Restiamo Umani

Rinunciare a Gesù Eucaristia? Impossibile…

a cura della Redazione

Arriva da Parma la lettera di Serena: “Vivo in una zona gialla e lavoro nell’ambito sanitario. Con le dovute cautele non posso pensare di affrontare questa emergenza sanitaria senza il supporto dell’Eucaristia”. Parole confermate da Mons. Giovanni D’Ercole: “Tenete le chiese aperte e distribuite la Santa Comunione”.

Sono tante le lettere che stiamo ricevendo in queste ultime ore per #restiamoumani, la pagina che abbiamo lanciato per raccogliere le voci di quanti vivono nelle zone rosse e non, allo scopo di abbattere le barriere dell’isolamento. Molte raccontano il disagio dell’isolamento, la distanza dalle persone care. Ma molte altre ci parlano di una fede che diventa un annuncio di speranza anche in tempi di così grande incertezza. Una di queste è firmata da Serena Laudisio da Parma.  

“Cari amici,

al momento l’area in cui vivo è ancora zona gialla. Lavoro nell’ambito sanitario quindi da giorni devo rispettare mille norme differenti per poter limitare il contagio. Dopo una giornata di lavoro intensa come le precedenti da quando è scoppiata l’emergenza, arrivare il Mercoledì delle Ceneri in chiesa e non ricevere né ceneri né Eucarestia mi ha davvero demoralizzata. 

La chiesa era grande per cui io ed un gruppo di fedeli che era comunque in chiesa, ci siamo distribuiti con una buona distanza tra di noi per poter almeno pregare insieme i vespri e confessarci. Domenica sono andata alla Santa Messa delle 21.15 dopo 13 ore di lavoro perché sapevo che sarebbe stata meno affollata e avrei potuto partecipare al Banchetto eucaristico con tranquillità. 

Rinunciare a Gesù è impossibile. Basta semplicemente adottare dei comportamenti consoni come rimanere in casa se si ha la tosse o la febbre (il virus non dà il raffreddore), celebrare più Messe in modo da scaglionare le persone, non scambiarsi il segno della pace, ricevere l’Eucarestia sulle mani. Ma privare le persone già abbastanza disorientate e smarrite del Corpo e Sangue di Gesù è veramente troppo”.

Una testimonianza a cui fa eco la lettera scritta da Monsignor Giovanni D’Ercole ai sacerdoti e ai fedeli delle Marche. Nonostante la sospensione delle attività parrocchiali, il Vescovo invita i sacerdoti a lasciare le chiese aperte per offrire accoglienza, nutrimento e incoraggiamento ai figli di Dio. “Tutte le chiese restino comunque aperte per la preghiera personale, con l’esposizione del Santissimo Sacramento e la possibilità di distribuire la Santa Comunione. Chiedo ai sacerdoti di essere disponibili per l’ascolto individuale, per le confessioni e il ministero della consolazione”.




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