CORRISPONDENZA FAMILIARE

È opportuno anticipare la Prima Eucaristia?

14 Giugno 2021

A che età è possibile accostarsi alla Mensa eucaristica? Don Silvio risponde ad una madre: “Mi chiedi se è opportuno anticipare la Prima Eucaristia. Io dico di sì e lo dico con piena convinzione. Antonietta Meo, oggi Venerabile, morta a 6 anni e mezzo, ha ricevuto l’Eucaristia a 5 anni. Santa Gianna Beretta Molla aveva 5 anni e mezzo. L’opera della grazia è immensa”.

Cara Giulia, 

la tua lunga e bellissima lettera mi ha permesso ancora una volta di entrare nel tuo vissuto e in quella storia che Dio sta realizzando con la tua famiglia, piccola e luminosa chiesa domestica. 

Nelle tue parole vedo l’impegno sincero e costante di vivere ogni cosa nella luce di Dio. Tuo marito dice che sei una donna contemplativa e io non stento a crederlo, in effetti le cose che scrivi sono lo specchio della tua anima, il riflesso di quello che Dio realizza nella tua vita. Tutto questo mi rallegra molto e mi invita, ancora una volta, a ringraziare il Padre celeste per tutte le meraviglie che Lui compie quando incontra la disponibilità dei suoi figli. 

Prima di entrare negli argomenti che mi hai proposto, voglio farti notare quanto sia indispensabile la presenza di una comunità di sposi con i quali condividete l’esperienza della fede. E quanto siano in pericolo quei battezzati che, pur sinceramente impegnati, camminano da soli. La vita presenta non pochi ostacoli, alcuni sono imprevisti e tali da soffocare le migliori intenzioni. È facile fermarsi a metà strada o tornare indietro. È facile anche smarrire la via. La comunità, invece, non solo nutre costantemente con la Parola di Dio ma è fatta di amici che s’impegnano a camminare insieme nelle vie di Dio e diventano così un visibile sostegno gli uni per gli altri. La comunità è come un insieme di fili che, ben intrecciati dallo Spirito, diventano una rete che custodisce la fede di ciascuno. Rendete grazie a Dio per questo dono e preoccupatevi di coltivare la comunione fraterna.

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Leggo con grande gioia quello che scrivi del tuo primogenito. Le tue lettere mi fanno pensare a santa Zelia [Zelia Guérin, la mamma di santa Teresa di Gesù Bambino, ndr]. Come lei, anche tu descrivi minuziosamente gli eventi della vita domestica e riporti frammenti del vostro dialogo educativo. Tutto questo è segno di quella premurosa attenzione che ogni mamma cerca di coltivare, anche se la frenesia degli impegni e del lavoro toglie oggettivamente spazio all’opera di discernimento. Nelle tue parole c’è di più, emerge quell’attitudine contemplativa che ti porta a scrutare con amore geloso nelle pieghe dell’esistenza nel tentativo di intravedere i segni che Dio semina nella sua anima. Ed è comprensibile! Tu desideri vederlo crescere nella luce di Dio. Per questo cerchi di individuare fin d’ora tutti quei segni che riflettono in lui l’azione dello Spirito. Anche Zelia avrebbe voluto vedere nelle figlie, fin dalla più tenera età, un chiaro orientamento di fede. È lo stile delle mamme sante. 

Il tuo amore di madre non offusca lo sguardo al punto da nascondere i lati critici. Sei costretta a constatare che, malgrado le buone intenzioni, Francesco è un fanciullo ancora attaccato a se stesso. Quello che tu vedi in lui è la lotta che ognuno di noi deve affrontare quotidianamente per far emergere la luce di Dio. Siamo tutti chiamati a contrastare l’egoismo innato e l’istintiva tendenza a fare solo ciò che piace. Non è facile per nessuno condividere con gli altri quello che ci appartiene. È un combattimento continuo. Se vostro figlio vedrà, in voi genitori, buoni testimoni, imparerà ad avanzare verso la luce. L’insegnamento è sempre utile e necessario ma oggi non è più decisivo. Se la vostra vita parla di Dio, sarà più facile per lui scegliere di camminare nelle vie di Dio. Se il vostro amore cammina nei sentieri della gratuità, comprenderà che la vita non è possedere ma donare.

Mi chiedi se è opportuno anticipare la Prima Eucaristia. Io dico di sì e lo dico con piena convinzione. Antonietta Meo, oggi Venerabile, morta a 6 anni e mezzo, ha ricevuto l’Eucaristia a 5 anni. Santa Gianna Beretta Molla aveva 5 anni e mezzo. L’opera della grazia è immensa. La tua richiesta nasce dal fatto che vorresti dargli la possibilità di ricevere il Pane eucaristico ma non lo vedi abbastanza maturo. Chi di noi è maturo? Se volessimo misurare la fede di tanti giovani che chiedono le nozze, dovremmo rimandare molti. Forse che quando vi siete sposati vi sentivate pronti a capaci di affrontare tutte le responsabilità del matrimonio e della famiglia? Quando ho ricevuto il sacramento dell’Ordine, malgrado gli anni di formazione, non posso dire di essere stato abbastanza maturo per una grazia così grande. Ci siamo affidati alla bontà di Dio. Da quello che scrivi, ritengo che questo bambino è abbastanza maturo per la sua età, il resto lo farà il Signore con la vostra collaborazione. 

I genitori hanno una grande responsabilità e talvolta devono prendere decisioni non facili che coinvolgono anche i figli. In questo caso, lasciate decidere a lui. A partire dalla vostra esperienza, fategli capire che ricevere Gesù Eucaristia significa fare alleanza con Lui e diventare suoi amici. Spiegategli come coltivare l’amicizia con il Signore, ovviamente nelle forme e nei tempi adatti alla sua età. Se le vostre parole mettono nel cuore il desiderio, diventeranno seme che farà germogliare una scelta. La fede cammina nei sentieri della libertà. A voi genitori il compito di mostrare con i fatti che vivere in compagnia di Dio è la premessa per fare della vita una bella avventura. Quel Gesù che nella prima giovinezza ti ha affascinato, non ti abbandona e accompagna i tuoi passi. In Lui ti abbraccio. 

Don Silvio




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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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