28 novembre 2020

28 Novembre 2020

“Da cattolico dico…”. No. “Da cattolico sono…”

di Giovanna Abbagnara

Doveva essere inaugurato a maggio, ma il Covid ha costretto a rimandare l’apertura nel giorno del ‘Black Friday’, così fin dalle nove del mattino del 27 novembre migliaia di persone si sono riversati su via Laurentina a Roma per entrare nel nuovo centro commerciale: Maximo e prendere di mira il punto vendita della catena lowcost inglese Primark, tra i primi ad aprire in tutta Italia. “Aspettavo questo evento da circa tre anni”, racconta una persona in fila. Situazione analoga qualche ora prima a Napoli. Dopo la notizia della scomparsa di Maradona, mentre in Argentina si procedeva ai funerali del grande calciatore, migliaia di persone si riversava davanti allo stadio della città partenopea per omaggiare la memoria di Maradona. In entrambi i casi non mi sembra di aver letto dichiarazioni a riguardo del premier Conte e del ministro Speranza, né dei due illustri governatori delle regioni coinvolte nei fatti.

Si discute invece dell’orario della Messa di mezzanotte a Natale. Francesco Boccia, ministro agli Affari regionali ha dichiarato: “Seguire la Messa, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù Bambino due ore prima non è eresia. Eresia è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre. Questa è eresia, non facciamo i sepolcri imbiancati. Papa Francesco ha dato un esempio bellissimo a tutti nella scorsa Pasqua, a partire dalla Via Crucis. Il Natale non si fa con il cronometro ma è un atto di fede”.

Sulla stessa linea il ministro Speranza e il premier Conte “Natale, a prescindere dalla fede religiosa, è senz’altro anche un momento di raccoglimento spirituale”, aveva spiegato il presidente del Consiglio parlando in collegamento a “Futura: lavoro, ambiente, innovazione”, la tre giorni della Cgil. Aggiungendo che “il raccoglimento spirituale, farlo con tante persone non viene bene”.

Ora prima di paventare queste modalità da improvvisato pastore di anime, io mi occuperei degli assembramenti sopra citati e prenderei i provvedimenti giusti. Detto questo, oggi vedo che va molto di moda, prima di offrire definizioni non richieste su cosa è o non è il Natale per i cristiani, far precedere queste chiacchiere dalla frase: “Da cattolico dico…”. Sull’esempio dei politici, la vedo ripetere come i pappagalli anche nei talk show televisivi da cantanti e presentatori di turno. Non è colpa loro. L’hanno sentita pronunciare tante volte negli ultimi mesi dal neoeletto presidente degli Stati Uniti che è diventato un intercalare di uso comune. Joe Biden, infatti, si definisce cattolico praticante ma fa l’en plein nella violazione dei principi non negoziabili dichiarando guerra ai bambini presi di mira dal crimine di aborto, alla struttura naturale della famiglia quale unione fra uomo e donna fondata sul matrimonio ed inassimilabile a qualsiasi altro rapporto, ed al diritto dei genitori di educare i loro figli, anche in scuole private. Per non parlare della libertà religiosa dei cristiani e della persecuzione delle Piccole Sorelle dei Poveri, costrette a ricorrere alla Corte Suprema per veder rispettato il loro diritto di non cooperazione all’aborto.

Qui il problema non è l’orario della Celebrazione della Messa – anche se la sapienza liturgica ci fa celebrare tre diverse formulari della Solennità del Natale: la Messa della Notte, dell’Aurora e del Giorno perché ognuno ha una sua peculiarità – ma è la manipolazione e il continuo tentativo di relegare la fede tra le cose opinabili. Ora sinceramente la Messa noi cattolici la possiamo anche celebrare prima, l’importante per me non è l’orario, né come dice il vescovo di Monreale, Michele Pennisi: “il rispetto delle regole”. Sinceramente e considerato ridicolo il fatto che il virus certamente non agisce dalle 22 in poi, mi interessa molto di più tutelare la possibilità di continuare ad andare a Messa e preservare i Sacramenti per non ritrovarci nella situazione dei cattolici francesi. Il vero problema è noi cattolici siamo pienamente coscienti che siamo chiamati a custodire con fermezza il dono della fede? Sappiamo smascherare i pericoli di un relativismo che nascondendosi dietro la pandemia, sta minacciato i fondamenti del nostro credo? “Da cattolico dico…”. No. “Da cattolico sono…”. È differente.


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