testimonianze

Io ho scelto l’Eucaristia

La storia di Wanda Besse e del cammino doloroso della sua separazione.*

Mi sono ritrovata da sola, a 31 anni, con due bambini di otto e nove anni. Senza aiuti finanziari, un marito disoccupato e pochi soldi. È stata dura, anche se ho cercato di insegnare ai miei figli ad amare il padre senza giudicarlo e a continuare ad avere un rapporto con lui. Subito dopo la separazione, quando cominciai a realizzare che non ci sarebbe stato più un ritorno da parte di mio marito, che aveva iniziato una nuova relazione, un altro uomo è entrato nella mia vita. Mi ha proposto il matrimonio, la sicurezza, la tenerezza. Era un uomo determinato che, a differenza di mio marito, aveva fede e poteva condividere con me anche una dimensione spirituale. Era a sua volta divorziato. Per ragioni di lavoro, lui si è trasferito alcuni mesi all’estero. Sono stati mesi in cui ci siamo scritti anche ogni giorno. Lettere ora piene di speranza e ore piene di dubbi e di tristezza. Perché non ero felice? A causa della mia fede! La fedeltà al sacramento del matrimonio aveva nutrito la mia vita per così tanto tempo che rinunciarvi, per me, era una sofferenza. Anche i miei figli percepirono questo profondo dissidio interiore e mi dicevano “Se ami e pensi di essere felice, allora non pensare al passato, mamma” o “se hai paura di essere infelice, allora interrompi questa relazione; ma ti prego decidi, perché così ti stai distruggendo”. Cari figli, come li amavo! Ho insegnato loro ad amare il loro papà senza giudicare; come li amavo per la loro sensibilità e il loro altruismo! Così ho scritto ad alcuni amici sacerdoti a Roma e loro non hanno osteggiato un nuovo matrimonio. Mi hanno solo ricordato di fare appello alla mia coscienza e di pensare al mio rapporto con il Signore. Sapevo che dopo il matrimonio non avrei potuto più ricevere l’Eucaristia e allora ho cominciato a pensare che cosa questo avrebbe significato per me. Gesù non era solo tra le nuvole o un amico che non dava troppi fastidi. Oh, no! Per me Gesù era “il vivente” presente con me. Avevo bisogno del cibo che mi dava nel suo Corpo e Sangue, avevo bisogno di questo cibo spirituale. E improvvisamente ho capito che era questo corpo sacro la mia vita, la mia essenza. Egli solo poteva aiutarmi nella decisione. Non è stato facile: ho pregato Dio, l’ho chiamato in aiuto con tutte le mie forze. Sapevo che se mi fossi risposata, non avrei potuto comunicarmi. Quindi, per vedere se riuscivo a vivere senza ricevere l’Eucaristia, diverse domeniche di fila sono andata a messa senza ricevere la comunione. Ma ho capito che non potevo, per il resto della mia vita, sopportare il dolore della separazione dal mio Gesù nell’Eucaristia. Così ho preso la mia decisione: ho scritto una lettera a questo uomo in cui lo informavo della mia decisione. È stata una scelta molto dolorosa ma quante grazie mi sono state date per questa rinuncia! L’Eucaristia è veramente “la via, la verità e la vita.”

*(estratto da Paul Salaün: Séparés, divorcés, le chemin du pardon, Nouvelle Cité).




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.