Assegno unico

L’assegno unico universale: finalmente una politica family-friendly

madre e figlio

a cura della Federazione Progetto Famiglia

Nella giornata di ieri, la Camera dei deputati ha espresso l’approvazione unanime nei confronti della legge di istituzione del cd. assegno unico universale per i figli a carico, dalla nascita fino a ventuno anni. Marco Giordano, presidente della Federazione Progetto Famiglia: “Un passo avanti, ma la battaglia prima ancora che economica è culturale”.

«L’Assegno unico è un passo in avanti importante. Finalmente la politica italiana ha deciso di investire sul futuro del Paese, sostenendo le famiglie nel loro insostituibile compito di dare vita e di allevare le nuove generazioni. Un assegno fisso mensile per ciascun figlio darà sicuramente un supporto prezioso alle famiglie, soprattutto laddove i figli sono tre o più. Ci auguriamo che divenga quanto prima realtà concreta e che sia accompagnato da ulteriori scelte altrettanto necessarie».

Così Marco Giordano, presidente della Federazione Progetto Famiglia, ha commentato l’approvazione unanime che, nella giornata di ieri, la Camera dei deputati ha espresso nei confronti della legge di istituzione del cd. assegno unico universale per i figli a carico, dalla nascita fino a ventuno anni.

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«Purtroppo – continua Giordano – si tratta di un segnale tardivo, in uno scenario segnato da un pauroso inverno demografico che vede diminuire ogni anno il numero dei nuovi nati. Questo intervento non basterà da solo a rilanciare la natalità in Italia. La questione, prima ancora che economica, è culturale. La settimana scorsa è stato pubblicato il XV rapporto CISF sulla famiglia in Italia. Alcuni dei dati presentati sono impressionanti: il 24% dei giovani dichiara di non aver intenzione di mettere al mondo dei figli. E il 36% ritiene di non volersi sposare. Questi numeri sono il segnale grave della deriva individualista che il nostro Paese, come gran parte dell’Occidente, ha intrapreso da anni e che spinge sempre più fortemente verso la liquefazione dei legami. Le relazioni sono vissute solo in funzione di se stessi, in modo transitorio, senza impegnarsi in rapporti stabili e duraturi. Il rischio è che, in nome di una apparente libertà egocentrica, gli esseri umani perdano la loro principale e più preziosa qualità: quella di amare, di prendersi cura dell’altro, di donarsi. Madre, padre, figlio, marito, moglie, fratello… sono queste le parole di base del vocabolario del dono, senza le quali non ci restano che frammenti, solitudine e l’indifferenza. Occorre un’ampia e coraggiosa azione che coniughi la dimensione economica con quella culturale e formativa e che dia ad ogni aspetto della vita sociale un taglio family-friendly».




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