31 ottobre 2020
31 Ottobre 2020
Nichi Vendola e Ed Testa: il crimine commesso contro Tobia
di Giovanna Abbagnara
Caro Nichi Vendola,
avrei voluto tacere ma da madre non ci riesco. Sa perché? Una madre parla e tanto. Parla a un figlio quando si affaccia timido nel suo grembo per la prima volta e poi continua a parlargli per i nove mesi, di notte specialmente, quando tutto tace e comincia quel dialogo che nessuno scrittore potrà mai riportare. E poi continua a parlare quando il bambino nasce e lo stringe tra le braccia e lo rende partecipe di ogni azione: “Ora la mamma ti dà la pappa e poi facciamo il bagnetto, andiamo dai nonni etc…”. La sua voce, le sue parole permettono a quel figlio di crescere e di sentirsi amato. Continua a parlare quando il figlio va a scuola per la prima volta, quando gli raccomanda di non sudare perché si ammala e poi parla nell’adolescenza e continua a farlo anche quando il figlio si copre gli orecchi con le cuffie per non ascoltarla, e poi, e poi… Una mamma parla per il bene dei suoi figli e anche quando zittisce, negli anni in cui il figlio è adulto e fa le sue scelte, il suo silenzio è più eloquente di mille parole. Una madre muore parlando, come quella donna di 40 anni sgozzata alla gola mentre partecipava a Messa in Francia, dicendo: “Dite ai miei figli che li amo”.
Mi permetta dunque di parlare da madre.
Ho letto l’intervista che ha rilasciato a Il Venerdì di Repubblica rispetto alla proposta di legge depositata da Giorgia Meloni che renderebbe la Gestazione per Altri un crimine mondiale. La questione la tocca sul profondo è chiaro. In un fotogramma contenuto nel film-documentario prodotto dalla Rai, Tuttinsieme di Marco Puccioni (Inthelfilm e Rai Cinema, 2020), appare con suo figlio Tobia di quattro anni e chiede: “Sembriamo un crimine contro l’umanità?”. Voi due certamente no. Due persone che si vogliono bene non sono mai un crimine. Ma sa, alle madri non piace fermarsi all’emotività, al bel quadretto di un uomo con giubbotto nero di pelle, orecchino al solito posto e passo svelto con un bel bimbo in braccio vestito di tutto punto e sorridente. Alle madri piace andare oltre. Conoscere la storia nei dettagli.
Oggi ha 62 anni – a questa età mia madre aveva già cinque nipoti ma lasciamo perdere le piccolezze – ha avuto il piccolo Tobia grazie alla Gestazione per Altri, tramite il seme di suo marito Ed Testa, l’ovulo di una donatrice e l’utero di una seconda donna. Quando è nato Tobia, poi, lo ha adottato.
Nell’intervista citata, parlando delle donne che “hanno contribuito a dare alla luce Tobia”, ha detto che “non sono certo delle estranee ora”. Ha parlato di “nuove figure parentali con cui intratteniamo rapporti costanti”. E non sono nemmeno le prime trovate in un catalogo: la ricerca è durata anni, “prima in Canada e poi in California, di donne con cui potere costruire non un’occasionale vicenda commerciale, ma una relazione per la vita”. Che tenerezza non c’è che dire! Per quelle che hanno la lacrima facile, ha aggiunto anche un particolare da Oscar di film d’amore, raccontando a tutti che Tobia ha fatto addirittura da paggetto al matrimonio della donatrice, due anni fa. Ergo ha fatto da paggetto al matrimonio della madre biologica!
I particolari romantici poi lasciano il posto alla grettezza quando la giornalista (notare che è una donna) ti incalza chiedendoti di quantificare la spesa economica di questa operazione commerciale. E lei, facendo ancora leva sulla lacrima facile di qualche lettore, ha dichiarato: “Sono stato parlamentare, poi presidente di Regione, e ho condotto una vita piuttosto austera. Fortunatamente in California ci hanno ospitato degli amici. E una certa tranquillità economica me l’hanno data i miei odiatori: finiti in tribunale, mi hanno dovuto risarcire per le diffamazioni e le offese”. Povero Vendola, ma ha dovuto veramente condurre una vita di stenti per potersi permettere un figlio? Se faceva un appello, una raccolta fondi potevamo anche farla! Per una giusta causa… In fondo per una persona come lei che si è sempre definita comunista e ha trascorso una vita a denunciare l’oppressione dei ricchi sui più poveri, utilizzare la sua agiata posizione economica per piegare l’istinto di donne che solo per via della condizione di oggettivo bisogno le hanno venduto l’ovulo e le hanno affittato l’utero, non le sembra un pochino contradditorio?
Ma veniamo al dunque. Tobia è il dunque. Non sarò certo io o qualche femminista di turno e nemmeno qualche prelato più autorevole a farle cambiare idea. Veda Nichi, viene un tempo nella vita in cui siamo chiamati a fare i conti con la nostra storia personale. Nella verifica onesta di ciascuno, il capitolo della madre, biologica, adottiva, affidataria, ha un peso non indifferente. “C’è un tempo – come spiega lo scrittore Massimo Recalcati – in cui per ciascuno di noi il volto del mondo ha avuto il volto della madre”. Cosa significa? Significa semplicemente che la nostra esplorazione del mondo è stata soprattutto, da principio, esplorazione del volto della madre, ed in verità ci siamo potuti guardare, per ciò che siamo, solo attraverso lo sguardo di una madre e abbiamo imparato a guardare il mondo attraverso il viso della madre. Tutto questo per Tobia non ci sarà. Potrà rispondermi che tante madri muoiono dando alla luce i propri figli o per malattie incurabili. Non è la stessa cosa per un figlio sapere che la madre è morta per una ragione precisa e invece sapere che l’ha lasciato per una compravendita. Siamo onesti per cortesia. Basta con queste lacrime da femminucce.
Lei e suo marito Ed non avete commesso un crimine contro l’umanità ma un crimine verso vostro figlio, privandolo per sempre di una madre con premeditazione. Mi sembra che siamo oltre il crimine.
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