Carlo Acutis

Vito Rizzo: “L’umanità si salva mediante Cristo. È questo l’insegnamento di Carlo”

Vito Rizzo

di Ida Giangrande

Domani ad Assisi, la Beatificazione di Carlo Acutis, il giovane morto a soli 15 anni che aveva fatto della sua vita un inno di lode a Dio. Dalla penna del giurista Vito Rizzo un libro che fa sintesi del suo messaggio ai Millennials: “Carlo ancora oggi continua a dirci questo: se vogliamo conoscere la felicità vera dobbiamo aprirci all’amore vero, quello che Dio fa abitare in noi”.

Da dove nasce l’idea di scrivere un libro su Carlo Acutis?

L’incontro con Carlo Acutis è avvenuto qualche anno fa, accompagnando da educatore i ragazzi dell’Azione Cattolica alla scoperta di giovani che hanno reso speciale la loro vita una volta incontrato il Signore. In Campania è presente a San Mauro La Bruca un Santuario Eucaristico che Carlo amava visitare quando si trovava in vacanza nel Cilento, da lì con i ragazzi abbiamo avviato quindi questo percorso seguendo passo passo il processo di canonizzazione di Carlo che lo ha portato ad essere riconosciuto Venerabile e, dal 10 ottobre, Beato. Un modello di santità dei nostri giorni, familiare, vicina, e forse proprio per questo più “credibile”. Un giovane come ce ne sono tanti ma che ha fatto scelte un po’ bizzarre per i nostri schemi mentali; che ha vissuto la sua vita restando originale e non facendosi fotocopia, a differenza di tanti ragazzi che sono indotti ad omologarsi alle mode. Vittime di una mentalità consumistica che ne innaffia le radici, a casa come a scuola.

La pubblicazione è divisa in tre sezioni…

L’idea è nata camminando insieme a Carlo nella stesura del testo. Questa estate, dopo aver incontrato la mamma di Carlo, la signora Antonia, in occasione del conferimento del Premio “Incontri 2020”, il premio legato al Festival della Teologia che si svolge nel mese di agosto nel Cilento, ho notato come, nel raccontare la vita di suo figlio, lei provasse a stimolare continuamente le ragazze dell’Azione Cattolica che erano lì per farle un’intervista, ad interrogarsi sulle virtù. Le invitava cioè a leggere le proprie esperienze alla luce delle virtù, le tre teologali Fede, Speranza e Carità e le quattro cardinali Giustizia, Prudenza, Fortezza e Temperanza. Quasi un test per verificare work in progress quanto spazio ciascuna di loro stesse lasciando all’azione di grazia. Di qui l’idea di provare a raccontare con questa prospettiva l’esperienza terrena di Carlo, la sua vita attraverso le lenti delle virtù per focalizzare non soltanto il “cosa” della sua vita ma soprattutto il “come”: un’esperienza di Dio vissuta nel concreto. Dopo questa prima sezione mi sono chiesto cosa Carlo avrebbe voluto affidare a questa testimonianza. La risposta era scontata: l’amore per Gesù Eucaristia! Ho cercato quindi di raccogliere lo spirito con cui Carlo aveva immaginato la Mostra sui Miracoli Eucaristici e da lì lanciare un’inchiesta come amano fare i ragazzi quando vogliono polemizzare a tutti i costi con la fede. Carlo questo lo aveva chiaramente riscontrato tra i suoi amici e i suoi compagni di classe ed allora, attraverso le notizie raccolte nella Mostra da lui ideata, ho ricostruito, come avrebbe fatto Carlo, un cammino di messa in discussione scientifica della presenza di Gesù nell’Eucaristia, salvo poi scoprire quello che la Fede già ci mostra nella sua misteriosa immediatezza: in quel pane e in quel vino consacrato è presente Carne e Sangue umano. E se è così, non può che essere quello di Gesù. Lo dice la scienza, non la fede e forse questo può essere utile ai ragazzi per porsi qualche domanda in più prima di dimenticarsi così facilmente del proprio battesimo… Ultima sezione è quella sulla venerazione verso Carlo, i miracoli che sono stati riconosciuti nel processo di beatificazione e il valore della devozione stessa nei Santi. Penso che questo passaggio sia interessante proprio alla luce del fatto che ci troviamo di fronte ad un’esperienza di santità così recente, così vicina, così esplosiva nella capacità di toccare il cuore dei giovani che scoprono come sia possibile, anche per loro, non chiudere le porte del loro cuore all’incontro con Gesù. 

Leggi anche: Carlo Acutis – L’Apostolo dei Millennials

Tutta la seconda parte è dedicata all’anima dell’Apostolato di Carlo: l’Eucarestia. Un bene oggi oscurato anche a causa della pandemia…

Il grande mandato missionario che Gesù ha affidato alla Chiesa che conserva la continuità apostolica è quello di continuare a garantire l’esistenza “terrena” di Gesù attraverso la Sua presenza nell’Eucaristia. Forse troppo spesso dimentichiamo l’importanza di questo ministero, non solo per la Chiesa e per i cristiani ma per l’umanità intera. L’umanità si salva mediante Cristo, sempre. E attraverso i suoi ministri la Chiesa offre il sacrificio di Cristo quotidianamente per la salvezza di tutti: dei credenti e degli atei, dei musulmani e dei buddisti, degli indù e degli agnostici. L’emergenza sanitaria ci ha insegnato a considerarlo non un atto di routine ma il più grande gesto di carità che la Chiesa universale offre al mondo intero. La pandemia ci ha messo così anche davanti alle nostre false certezze e ipocrisie. Tanti hanno coltivato il fuoco dell’amore di Cristo attraverso i media, ringraziando i sacerdoti per la loro missione e auspicando un ritorno alla partecipazione sacramentale, tanti altri si sono accontentati, e – ahimè – continuano a farlo, di una virtualizzazione dei sacramenti. Cosa che il Papa stesso ha denunciato ma che tanti tra noi cristiani fanno finta di non cogliere. La Chiesa ha mostrato grande senso di responsabilità civile e grande senso di carità rinunciando alle celebrazioni pubbliche per un lungo periodo ma continuando ad esercitare concretamente e spiritualmente il suo ministero; oggi è però il tempo di tornare ad incontrare Cristo personalmente, nel Suo corpo e nel Suo sangue, e sono certo che Carlo per primo avrebbe vissuto male questa incredibile indifferenza che continua a frenare tanti dal ritorno in Chiesa e ai sacramenti. Del resto la mostra sui Miracoli Eucaristici è nata proprio da questo. Carlo non riusciva a capacitarsi come mai per le partite di calcio e i concerti, o per l’ultimo modello dell’i-phone, si facessero file chilometriche e invece non ci sia alcuna ressa per incontrare Gesù. 

Riassumiamo brevemente il messaggio di Carlo ai Millennials…

Nel libro ho provato a fare una sintesi dei pensieri di Carlo con una lettera ai Millennials scritta sul modello paolino mettendo assieme alcune delle sue frasi; è un messaggio che può arrivare dritto al cuore e aprire una prospettiva nuova in tanti suoi coetanei. Ma credo che il messaggio più importante che Carlo ha voluto lasciare ai giovani sia riconoscere il grande amore che Dio ha per ciascuno di noi e, di qui, il profondo amore che dovremmo avere noi per Gesù. Un amore genuino, totale, pieno, vero. È questo amore che si legge nell’esperienza di Carlo, nella sua vita, nelle sue scelte, nel suo esempio, nei tanti frutti che la sua breve vita ha saputo far spuntare nella vita degli altri. Il messaggio è l’Amore, per Dio e per gli altri. È il messaggio che ha affidato Gesù ai Suoi apostoli ed è il messaggio che Carlo ha raccolto, vissuto e offerto a tutti i nostri Millennials. Carlo ancora oggi continua a dirci questo: se vogliamo conoscere la felicità vera dobbiamo aprirci all’amore vero, quello che Dio fa abitare in noi.




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