Covid Quello che numeri, statistiche e tabelle non dicono sul Covid… Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 7 Gennaio 2021 Nessun commento su Quello che numeri, statistiche e tabelle non dicono sul Covid… di Michela Giordano Dall’inizio della pandemia i cittadini si sono abituati a cercare le tabelle con i numeri, andando a spulciare la riga che più interessa: i contagi nazionali, oppure quelli regionali e provinciali. È sembrata una buona idea, all’inizio: i numeri non mentono; definiscono i contorni della crisi e contribuiscono a farsi un’idea della sua evoluzione. Quello che le cifre non raccontano sono le persone e le loro storie. L’ultima tendenza, in fatto di comunicazione ai tempi del Covid, è il “report”. Raccontare la pandemia attraverso i numeri è un must, per chiunque si occupi di comunicazione. Sulla scia degli aggiornamenti quotidiani della Protezione Civile, non c’è resoconto che non parta dalle cifre. Ha cominciato, nei primi mesi dell’emergenza, il capo dipartimento, Borrelli, le cui conferenze stampa, alle 18.00, erano il nuovo “carosello” della tv: tutti incollati allo schermo, per sapere come procedesse il diagramma dei contagiati. Una modalità di racconto imitata, in breve, dagli organi di informazione, i blog, gli influencers più seguiti, che hanno rispolverato i rudimenti algebrici del liceo, per tentare di porre a portata di un solo clic il racconto della pandemia mondiale. Nella bolgia di parole, i cittadini si sono abituati a cercare le tabelle con i numeri, andando a spulciare la riga che più gli interessa: i contagi nazionali, oppure quelli regionali e provinciali. È sembrata una buona idea, all’inizio: i numeri non mentono; definiscono i contorni della crisi e contribuiscono a farsi un’idea della sua evoluzione. Quello che le cifre non raccontano sono le persone e le loro storie. Dei morti sappiamo “quanti” ma non “chi”; dei contagiati, la “percentuale differenziale”, non il “come”. Abbiamo visto le foto delle “file” alla Caritas, ma non guardato i volti di chi chiedeva un tozzo di pane. Leggi anche: Come aiutare gli adolescenti a vivere l’era della pandemia? Tra i molti nervi scoperti determinati dal Covid, la povertà è quello di cui si parla meno: ammettere le “file” implica un riconoscimento dell’incapacità dello Stato di fronteggiarle e, allora, è meglio ridurle ad una delle “cifre” del racconto. Asettiche. Impersonali. Ma le statistiche generano romanzi, a saperle interpellare. Nel periodo che va da maggio a settembre 2020, nell’immediato post lockdown, le strutture della Cei che promuovono solidarietà concreta hanno registrato +45% di accessi “nuovi”, rispetto al +31% degli stessi mesi del 2019. Il picco nelle grandi città, Milano, Roma, Napoli, che hanno fatto raggiungere la soglia record di 450mila “primigenie” richieste di aiuto. Numeri censiti dalla Conferenza dei Vescovi italiani nel Rapporto 2020 su povertà ed esclusione in Italia. Numeri che possono raccontare. Basta porre le domande giuste. Una. Chi sono, questi nuovi poveri? Innanzitutto, donne, le più penalizzate dal lockdown. Mamme, lavoratrici precarie, messe in ginocchio dal blocco e dalla necessità di stare a casa con i figli; un esercito di “invisibili” che, ogni giorno, prima del Covid, fuori da ogni tutela legale, pulivano case e scale condominiali, accudivano anziani o malati, facevano le commesse in negozio. E, poi, padri, separati e non, liberi professionisti o partite iva, precari o disoccupati, cui la pandemia ha sottratto le occasioni di guadagno “alla giornata”. I numeri, interrogati, raccontano di migliaia di capifamiglia, in fila per generi alimentari o un aiuto per le bollette, così da poter considerare falsate le cifre dei contatti, laddove 1 non vale 1, ma almeno 3, padre madre e figlio. Estremamente sottovalutata, nell’analisi dei numeri, la crescente richiesta di aiuto per l’aspetto formativo dei figli. Se, da una parte, la diffusione dei telefoni cellulari è da considerarsi capillare, è anche vero che esistono ampie sacche di popolazione non in grado di garantire la fruizione delle lezioni a distanza delle scuole. Non basta internet. Occorre anche un altro tipo di connessione, di tipo mentale. Richiede sforzi in termini di risorse, spazi, attrezzature, supporto domiciliare, per impegnarsi pienamente. Un danno incalcolabile alle possibili eccellenze di domani. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag Covid, Pandemia, povertà ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: La preghiera sincera ti salva il matrimonio: la storia di Anna e Filippo “Noi, portate in pellegrinaggio dai santi Martin”: quattro suore si raccontano “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? Per Paola Binetti sarebbe segno di speranza “Papà per scelta”: quando il sentimentalismo non lascia posto a un dibattito vero Il compleanno di vostro figlio, una tappa del viaggio della vita Chi è causa del suo mal pianga se stesso? La Vigna di Rachele non la pensa così… “Life skills”: strumento per combattere e prevenire le dipendenze nei giovani Ero ateo, sono sacerdote: mia madre pregava che trovassi la felicità Cambia impostazioni cookie Close GDPR Cookie Settings Panoramica privacy Cookie strettamente necessari Cookie funzionali (player di Youtube e Spotify) Powered by GDPR Cookie Compliance Panoramica privacy Questo sito web utilizza i cookie per offrirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie vengono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili. Per ulteriori informazioni sui cookie utilizzati su questo sito leggi L'INFORMATIVA COOKIE Cookie strettamente necessari I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie. Abilita o Disabilita i Cookie Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie. Cookie funzionali (player di Youtube e Spotify) Questo sito Web utilizza i seguenti cookie aggiuntivi: (Elenca i cookie che stai utilizzando sul sito web qui.) Abilita o Disabilita i Cookie Attiva i cookie strettamente necessari così da poter salvare le tue preferenze!