18 marzo 2021

18 Marzo 2021

L’uomo guardi a san Giuseppe | 18 marzo 2021

La figura dell’uomo e della donna e il loro ruolo specifico all’interno della coppia, della famiglia e della società negli ultimi decenni è profondamente cambiato. Assistiamo ad una vera e propria crisi dell’identità maschile e femminile. I ruoli si fondono fino a confondersi. I fenomeni che caratterizzano questa deriva sono sotto gli occhi di tutti: è aumentato il culto dell’immagine e di una visone narcisistica di se stessi (vedi come e cosa si pubblica sui profili social delle persone); c’ è una ricerca esasperata di emozioni ad ogni costo (per cui la relazione umana è stata scomposta, sviscerata, sto con te fino a che mi dai emozioni, dopodiché ti scarico) e infine la rinuncia alla propria identità e al proprio ruolo di maschio e femmina, di padre e di madre, la rinuncia alla responsabilità che l’essere uomo e donna comporta a favore di un’assoluta fluidità dei ruoli e anche dell’identità stessa. Per cui io scelgo di esserci e basta, non scelgo di esserci con o esserci per.

Questo profondo cambiamento culturale si evidenzia in modo particolare nel voler mettere da parte tutto quello che è maschile e che in qualche modo rimanda all’idea di patriarcale, di forza, di autorità. Se solo vogliamo dare un’occhiata alle tante serie televisive oggi in voga, dovremmo renderci conto che i media svolgono una vera e propria denigrazione nei confronti del mondo maschile. Non si tratta di ostilità femminista nei confronti degli uomini piuttosto di un processo culturale nel senso che la società tende ad identificarsi più con i valori tipicamente più femminili, la soddisfazione dei bisogni, l’immagine, l’apparire. Non so forse perché questi valori fanno girare più l’industria dei consumi. È chiaro che un uomo che fa uso di cosmetici anche lui apporta un beneficio economico ma in ogni caso le parole che contengono padre, come patriarcale, paternalista sono usate in senso negativo mentre le parole matriarcale, o più in voga maternage sono presentate in senso positivo o perlomeno percepite più positivamente.

La ricaduta di questo relativismo, sul piano antropologico si è tradotta in un livellamento delle differenze. Vogliamo una omologazione dell’uomo e della donna a tutti i livelli, nel lavoro, nella Chiesa, nella relazione, nel sesso, nella generazione di un figlio, nell’educazione di quel figlio. Ora noi cristiani dobbiamo porci qualche domanda. Dobbiamo cercare di uscire o quantomeno di provare a comprendere il ruolo dell’uomo e della donna nel progetto di Dio. Perché, chi restituisce all’uomo e alla donna la bellezza delle origini, chi svela la bellezza della differenza? Gesù. Egli dà all’uomo e alla donna, la possibilità di uscire dall’empasse tra l’assolutizzazione della differenza che porta all’individualismo e l’assolutizzazione della unità, non intesa come complementarietà che porta all’omologazione.

Il cammino dall’individualismo alla complementarietà è un cammino sempre presente dove si intrecciano tre diverse dimensioni che dobbiamo sempre tenere ben unite nell’uomo come nella donna: essere figlio, sposo e padre. Questi tre aspetti li vediamo condensate in modo mirabile in san Giuseppe. Alla vigilia della sua festa, contemplando per nove giorni la sua figura ho potuto rendermi di quanta bellezza e di quanta ispirazione gli uomini possono trovare nel grande Patriarca.  Lo sguardo che siamo chiamati ad avere nei confronti dello sposo di Maria è uno sguardo carico di fede, illuminato dallo Spirito. Solo così anche la devozione che è un impeto di affetto sincero e bello nei confronti di san Giuseppe si illumina e trova la sua ragione e il suo senso più opportuno.

Un dato più di tutti vorrei sottolineare. Dio sa che può osare con Giuseppe perché egli era un uomo giusto. Un uomo che cercava sinceramente la volontà di Dio. E Dio può parlare perché trova un terreno fertile. Trova un uomo che mette la volontà di Dio prima dei suoi desideri. Dio sa che può chiedere a Giuseppe di offrire tutto: i suoi sogni, i suoi desideri di paternità nella carne, i suoi progetti. Questo significa essere discepoli del Cristo. Lasciarsi attraversare dalla volontà di Dio, lottando anche contro la propria umanità ribelle. Chiediamo a Dio la grazia per tutti gli uomini di saper rispondere come san Giuseppe.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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