Aborto
I francesi non vogliono l’aborto, ma al governo non interessa cosa vuole il popolo…
di Chiara Chiessi, Universitari per la Vita
Ma per la gente comune l’aborto è veramente un diritto? Secondo un sondaggio, pubblicato da Le Figaro, pare proprio che almeno per il popolo francese le cose stiano diversamente. Il 73% dei francesi ritiene che lo Stato dovrebbe fare di più per aiutare le donne e l’84% vorrebbe che fossero ripristinate nel dettaglio le informazioni sugli aiuti psicologici e sociali disponibili.
I francesi non vogliono l’aborto. Da pochi giorni, in Francia, il Parlamento ha iniziato un dibattito su un progetto di legge volto ad estendere il periodo legale di accesso all’aborto da 12 a 14 settimane di gravidanza. Non sono bastati 232.200 bambini mai nati nel 2019 (un aborto ogni tre nati). Una cosa del genera è accaduta, recentemente, in Italia dove il nostro Ministro della Salute, in tempi di Covid, si è preoccupato di estendere l’uso della pillola abortiva da 9 a 10 settimane di gravidanza ed a renderla disponibile al 100% a tutte le donne.
Secondo un sondaggio reso noto dall’associazione Alliance Vita e pubblicato dal Le Figaro, più del 50 % dei francesi è fortemente preoccupato da questa situazione. Costoro hanno manifestato in questo sondaggio di non volere l’aborto, ma piuttosto che le neomamme siano aiutate in tutti modi a portare avanti la gravidanza, sia economicamente che psicologicamente. Il 73% dei francesi ritiene che lo Stato dovrebbe fare di più per aiutare le donne e l’84% vorrebbe che fossero ripristinate nel dettaglio le informazioni sugli aiuti psicologici e sociali disponibili. L’88% dei francesi è inoltre favorevole ad avviare una campagna per analizzare le conseguenze ed i pericoli dell’aborto; il 92% infatti, incredibilmente, ritiene che ogni aborto lasci tracce indelebili nelle donne, a dispetto di quanto riportato dal governo sul suo sito ufficiale, dove il ginecologo Faucher afferma che: “Non esistono conseguenze psicologiche a lungo termine per l’aborto”.
Chiaramente, gli abortisti non vogliono che questi dati siano resi noti, perché significherebbe distruggere il mito che l’aborto è un diritto e dimostrerebbe che buona parte della popolazione ha ben chiaro il principio che la vita è un bene indisponibile. Molto chiari anche i Vescovi francesi che, in una nota diffusa al termine di una riunione del Consiglio, si sono appellati a tutti i cattolici di buona volontà, affinché si ribellino a questo progetto di legge così ingiusto. “Può una società essere fraterna quando non ha niente di meglio da offrire alle madri in difficoltà dell’eliminazione del figlio che portano in grembo?”. Il sondaggio, dunque, parla chiaro ed esprime una volontà condivisa da molti dei francesi: il desiderio di creare una cultura per la vita, a partire dalle informazioni pratiche negli opuscoli fino agli aiuti materiali per le donne in difficoltà. Ma questa verità, così palese, non può essere espressa tanto liberamente in terra francese: chi osa fare una cosa del genere, cioè contrastare l’aborto per dare impulso invece ad una cultura pro life, può ricevere una multa da più di 30mila euro e fino a due anni di carcere. Insomma, dire la verità non è più così scontato.
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