22 settembre 2020
22 Settembre 2020
Il male che si intrufola attraverso TikTok
di Giovanna Abbagnara
Mio malgrado in questi giorni mi sono decisa a indagare un po’ su uno degli ultimi social in voga. L’ho fatto perché la mia nipotina mi ha mostrato tutta orgogliosa un video brevissimo di una ragazza che ballava e che a lei piace molto. Dopo alcune domande ai nipoti più grandi e al figlio giovane, ho appreso che il social in questione, TikTok, è diventato ancora più popolare tra preadolescenti e adolescenti, soprattutto grazie alle misure di isolamento anti-contagio. Da una rapida ricerca ho appurato che a giugno gli utenti di questo social in Italia erano saliti in pochi mesi a quota 4 milioni. L’età minima di accesso è 13 anni, ma come tutti i social non ci sono controlli. Entrare nella comunità di TikTok è semplicissimo, basta il numero del cellulare o una mail e divenire un TikToker è altrettanto accessibile, basta postare piccoli video che ti fanno entrare in una classifica di gradimento nazionale ed internazionale e ricoprire un ruolo importante in veste di influencer. Come è accaduto per Facebook e Instagram, inizialmente è popolato da giovanissimi e da giovani e poi man mano viene colonizzato anche dal mondo degli adulti.
Il fine è buono per carità. I social sono nati per creare relazioni e amicizie, anche se virtuali, tuttavia i rischi di questa piattaforma mi sembrano superiori a tutti gli altri. Innanzitutto, c’è una sovraesposizione della propria immagine di moltissimi minori che spesso mostrano aspetti fisici pur di apparire e di conquistare gradimento. I genitori pensano che in quelle immagini non ci sia nulla di male. È chiaro, essi guardano i figli con gli occhi di genitori che amano. Gli altri guardano allo stesso modo?
TikTok inoltre rende pubblici tutti gli account per impostazione predefinita, di conseguenza anche i non iscritti possono visualizzare le condivisioni degli utenti, ragion per cui qualsiasi persona o malintenzionato, può prendere contatto con i ragazzini che incuriositi o per incrementare i loro follower sono disponibili ad accettare “amicizie sconosciute” e intrattenersi con essi in chat estemporanee. Cosa vieta a pedofili e mal intenzionati che hanno accesso a migliaia di video di minori di falsificare il proprio profilo e di entrare in relazione con ragazzini?
Nella puntata del 26 febbraio 2020 di Chi l’ha visto, una mamma ha raccontato che la figlia che ora ha 10 anni, quando ne aveva 8 è stata adescata da un pedofilo su TikTok. I genitori avevano regalato il telefono alla bimba e lei aveva chiesto loro di poter scaricare l’applicazione perché le amiche l’avevano già. A un certo punto una nipote di questa mamma l’ha informata che sotto i video della figlia c’erano commenti ricorrenti di una certa persona. La donna ha poi scoperto che l’uomo aveva chattato in privato con la figlia per oltre un mese. Nella chat le faceva i complimenti, le chiedeva di dove fosse. Il pedofilo le chiedeva di mandare una sua foto, le ha scritto: “vorrei poterti abbracciare”. Poi le ha chiesto di scambiarsi i numeri di telefono. Non c’è solo questo è chiaro ma siamo onesti: il successo su TikTok è rappresentato prevalentemente dalla gestione di video dal contenuto sexy e spinto.
L’altro grande problema è costituito dai dis-valori di cui TikTok si fa promotore perché induce i TikToker ad essere belli per gli altri, ad apparire quanto più possibilmente perfetti e questo nei ragazzi maggiormente influenzabili, crea in loro il pensiero o la convinzione che per farsi accettare dagli altri sia necessario assomigliare ai top TikToker, per essere etichettati come persone conosciute, alla moda e popolari.
Cari genitori e cari ragazzi è l’ora di svegliarsi dal così fan tutti e assumere anche qualche decisione controcorrente. Sento già l’obiezione arrivare diritta: “Vedi ovunque il male!”. È una frase che mi ripetono spesso i giovani. Non si tratta di dare la caccia alle streghe. Il male quando entra nel cuore e nella vita di una persona lo fa con discrezione e senza suonare la tromba. È subdolo e spesso si nasconde dietro a cose divertenti e apparentemente innocue e spetta agli adulti vigilare e offrire indicazioni concrete. La denuncia è già arrivare troppo tardi.
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