12 novembre 2020
12 Novembre 2020
“Non ho paura di nulla: porto con me il Maestro”
di Giovanna Abbagnara
Ancora i giovani protagonisti della santità. Questa volta la Chiesa ci offre la figura di un martire spagnolo di 19 anni che ha dato la vita proteggendo l’Eucaristia: Joan Roig Diggle. Sabato 7 novembre è stato beatificato durante la Celebrazione Eucaristica nella Basilica della Sagrada Família a Barcellona. Papa Francesco nell’Angelus di domenica scorsa lo ha ricordato dicendo: “Il suo esempio susciti in tutti, soprattutto nei giovani, il desiderio di vivere appieno la vocazione cristiana”.
Joan nacque a Barcellona il 12 maggio 1917. Suo padre era Ramón Roig Fuente e sua madre, Maud Diggle Puckering, inglese. Da giovane si unì alla Federazione dei Giovani Cristiani della Catalogna (FJCC), creata nel 1932 da Albert Bonet e che contava 8.000 membri prima della guerra civile spagnola. Scrisse di questioni sociali per la rivista della FJCC e fu incaricato di guidare la catechesi dei bambini tra i 10 ei 14 anni. “Quando venne a Masnou [si traferì in quella città con la sua famiglia] nessuno lo conosceva, ma la sua pietà e l’amore ardente per l’Eucaristia divennero presto evidenti. Passava ore davanti al Santissimo Sacramento senza rendersene conto. Il suo esempio ha convertito più delle sue parole “, scrisse nel 1936 il presidente del ramo giovanile della FJCC.
Joan dedicava almeno due ore al giorno alla vita spirituale: Messa, Comunione, meditazione e visita al Santissimo Sacramento. “È poco, ma il lavoro e l’apostolato non mi concedono di più” diceva. Nel luglio 1936, Joan disse ad alcuni dei suoi compagni, membri della FJCC, che avrebbero dovuto prepararsi a ricevere il martirio con grazia e coraggio, come fecero i primi cristiani.
Nell’intensa persecuzione che seguì la guerra civile spagnola, si stima che in Catalogna furono uccisi circa 300 giovani di questa organizzazione, inclusi 40 sacerdoti. La sede della FJCC fu bruciata. La madre di Joan diceva che in quei giorni suo figlio “alleviava i dolori, incoraggiava i timidi, visitava i feriti, e perlustrava quotidianamente gli ospedali tra i morti per scoprire quale dei suoi amici era stato ucciso”. Aggiungendo: “Ogni notte, ai piedi del letto, con il crocifisso stretto tra le mani, implorava clemenza, il perdono degli altri e ogni misericordia e forza”.
Il beato Joan Roig Diggle fu ucciso “in odio alla fede” nel 1936 durante la guerra civile spagnola. Mentre le chiese di Barcellona venivano chiuse, bruciate o distrutte, un sacerdote affidò a Joan un ciborio contenente il Santissimo Sacramento per distribuire la Santa Comunione ai più bisognosi nelle loro case perché non era possibile assistere alla Messa. Durante una di queste visite, Joan disse ad una famiglia che sapeva che i miliziani rossi stavano cercando di ucciderlo. “Non ho paura di nulla, porto con me il Maestro”. Quando quelli che lo cercavano bussarono alla sua porta, il giovane consumò le ostie che aveva custodito per proteggerle da una potenziale profanazione e seguì gli uomini armati. La pattuglia della Gioventù Libertaria lo portò al cimitero di Santa Coloma dove fu ucciso l’11 settembre 1936 con cinque colpi al cuore e uno alla testa. Le ultime parole del beato furono: “Che Dio ti perdoni come io ti perdono”.
Fa molto bene all’anima leggere e conoscere queste storie di santità e di amore per la Santa Eucaristia. In un tempo in cui con tanta leggerezza si pensa anche di poter fare a meno del Pane della Vita, Joan con l’entusiasmo dei suoi anni giovanili, al pari del beato Carlo Acutis, ci ricorda che l’Eucaristia è davvero l’essenziale per i cristiani. Anzi durante i tempi difficili dovremmo maggiormente sentire che la nostra salvezza risiede proprio in quel piccolo frammento di eternità. Torniamo ad annunciare ai nostri giovani questa necessità. Lo possiamo fare attraverso la testimonianza di cristiani intraprendenti e amanti come il beato Joan Roig Diggle.
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