza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,24-30)
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo:
«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”.
E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».

Il commento

Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio” (13,30). La prima parabola (13, 1-9) sottolinea tutti i limiti e gli ostacoli che impediscono al seme di portare frutto; e chiede perciò di essere vigilanti e combattivi. La seconda chiede invece di esercitare l’arte della pazienza. Non è ancora il tempo del raccolto ma quello della crescita. La mietitura è affidata agli angeli: loro sanno distinguere il grano e la zizzania e possono dunque separare secondo giustizia. Noi non siamo angeli. E possiamo perciò sbagliare, nel tentativo di sradicare la zizzania eliminiamo anche il grano. Avere pazienza, tuttavia, non significa coltivare l’indifferenza nei confronti del male né comporta una sorta di equidistanza, come se bene e male avessero lo stesso valore. Una tale confusione è un male in se stessa. Gesù avvisa i discepoli non solo che la zizzania esiste ma spiega che è un male perché è stata seminata dal nemico. La Chiesa ha il compito di identificare il grano e la zizzania, specificare cioè i frutti che nascono da Dio e quelli vengono dal maligno. Se il ministero della verità non viene svolto con efficacia, se tutto diventa indistinto, il male finisce per prevalere. Una Chiesa che non sa più riconoscere tempestivamente i sintomi del male, favorisce la diffusione della zizzania. Una Chiesa che non chiama il male con il proprio nome favorisce la diffusione del contagio. Peggio ancora se trasforma il male in bene.

La Chiesa è chiamata a fasciare le ferite dell’umanità ma non può rinunciare al compito di manifestare tutta la verità di Dio. Se il medico non comprende la causa e la gravità del male, offre rimedi inutili e dannosi perché non danno la cura necessaria e permettono alla malattia di amplificare i suoi effetti negativi. Annunciare la verità del Vangelo non significa scagliare le pietre della condanna. Quella verità ferisce anche noi perché tutti sperimentiamo la fragilità e tutti abbiamo bisogno della misericordia. Oggi chiediamo la grazia di liberarci dal male che si annida in noi e di accompagnare con amore i fratelli che camminano con fatica.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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