Bambini

Cinque principi per rimettere al centro il diritto dei bambini a crescere in famiglia

a cura della Redazione

Diritti di crescita – nuove sfide per l’infanzia e l’adolescenza” si intitola così il Convegno organizzato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza che si è svolto ieri a Roma presso l’Auditorium del Museo dell’Ara Pacis. Di seguito l’intervento del Tavolo Nazionale Affido presentato da Marco Giordano, presidente della Federazione Progetto Famiglia.

L’Assemblea del Tavolo, riunitasi a Milano il 25 ottobre 2019, esprime grande preoccupazione in merito al clima di sfiducia che va diffondendosi nei confronti dell’istituto dell’affidamento familiare, stimolato dal costante martellamento mediatico e da alcune iniziative istituzionali (al livello nazionale e locale) seguite ai recenti fatti di cronaca. Il Tavolo Nazionale Affido, ribadisce la ferma condanna di ogni eventuale comportamento illecito perpetrato ai danni di persone vulnerabili, specie se minori di età, e la necessità di una compiuta applicazione delle norme inerenti il diritto dei minorenni a crescere in famiglia Si teme un arretramento della capacità del sistema di welfare italiano, pubblico e privato, di tutelare e promuovere il benessere di bambini, ragazzi e famiglie L’indebolimento e l’arretramento di tale sistema mette a rischio il benessere, la crescita e i diritti di chi si vuole tutelare, primi fra tutti i minorenni e poi le famiglie (di origine, affidatarie e adottive). Si ritiene quindi opportuno sottolineare: 

 1°. Il dovere di ogni politica, misura e intervento istituzionale e di ogni azione civile di perseguire innanzitutto il benessere di bambini e ragazzi, i cui interessi sono da considerarsi sempre preminenti rispetto a quelli degli adulti, così come stabilito dalla Convenzione ONU sui diritti del fanciullo sottoscritta anche dall’Italia. 

 2°. Il diritto di ogni bambina e bambino e di ogni ragazza e ragazzo a crescere nella propria famiglia1 e il connesso dovere delle Istituzioni e della società civile di offrire alle famiglie fragili adeguati servizi e interventi di sostegno2, la cui erogazione va resa certa ed esigibile in modo omogeneo in tutto il territorio nazionale, così come stabilito dalla legge 184/1983 e successive modifiche3. 

3°. Il dovere di proteggere ogni minorenne la cui famiglia, nonostante i sostegni, manifestasse gravi carenze nel rispondere ai suoi bisogni di crescita, o mostrasse comportamenti maltrattanti e/o abusanti, attivando – in base alle situazioni – adeguati e tempestivi interventi di tutela secondo il primario interesse del bambino: affidamento familiare, accoglienza in comunità di tipo familiare, adozione. Si ricorda che l’affidamento è una famiglia accanto in più a un bambino, non una in meno. 

 4°. Il dovere di qualificare il sistema dei servizi istituzionali di tutela minorile, e di sostegno alle famiglie assicurando congrui investimenti sia in termini di risorse che di organici, e accompagnando percorsi di integrazione e di rete tra i diversi soggetti. 

5°. Il dovere di assicurare i necessari controlli sull’adeguatezza del sistema di protezione minorile, innanzitutto mediante l’effettiva attuazione delle misure di accompagnamento e monitoraggio previste dalla normativa vigente, contrastando ogni possibile illecito o conflitto di interessi.  

 Le Associazioni e Reti del Tavolo Nazionale Affido si rendono disponibili a partecipare a percorsi di confronto istituzionale, anche in vista di eventuali riforme legislative, e a spazi di dialogo e interazione con i media al fine di favorire una adeguata informazione in materia, rispettosa dei principi contenuti nella Carta Treviso, che rifugga dall’approccio meramente scandalistico cui abbiamo assistito in questi mesi. L’esperienza di oltre trent’anni di applicazione della legge sul diritto dei minorenni alla famiglia e le numerose ricerche condotte da diversi organismi istituzionali,4 dimostrano quanto siano gravi e urgenti le condizioni di disagio in cui troppo spesso versano bambini, ragazzi e famiglie. Occorre una generale assunzione di responsabilità, capace di compiere fino in fondo l’atto doveroso di mettere il bambino e i suoi bisogni di crescita prioritari e al centro degli obiettivi e dei processi della nostra società, a partire dalla effettiva ed efficace attuazione delle norme che già esistono e dal rafforzamento del sistema di tutela vigente.  




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