L’aborto, il drago infuriato che sta facendo guerra alla donna…
Come rispondere alla cultura della morte che si fa strada soprattutto attraverso l’aborto? In una società dove l’immagine apocalittica del drago che vuole divorare il bambino appena partorito dalla donna si fa sempre più concreta, l’unica risposta possibile è: la preghiera.
L’ultima battaglia sarà quella contro la famiglia, contro la vita e per colpire la vita e la famiglia si colpisce la donna. La profezia dell’Apocalisse della Donna vestita di sole con “una corona di dodici stelle” che “stava per partorire” e dell’“enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna” che si pone “davanti alla donna per divorare il bambino appena nato” si sta realizzando. Il drago è infuriato contro la donna, come dice l’Apocalisse, e le sta facendo guerra spietatamente.
Alla guerra contro la donna e la vita nascente, rispondiamo con la buona notizia della vita che crea la cultura della vita. Si è da poco celebrata la 43° Giornata per la Vita, il 7 febbraio scorso, e desidero riportare una campagna, quella di FederVitaLombardia-APS (la Federazione dei Centri e Movimenti per la Vita della Lombardia) che sembra adatta a “combattere il drago” e diffondere la civiltà dell’amore.
Si tratta della campagna “Adotta un monastero”. Ogni Centro e Movimento per la Vita della Lombardia è invitato ad “adottare” un monastero, o un convento, femminile o maschile, affinché preghi in maniera costante per la vita nascente; per i bambini nel grembo materno affinché possano essere liberi di nascere; per le madri perché possano essere libere di accoglierli ed essere sostenute e rispettate nella loro femminilità anche durante la gravidanza e la maternità; per i padri perché si uniscano nell’accoglienza; per le madri che hanno abortito perché accolgano il perdono e si perdonino, per tutti coloro che direttamente o indirettamente spingono, obbligano, incoraggiano una donna ad abortire il proprio figlio invece che starle accanto ed aiutarla. Per i governati perché facciano leggi per la vita, infine, per tutto il popolo della vita, perché continui a portare avanti la cultura della vita nella sua pienezza.
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Perché solo la preghiera può vincere il drago, che è la violenza di questa società contro la vita e contro la donna, l’assuefazione e l’indifferenza di tanti di fronte all’aborto, all’eutanasia, alla morte di embrioni, alla maternità surrogata… In sostanza i CAV-MPV adottano un monastero/convento, affinché il monastero adotti loro.
Tra il monastero/convento e i CAV-MPV si stabilirà dunque una sorta di “adozione spirituale” fatta di preghiera. Questa campagna è stata preceduta da un gesto simbolico, voluto dal Direttivo di FederVita Lombardia: l’omaggio a 12 monasteri femminili di clausura lombardi (almeno uno per diocesi) dell’abbonamento annuale al Sì alla Vita, la rivista del Movimento per la Vita Italiano.
Dodici come le stelle della bandiera dell’Unione Europea, quella che vorremmo unita sui valori, a partire dalla difesa della vita e della dignità dell’uomo, dal concepimento alla morte naturale. Ma anche come le stelle che compongono la corona della Vergine Maria, madre per eccellenza, e aurora del mondo nuovo a cui san Giovanni Poalo II ha affidato la causa della vita.
La campagna durerà un anno intero. In pochi giorni già 7 Monasteri, quasi tutti di clausura, si sono attivati per pregare per la vita (le Visitandine e le Clarisse Cappuccine di Brescia, ancora le Visitandine di Salò, le Clarisse di Bergamo, le Clarisse di San Silvestro-MN sono “felicissime di adottarci e di essere adottate”, le Suore Adoratrici di Crema, il Santuario di Collevalenza di Madre Speranza collegato al CAV di S. Benedetto Po’). Alcuni per la verità erano già attivi come le Suore Adoratrici che ogni lunedì fanno un rosario per la vita.
Ecco di fronte a tanta fragilità umana, che il Covid sicuramente ha messo in luce, la preghiera e la contemplazione sono un’arma potente (forse l’unica) affinché la vita vinca. E se «la prima sfida è quella della vita», come disse san Giovanni Paolo II nel suo ultimo discorso pubblico, il 10 gennaio 2005, a pochi mesi dalla morte, noi la raccogliamo. Lanciamo, attraverso la contemplazione, quella rivoluzione culturale, proposta con insistenza da Carlo Casini, che pone come prima pietra del nuovo umanesimo il concepito, uno di noi. Una rete di monasteri per la vita di sicuro cambia il mondo.
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