Vita

Polonia: manifestanti pro-choice davanti alla chiesa di Ryki poi un piccolo miracolo…

Foto della manifestazione davanti alla chiesa di Ryki

a cura della Redazione

Oggi la testimonianza di padre Stanisław Chodźko, parroco a Ryki una città situata tra Varsavia e Lublino: “Ho chiesto loro di pregare. Una parte dei manifestanti è andata via ma l’altra si è unita a noi”.

Una sentenza della Corte Costituzionale polacca, dello scorso 22 ottobre, ha dichiarato incostituzionale l’aborto in caso di possibile malattia o malformazioni del nascituro, il cosiddetto aborto eugenetico. Mentre il popolo pro-life festeggia la notizia, quello pro-choice è determinato a piegare il governo. Da giorni infatti manifestazioni, cortei e proteste si susseguono senza sosta. Alcune sono pacifiche, altre rivendicano un fantomatico diritto all’aborto usando slogan offensivi e anche piuttosto violenti. Ci giungono notizie inquietanti che parlano addirittura di chiese profanate, eppure nel disordine generale Dio si fa largo mostrando l’unica via percorribile. 

Di seguito la testimonianza di padre Stanisław Chodźko della parrocchia di Ryki una città situata tra Varsavia e Lublino: «Ho saputo che i giovani in protesta sarebbero venuti alle 19.00 alla chiesa di Ryki per rivendicare il diritto all’aborto. La notizia si è diffusa tra i parrocchiani che hanno iniziato a chiamarmi e a chiedermi cosa fare. Ci ho pensato un attimo e alla fine ho deciso di combattere con l’unica arma che abbiamo: la preghiera. Così ho chiesto a tutti di venire in chiesa per recitare insieme il Santo Rosario. Sono arrivate circa 200 persone, 30 donne e 170 uomini. Mentre ci stavamo radunando davanti alla chiesa il comandante della polizia locale mi si è avvicinato chiedendomi perché eravamo lì. Ho risposto che erano affari nostri dato che quella è la nostra chiesa. “Ma ha a che fare con la protesta?”, ha chiesto lui. “Sì”, ho risposto. “Ci riuniamo per la preghiera, non attaccheremo nessuno e non useremo violenza” ho spiegato. Il poliziotto se ne è andato. 

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Siamo entrati in chiesa. Ho iniziato a spiegare alle persone perché eravamo riuniti e come comportarci, ma non abbiamo avuto il tempo di pregare. Gli uomini di guardia mi hanno fatto sapere che i manifestanti stavano arrivando. Siamo usciti davanti al cancello della chiesa, le donne sono salite sulle scale e hanno iniziato a pregare il Rosario con i sacerdoti vicari, mentre gli uomini sono venuti fuori con me ad affrontare il corteo. Abbiamo aspettato i manifestanti. Dopo un po’ sono arrivati gridando parole ostili. Erano solo una trentina di persone, alla testa una donna molto agitata e un uomo alto che brandiva un megafono, il resto erano giovani di età compresa tra 16-20 anni, per lo più ragazze. Hanno gridato e noi siamo rimasti in silenzio. A un certo punto ho alzato una mano e loro hanno smesso di urlare. Ho detto che li accoglievamo cordialmente e li invitavamo a pregare con noi. Volevano entrare in chiesa ma ho detto di no. “Preghiamo qui”, ho detto. Ho iniziato a parlare il più cordialmente possibile cercando di spiegare con parole semplici la verità sull’aborto. Alcune persone hanno cominciato a interrompermi ma, ho chiesto loro di lasciami parlare. Il loro capo ha iniziato a urlare i suoi slogan. Gli animi si sono accesi e ho faticato molto per tenere la situazione sotto controllo. Alla fine, alcuni dei manifestanti se ne sono andati, ma altri si sono uniti alla preghiera

Quello che è successo è come un miracolo. Non so come spiegarlo. Nessuno si aspettava che sarebbe andata a finire così ed io ho visto con i miei occhi quanto la dolcezza di Dio può placare anche il cuore più ostile. I giovani che protestano sono per lo più brave persone, spesso inconsapevoli di ciò che stanno facendo. Sono manipolati da una logica che non guarda affatto al benessere delle donne, ma vuole solo il potere. I giovani, come tutti i polacchi, sono sensibili al concetto di libertà e la politica ne approfitta, facendo intendere loro che il divieto di aborto è un attacco alla libertà. Noi abbiamo il dovere di spiegare alla gente che non esiste la libertà di uccidere un altro essere umano, soprattutto se fragile e indifeso. L’unica via percorribile dunque è la preghiera ed è per questo che abbiamo lanciato l’iniziativa “Rosario ai confini del cielo” (www.rozaniecdogranic.pl) a cui possono partecipare tutti vicini o lontani, polacchi, italiani o francesi perché agli occhi di Dio siamo una sola voce».




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