Lavoro

Usciti dal lockdown, attenti a evitare il blackout…

mascherina

di Ida Giangrande

L’Italia era in crisi quando è arrivato il virus e adesso lo è ancora di più. L’unica soluzione possibile? Rispettare le regole e rispettare quanti hanno perso tutto.

Sono tra quelle che se deve scegliere, preferisce esprimersi sempre nella propria lingua, eppure mai come in questi tempi alcuni termini mi servono per riflettere delle istantanee dell’Italia e degli italiani in modo preciso e sintetico. Siamo ormai usciti dal lockdown, che in inglese vuol dire “confinamento” come tutti ormai sapranno. All’inizio abbiamo fatto fatica ad accettare l’idea della cattività domestica, noi il popolo del sole e dell’amicizia per antonomasia. Ora è tempo di riprendere ma con la certezza che il nostro nemico, il virus, non ha ancora abbandonato la penisola e, inoltre, ha lasciato più o meno ovunque, segnali del suo passaggio sulla pelle e sul cuore degli italiani. Uno di questi è sicuramente la ricaduta economica.

Alla lunga lista di vittime ufficiali provocate dal Covid-19 se ne aggiungono altre quelle di coloro che si sono suicidati a causa delle conseguenze economiche della pandemia. Uno studio della Link Campus University di Roma segnala che nelle settimane del lockdown si sono verificati circa 25 decessi, 16 solo nel mese di aprile ai quali sono da aggiungere i 36 tentati suicidi. Più della metà di questi sono imprenditori letteralmente rovinati dalla serrata generale degli ultimi mesi. 

Proprio pochi giorni fa un 60enne di Baone in provincia di Padova è stato salvato dal suo tentativo di farla finita dovuto alla sospensione del lavoro appena iniziato e all’assenza di
altre forme di reddito. Gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio alzano a 1.128 il totale dei suicidi legati a motivazioni economiche in Italia dal 2012 a oggi, e a 860 i tentati suicidi. Un quadro questo, di certo poco incoraggiante e a questo possiamo aggiungere i supporti promessi dallo Stato che non arrivano mai e le bagarre dei nostri governanti che, tra risse e stoccate al vetriolo, non sembrano aver perso l’abitudine di combattere per tutto tranne che per il popolo. Insomma alla fine toccherà a noi ricostruire l’Italia come abbiamo già fatto nella storia. Lo so che ne usciremo, ci rimboccheremo le maniche e rimetteremo in piedi le nostre case, le attività e riusciremo a convivere con il dolore per la perdita di quanti non ci sono più. Mai nessuna notte dura per sempre e anche questa finirà ma possiamo darci una mano per evitare di tornare a chiudere l’Italia. Come? Evitando assembramenti di ogni tipo. Non sono piacevoli, lo confesso, le immagini della movida da Nord a Sud di questo fine settimana. Evidenziano un livello di sconsideratezza che per certi versi è angosciante. Se per i nostri giovani è importante divertirsi in barba a quanti hanno perso la vita, il lavoro e la pace forse c’è qualcosa che non va nel modo in cui noi adulti abbiamo trasmesso il senso stesso della vita e del rispetto altrui ai nostri figli. Uscire dal lockdown è un passaggio obbligato, ma ora attenti a evitare il blackout, sì perché L’Italia non reggerebbe un altro isolamento forzato e in questo siamo tutti interpellati. Ciascuno può e deve fare la sua parte fino in fondo. Ricominciare sì ma stando alle regole e le regole sono chiare. È inutile anche ripeterle. 




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