8 dicembre 2020
8 Dicembre 2020
Mai Abbastanza ameremo Maria
di Giovanna Abbagnara
Ho partecipato con grande coinvolgimento interiore alla Novena dell’Immacolata che ha preceduto l’avvento di questo giorno santo. Gli anni passano, le intenzioni da portare ai piedi della Vergine sono sempre tante e a volte ho paura di dimenticare qualcuno. Ma quando sono davanti a Lei, bella e splendente di tutta la sua luce, so che, se anche la memoria si indebolisce, la sua maternità è così grande da supplire a tutte le mie mancanze.
Come è bello oggi restare nella luce di Maria, alzare lo sguardo al suo viso dolcissimo, sentire di affidarsi con gioia ad una madre che comprende ogni tuo pensiero e ogni tua ferita. Quest’anno ho, per ogni sera, acceso un cero a lei per un’intenzione particolare: una cara amica che rischia un parto prematuro, e il figlio di un’altra sorella che ha subito un’operazione molto delicata, una mamma che soffre per la ribellione di una figlia… È stata santa Zelia Guerin Martin a insegnarmi a rivolgermi alla Vergine senza timore.
Santa Zelia, madre di santa Teresa di Gesù Bambino, fin dalla sua giovinezza ha trovato in Maria una interlocutrice privilegiata. Nelle sue lettere per ben ottantatré volte fa riferimento alla Vergine da lei venerata come Nostra Signora delle Vittorie. La sua vita può essere letta alla luce di questo amore filiale. Nel 1851, proprio l’8 dicembre, Zelia sente distintamente una voce dentro di sé che le dice: “Fai fare il punto di Alençon”. Era giovane e desiderosa di servire Dio nella via della consacrazione ma il sogno di entrare tra le Figlie della carità sfuma e Zelia segue questa intuizione, che attribuisce alla Vergine, e il punto di Alençon diventerà il lavoro cui dedicherà tutta la sua vita.
Nell’aprile del 1858, pochi giorni dopo l’apparizione della Vergine Maria a Bernardette Soubirous cui la Signora rivelava il suo nome: “Io sono L’Immacolata Concezione” Zelia incontra Luigi, il suo sposo. Nella loro casa, essi daranno un posto privilegiato alla statua della Vergine, portano lo scapolare di Nostra Signora del Monte Carmelo. Quando la malattia bussa alla porta della loro casa, con un tumore al seno, Zelia si reca a Lourdes in pellegrinaggio. È il 1877, anno in cui è collocata nella grotta la statua della Vergine, venerata ancora oggi da milioni di pellegrini. Alle figlie, alle quali darà a tutte anche il nome di Maria, insegna a guardare alla Vergine Maria non come una figura lontana ed eccezionale ma come una donna da imitare, una madre amorevole.
Teresa, in modo particolare, coltiverà questo amore verso la Vergine, un amore che non sarà mai abbastanza. Ne dà una meravigliosa espressione quando, durante il noviziato, scrive a sua cugina Maria Guérin, che era scrupolosa: “Non temere di amare troppo la Madonna; non l’amerai mai abbastanza, e Gesù ne sarà molto contento, perché la Madonna è sua madre” (LT 92). È la stessa risposta che san Luigi Maria Grignion dava ai “devoti scrupolosi” che temevano di spiacere a Gesù amando troppo Maria: non si ama mai abbastanza Maria, perché si ama sempre Gesù per lei, in lei e con lei. Dunque “mai abbastanza” ameremo Maria, a Lei ci affidiamo in questo giorno di Grazia.
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