7 novembre 2020

7 Novembre 2020

Il dolore dei bambini e la nostra conversione

Ieri sera, nella Celebrazione Eucaristica del primo venerdì del mese dedicata agli ammalati, il sacerdote nell’omelia ha ricordato il valore della sofferenza e del dolore spiegando a tutti che quando questa si manifesta nei bambini, anche se è umanamente incomprensibile, manifesta ancora di più “l’unione con il Cristo sofferente, l’Agnello immolato che, pur senza peccato, ha donato la sua vita in riscatto per la nostra salvezza”. Uno sguardo sul dolore altissimo che mi ha accompagnato mentre lentamente tornavo a casa.

Alla luce delle sue parole, non ho potuto fare a meno di pensare alla notizia letta in questi giorni e che riguarda l’Olanda. Martedì scorso, il ministro della Salute Hugo de Jonge ha dichiarato che da ora in poi “si potrà evitare ai più piccoli sofferenze insopportabili e per quali non ci sono cure” allargando il suicidio assistito anche ai minori, dai zero ai dodici anni. Finora, nei Paesi Bassi l’eutanasia era consentita ai bambini malati di più di 12 anni, con il loro consenso e quello dei genitori. Era anche previsto per i bambini di un anno, ovviamente richiesta dal padre e dalla madre. Il ministro de Jonge l’ha giustificata sostenendo che numerosi studi dimostrano l’esigenza di abbreviare le sofferenze di un bambino quando non c’è nulla che possa né salvarlo da una fine imminente né farlo stare meglio.

Il cardinale Willem Eijk, arcivescovo metropolita di Utrecht, ha denunciato con forza questo assurdo progetto di legge, una vera vergogna nel cuore dell’Europa. “Qui” ha aggiunto il porporato “il metro del giudizio con cui vengono fatte leggi e prese decisioni è sempre più quello del denaro, un vero e proprio “vitello d’oro” in onore di cui bambini e anziani vengono fatti sacrificare senza alcuna remora”. Tesi suffragata dagli stessi sostenitori del progetto di legge. Una deputata del Partito liberale Vvd, Liesbeth van de Berg, lo ha detto chiaramente: “Si tratta anche di una questione economica, in quanto seguire tutte le regole imposte dalla legge è molto costoso”. Per cui, secondo la donna: “l’eutanasia non dovrebbe neanche essere inserita nel Codice penale ma considerata come una pratica medica normale”.

La cosa più assurda in assoluta io ritengo siano i dati reali. Sapete quanti casi ogni anno ci sono in Olanda che si rivolgono a questa procedura? È lo stesso ministro della salute che lo ha dichiarato: “una decina di casi all’anno”!! Eppure, la priorità per il Paese è legalizzare questa procedura di morte nei confronti dei bambini fortemente disabili. Ancora altri agnelli sacrificati sull’altare del progresso e dell’ideologia di morte e soprattutto del dio denaro.

Non posso fare a meno di pensare ai bambini fortemente disabili che sono passati o sono tutt’ora nelle nostre case di accoglienza. In quelle mura si capovolge e si risvolta come un calzino tutta questa miseria e crudeltà. Quasi tutti sono arrivati con diagnosi infauste, previsioni di morti imminenti, aspettative di vita molto vicine a quelle dei vegetali. Eppure ogni bambino ha un nome, un volto, una storia. Ognuno di loro è stato amato e curato nella sua unicità e irripetibilità. La maggior parte ha trovato una famiglia che li ha accolti e poi adottati. Quanto sarebbe più povera la nostra vita senza la loro presenza. La sofferenza, la disabilità grave ci scandalizza ma la soluzione non è eliminarli. Soprattutto con la scusa che quasi quasi facciamo un grande gesto di amore strappandoli a questo “infausto destino”. I veri disabili siamo noi che non riusciamo a comprendere la parola di vita che questi bambini portano con sé attraverso la sofferenza nella carne. È una parola che solo chi ama può accogliere e magari avere il coraggio anche di convertire il proprio cuore.


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