6 luglio 2021

6 Luglio 2021

Giudizi diversi

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,32-38)
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».

Il commento

E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare” (9,33). Non è solo uno dei tanti prodigi compiuti da Gesù, la guarigione del muto è il decimo segno, l’ultimo di quelli che l’evangelista ha narrato in questa sezione (8,1 – 9,34). Come dieci sono le parole che Dio consegna a Mosè, così Matteo riporta dieci miracoli. In questo modo ricorda che la storia di Dio passa attraverso eventi che diventano parole. “Non si è mai vista una cosa simile in Israele!” (9,33):  Lo stupore della folla non riguarda soltanto l’ultimo fatto ma fa riferimento a tutta l’opera taumaturgica. Il verbo greco [phaínō, dalla radice phōs] significa risplendere, potremmo tradurre così: “Non è mai apparsa una luce così splendente”. In quei segni la gente riconosce la luce di Dio. Non tutti la pensano così. I farisei danno un giudizio completamente diverso: “Egli scaccia i demoni per mezzo del principe dei demoni” (9,34). Lo stesso segno genera due reazioni radicalmente differenti, due diverse e contrastanti interpretazioni. Lo stesso segno può suscitare ammirazione ed entusiasmo e determinare una sincera adesione a Gesù; ma può anche provocare irritazione e rifiuto, generando un’opposizione ancora più violenta. 

La conversione non dipende solo dalla nostra testimonianza, i santi hanno illuminato tanti ma non hanno convinto tutti. Nessuno mette in dubbio la santità di Padre Pio e tuttavia la sua vita, se da una parta ha attirato tante folle, dall’altra ha suscitato una dura opposizione negli ambienti ecclesiali, vi sono persone che, malgrado tutto, lo hanno ritenuto un imbroglione. Tutto questo non deve scoraggiare né farci ritenere inutile vivere eroicamente il Vangelo. Ma non dobbiamo farci illusioni. La nostra testimonianza di vita è solo una provocazione che interpella la coscienza degli altri. La conversione del cuore dipende da tanti altri fattori. Seguendo il Maestro, cerchiamo di manifestare la fede in opere e parole, impegniamoci a farlo con passione e convinzione, senza pretendere che tutto questo possa automaticamente generare la conversione delle persone che amiamo. Restiamo fedeli in attesa dei miracoli che speriamo di vedere.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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