31 dicembre 2020
31 Dicembre 2020
L’abito del credente, la moda del prossimo 2021 | 31 dicembre 2020
di Giovanna Abbagnara
È stato un anno speciale, straordinario, un anno da ricordare. Un anno da guardare con gli occhi della fede per non smarrire le meraviglie nascoste nelle pagine di dolore. Dio scrive, interpella l’uomo, lo chiama alla responsabilità. Non sempre rispondiamo adeguatamente ai suoi appelli. Non sempre sappiamo trasformare in opportunità il tempo della crisi.
Siamo più abituati a lamentarci, a ribellarci, a proiettarci nel futuro dimenticando le prove e gli insegnamenti. Siamo cercatori di una felicità apparente. Atarassici nell’anima. Pensiamo che stare bene, stare in pace significhi assenza di cose e persone negative, assenza di turbamento, assenza di dolore, assenza di persone che ci fanno soffrire, assenza di malattie.
Custodire la vita è un sacrosanto diritto al quale tutti dobbiamo aderire ma stiamo bene attenti perché in questa difesa a oltranza della nostra salute stiamo perdendo di vista il senso pieno della esistenza, il significato profondo dell’essere al mondo. Se c’è qualcosa che certamente porterò con me nel bagaglio della vita per questo anno è proprio la capacità di stare nella storia con l’abito del credente. Basta chiacchiere e belle parole. Questa vita bisogna abitarla da credenti, credibili possibilmente. Ho abbastanza anni per riconoscere le mie fragilità e le mie debolezze. A differenza del passato le guardo in faccia senza provare più turbamento. Ho imparato a chiedere perdono e a consegnarle alla misericordia di Dio. È l’unico che può cavare qualcosa di buono da me. Mi fido di Lui. Non a parole. Mi fido davvero. Ho consegnato tutto a Lui: desideri, sogni, affetti, figli… So che fino alla chiamata finale, devo continuare a consegnare senza trattenere nulla.
Più mi esproprio delle mie attese, più Lui le ricolma delle sue benedizioni. Una frase su tutte mi ha accompagnato in questo anno e ha gettato una luce su molti avvenimenti anche del mio passato. È del teologo tedesco Dietrich Bonhoeffer: “Dio non esaudisce i nostri desideri, ma realizza le sue promesse”. Quanti desideri sono rimasti nel cassetto dei sogni! Oggi so che i miei desideri devono coincidere con la volontà di Dio. Solo chi fa la sua volontà è beato. Felice.
Ho avuto paura in questo anno? Tantissima. Mi sono sentita sola in questo anno? Moltissime volte. Ho perso qualcuno quest’anno? Sì, due persone per me molto importanti. Perché allora continuo a benedire Dio? Perché Egli “ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione, con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio” scrive Paolo ai Corinzi.
Ieri sera ho riletto il quaderno che ho iniziato a scrivere il 9 marzo 2020, il primo giorno che il premier Conte ordinò la chiusura generale in tutto il Paese. Ho riletto lo smarrimento e la paura iniziale, il lutto per la perdita di mia suocera, il dolore per la prima domenica senza Eucaristia, le domande senza risposta, le suppliche innalzate al cielo, la memorabile sera del 27 marzo, la prima volta che ho fatto il pane in casa, la via crucis nel giardino di casa, la celebrazione della Pasqua sulla soglia della porta della parrocchia, il cielo e le stelle che ho imparato a riconoscere con il binocolo dal mio studio. E poi il lavoro, instancabile, quotidiano, preciso, senza mai una sosta. Anzi ho intensificato. Ogni settimana inventavo una storia per i bambini per spiegare loro il Vangelo della domenica e poi alle famiglie offrivo un momento di preghiera da vivere il sabato sera, gli articoli, le testimonianze…
Mi sentivo un soldato in trincea. Ero lì per fare la mia parte, scrivere, donare qualche consolazione, ricordare l’essenziale. Insomma quello che sapevo fare. Ognuno partecipa al grande progetto di Dio facendo esattamente quello che sa fare. Quando avevo qualche momento di smarrimento, chiedevo a Dio di donarmi qualche persona che aveva bisogno di consolazione, così puntuale arrivava qualche telefonata. Non ho mai pensato di avere in tasca ricette preconfezionate. So che in certi momenti della vita l’importante è esserci nella vita dell’altro. Semplicemente.
Il dono più grande è stato, dopo 15 giorni di privazione, la grazia di poter partecipare a Messa quotidianamente. Insieme ad una cara amica ogni sera grazie alla disponibilità del nostro parroco, eravamo lì sulla soglia. Non ci era permesso entrare, restavamo fuori ma al momento della santa Comunione dall’altare il sacerdote veniva sulla porta e attraverso le cancellate ci permetteva di comunicarci. Ogni volta guardavo estasiata la scena. Mi sembrava di rivivere proprio quel passo del Cantico dei Cantici quando si dice: “Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline. L’amato mio somiglia a una gazzella o ad un cerbiatto”. Quale grazia poterlo ricevere in quel silenzio assordante fatto di paura e di distanze.
Stare a casa, avere più tempo per osservare le persone che ami, la natura, ha affinato molto il mio orecchio interiore regalando alle persone e al tempo che scorre una luce nuova. Questa rubrica nasce proprio da questa consapevolezza che dobbiamo imparare a guardarci e a guardare le persone e gli eventi della nostra vita con gli occhi della fede. Tutto acquista un senso e un valore se lasciamo che l’amore di Dio avvolga di significato il tempo di questo mondo perché lo proietta nella luce dell’eternità liberandoci da zavorre e pesi inutili.
Benedico dunque questo 2020! Il mio oroscopo per il 2021 è molto semplice: custodire la fede nell’anno che verrà e per il tempo che Dio vorrà. La moda per il prossimo anno? L’abito del credente, pieno di strappi ma anche di rammendi fatti con amore dal Padre. Dieta da seguire? Celebrazione eucaristica quotidiana. Fitness appropriato? Adorazione e rosario passeggiando. Per tutto il resto… c’è la sua misericordia. Mi sembra un buon programma. Chiedo solo di restare fedele.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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