Vaccino
Servirà a qualcosa il sacrificio di Camilla?
di Simona Riccardi
Non è semplice esprimere pareri contrari. Guai a esprimere dubbi che immediatamente l'etichetta "negazionista", "complottista", "oscurantista" viene appiccicata come un nastro argentato sulla bocca di chi osa sollevare obiezioni. È il modo più semplice per mettere a tacere chi esce fuori dal coro. Ma la morte di Camilla e di altri come lei chiede delle risposte di senso.
Cara Camilla,
servirà davvero il tuo sacrificio? Ti sei immolata per i tuoi coetanei sull’altare della scienza, di quella scienza che nel corso dei secoli e della storia, è stata costantemente messa in discussione per raggiungere nuove conquiste e che invece oggi è osannata come il Dio in terra. Guai a esprimere dubbi che immediatamente l’etichetta “negazionista”, “complottista”, “oscurantista” viene appiccicata come un nastro argentato sulla bocca di chi osa sollevare obiezioni. È il modo più semplice per mettere a tacere chi esce fuori dal coro. Ma chi si arroga il diritto di parlare a nome della scienza a che titolo lo fa? Porta sempre a sostegno delle proprie affermazioni solide prove? Perché le voci contrarie che pure si levano da fonti autorevoli e che cercano di metterci in guardia dai possibili rischi (soprattutto per bambini e adolescenti) non trovano adeguato spazio nel contraddittorio?
I dati statistici sui giovanissimi parlano chiaro. Questa malattia che per gli adulti può essere devastante, soprattutto se curata male e tardi, per loro si manifesta, nella peggiore delle ipotesi, come una semplice influenza grazie al sistema immunitario estremamente efficiente. E non provate neanche a dire che possono trasmetterla agli adulti (che hanno la facoltà, se lo ritengono opportuno, di proteggersi con il loro personale “scudo”) perché fino a prova contraria anche la persona che ha ricevuto il siero magico può ugualmente trasmettere il “mostro invisibile”. Per un rischio derivante dalla malattia pari a zero in cambio, più che un beneficio pressoché inesistente, abbiamo un maleficio in forma di miocarditi, trombosi e altri eventi avversi che nessuno può escludere a priori. Che senso ha tutto questo?
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Ci sarebbero tante cose da dire ancora, cara Camilla, ma torniamo a te… Ti capisco, ti sei fidata, hai voluto abbracciare l’ancora di salvezza che ti veniva offerta. Forse volevi riprenderti quella libertà che ti spettava per diritto di natura, quel pezzo di vita che ti era stato tolto. E lo hai fatto nel solo modo che gli adulti, “quelli che i giovani li dovrebbero proteggere”, ti hanno indicato. Lo hai fatto con una scappatoia pensata già prima di creare la prigione. Con l’unica strada che pareva percorribile perché l’abile pifferaio magico non te ne ha fatte vedere altre. Un suono dolce che ti restituiva la memoria delle corse a perdifiato tra i campi quando ancora nessuna maschera, il fiato, dono di Dio, poteva togliertelo. Un suono che ha preso il ritmo sostenuto delle serate in discoteca con gli amici che forse oggi, dopo il tuo sacrificio, si troveranno i tuoi magnifici occhi dinanzi ai loro, prima di prendere una decisione così importante. Ci penseranno su due volte prima di correre a un open day che a dispetto del nome sa tanto di fregatura, di gabbia, di trappola.
Purtroppo non sei la sola ad ammonirci. Insieme a te ci sono anche Alessia di 24 anni, Lorenzo di 22, Carlo di 24 e gli altri che non sono balzati al “disonore” della cronaca televisiva e per i quali la correlazione dovrà ancora essere accertata. Molti di noi pagheranno non solo per avervi consegnato con leggerezza a uno studio che è tuttora in fase sperimentale, per avervi ricattati con il miraggio del ritorno alla libertà, per non avervi protetti come avremmo dovuto, ma anche per aver taciuto di fronte allo scempio che comincia a profilarsi.
Cara Camilla, spero davvero che il tuo sacrificio serva a qualcosa.
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