9 dicembre 2020

9 Dicembre 2020

Biancaneve convinta con l’inganno a mangiare la mela

di Giovanna Abbagnara

Quando ho iniziato a scrivere questa rubrica quotidiana alcuni mesi fa, non sapevo esattamente qual era il fine. Mi sono fidata di una intuizione del cuore: leggere la realtà in cui siamo immersi con gli occhi della fede. Proporre uno sguardo sul mondo a partire dal Vangelo. Il Vangelo non lascia scampo sul non perdere di vista le radici della nostra umanità e sul baricentro da tenere sempre presente ogni giorno: una relazione vera con se stessi e il mondo. Viviamo in una realtà che si sta cristallizzando e uniformando sempre ad un unico pensiero. Il nostro raggio di vista non va al di là del telefonino. Se qualcuno si fa una passeggiata nel centro della sua città potrà ammirare tutti questi essere umani che camminano ripiegati sullo smartphone. La realtà è quella che emerge da quella piccola scatoletta nera.

Durante il periodo del lockdown, ho rispolverato i miei vecchi e cari libri di poesie. Ne ho tantissimi ma ho sempre poco tempo da dedicare loro. La poesia ha la capacità di guardare la realtà oltre la scorza, i versi fanno emergere quelle perle o quelle ferite che vivono nelle profondità della nostra anima. Questa capacità nasce da una osservazione della realtà e da un allenamento dello sguardo ai particolari, recuperando autenticità e immediatezza. È il caso per esempio di Mary Oliver, una delle poetesse più lette e amate negli Stati Uniti. Ogni mattina si alza alle cinque e comincia la sua passeggiata nei boschi della sua cittadina Provincetown in Massachusetts. Taccuino nelle mani, osserva la natura e si sofferma sui particolari, scoprendo cose nuove e allenando il suo sguardo alla contemplazione, alla ricerca di un senso, di un’apertura, di una grazia. In una parola alla ricerca del mistero. Da quella ricerca nascono i suoi versi più belli.

I nostri occhi non sono più allenati invece a guardare con verità la realtà delle cose. Forse è per questo che il manifesto di Pro vita affisso in questi giorni in molte città italiane ha dato così fastidio a tanti e soprattutto a quelli che incitano alla libertà in modo sconclusionato come Roberto Saviano e Selvaggia Lucarelli. Il manifesto, riprendendo l’immagine della celebre protagonista delle favole, Biancaneve, la rappresenta caduta a terra con la mela avvelenata tra le mani. Il messaggio che accompagna l’immagine è: “Prenderesti mai del veleno? Stop alla pillola abortiva Ru486, mette a rischio la salute e la vita della donna e uccide il figlio nel grembo”. Una chiara denuncia dell’aborto farmacologico dopo la decisione del ministro della Salute, Roberto Speranza che con le nuove Linee Guida emanate in piena estate, ha deliberato che la pillola Ru486 si può assumere fino alla nona settimana e in day hospital senza ricovero.

Tutti si sono messi a festeggiare chiaramente la nuova conquista di civiltà che di civile non ha nulla perché l’introduzione dell’aborto chimico ha aumentato il numero di abusi, di donne costrette da uomini ad abortire, la solitudine di vedere il proprio bambino scaricato nel wc di casa, l’aumento di donne morte per complicazioni…Il manifesto ricorda con un’immagine e una frase la pericolosità, accertata scientificamente, di questa assunzione. Io direi che l’immagine evoca l’oggettività della realtà. E invece c’è chi si affretta a definire la campagna “vergognosa. Non dovrebbe esserne permessa l’affissione” a cura dell’opinionista Selvaggia Lucarelli e “un manifesto indegno perché la pillola abortiva non è un veleno ma un farmaco” a cura del celebre scrittore Roberto Saviano. Purtroppo questi personaggi che tra l’altro sono seguitissimi e innalzati come interpreti indefessi della libertà dell’uomo, hanno da tempo inforcato gli occhiali della menzogna. I loro occhi sono così abituati alle tenebre che quando la luce viene ad illuminare la verità delle cose, continuano a vedere sempre e solo buio pesto e conducono tanti altri sulla strada dei falsi diritti. Ed è per questo che il manifesto dà tanto fastidio perché costringe ad alzare lo sguardo e a vedere la verità dei fatti. Quello che oggi si cerca di rifuggire ad ogni costo.


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